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Sessione finale del Concilio

Sessione finale del Concilio

Si è svolta, il 2 dicembre 2017 nella Sala del Concilio della Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, la solenne riunione finale del Santo Concilio dei Vescovi della Chiesa ortodossa russa.

All’incontro, presieduto da Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill, hanno preso parte i Primati e i rappresentanti delle Chiese ortodosse locali, presenti a Mosca per le celebrazioni dedicate al 100° anniversario della restaurazione del Patriarcato della Chiesa ortodossa russa.

Al tavolo di presidenza erano presenti: Sua Beatitudine il Papa e Patriarca di Alessandria Teodoro II, Sua Beatitudine il Patriarca di Antiochia Giovanni X, Sua Beatitudine il Patriarca di Gerusalemme Teofilo III, Sua Santità il Patriarca serbo Ireneo, Sua Beatitudine il Patriarca rumeno Daniel, Sua Beatitudine l'Arcivescovo di Cipro Chrysostomos II, Sua Beatitudine l'Arcivescovo di Tirana e di tutta l'Albania Anastasios, il Metropolita di Varsavia e di tutta la Polonia Sava, il Metropolita delle Terre Ceche e della Slovacchia Rostislav, il Metropolita di tutta l'America e il Canada Tichon, il capo della delegazione della Chiesa ortodossa georgiana, Metropolita di Akhaltsikhe e Tao-Klarzhetsky Feodor, il capo della delegazione della Chiesa ortodossa bulgara, Metropolita Gabriel di Loveč, il Metropolita di Kiev e di tutta l'Ucraina Onufry, il Metropolita di Tokyo e di tutto il Giappone Daniel.

Nella Sala del Concilio, oltre ai membri del Concilio dei Vescovi della Chiesa ortodossa russa e ai membri delle delegazioni delle Chiese ortodosse locali, erano presenti rappresentanti del clero di Mosca.

Rivolgendosi ai presenti, Sua Santità il Patriarca Kirill ha detto che l'ultima riunione del Concilio dei Vescovi della Chiesa ortodossa russa ha un carattere solenne ed è dedicata all’evento storico - il 100° anniversario della restaurazione del Patriarcato della Chiesa ortodossa russa. «Questo evento ha avuto luogo forse nel momento più difficile della nostra storia nazionale, quando ci fu la demolizione rivoluzionaria di tutta una vita, quando così tante forze, interne ed esterne, si sono ribellate contro la Chiesa di Dio e le sanguinose persecuzioni si erano già  abbattute sulla Chiesa - ha ricordato Sua Santità. - Le prime vittime tra il clero sono iniziate con il martirio dell’arciprete Ioann Kochurov a Tsarskoe Selo, prima dell'elezione del Patriarca Tichon.

Sua Santità il patriarca era quindi pienamente consapevole di ciò che il destino aveva preparato per lui, quando ha accolto la notizia della sua elezione al soglio patriarcale. E sappiamo che le premonizioni di Sua Santità, purtroppo, erano giustificate. Tutti i suoi brevi sette anni presso la Cattedra Patriarcale furono anni di confessione della fede. Non solo perché ogni giorno ha rischiato la vita, non solo perché è stato privato della libertà, ma perché ha ricevuto la testimonianza quotidiana delle atrocità commesse contro i gerarchi e il clero della Chiesa ortodossa russa, delle vittime tra i nostri laici. Ha ricevuto testimonianze sulla distruzione di templi e monasteri, sulla distruzione della millenaria tradizione ortodossa del nostro popolo. Ha ricevuto notizie su come le autorità, combattendo la Chiesa, non solo l’hanno colpita dall’esterno, ma hanno anche provato a distruggere l'unità dall’interno, istigando lo scisma della Chiesa».

 

Come sottolineato dall’attuale Primate della Chiesa ortodossa russa, Sua Santità il Patriarca Tichon non è vissuto fino al momento in cui la Chiesa ha ottenuto la possibilità, almeno relativa, di svolgere apertamente il suo ministero. «Egli non ha visto né la gloria della Chiesa, né la rinascita spirituale del nostro popolo, ma sappiamo che dal cielo San Tichon vede tutto, ed essendo glorificato tra i santi prega per la nostra Chiesa e il nostro popolo», ha detto Sua Santità.

Sua Santità il Patriarca Kirill ha ringraziato di cuore i Primati delle Chiese ortodosse locali e i rappresentanti delle Chiese ortodosse locali, i capi delle quali, per ragioni oggettive, non hanno potuto venire personalmente a Mosca per la partecipazione al Concilio dei Vescovi della Chiesa ortodossa russa e alle celebrazioni giubilari. «Vediamo, cari fratelli, la Vostra visita come espressione dell’amore fraterno, della vostra solidarietà con tutto il lungo e tragico cammino che la Chiesa russa ha attraversato nel XX secolo - ha detto il Patriarca Kirill. - Vi accogliamo con amore e rispetto, con la consapevolezza che la Chiesa, che Voi guidate o rappresentate, nel corso della storia è passata attraverso circostanze difficili. E alcune delle Chiese, qui rappresentate dai Primati, anche ora sta stanno attraversando prove molto difficili e conoscono persecuzioni, vittime, la perdita di membri della Chiesa. Preghiamo affinché il Signore presevi tutte le nostre Chiese nell'unità in modo che, nonostante le circostanze esterne, a volte molto complesse e contraddittorie, la pienezza della Chiesa mantenga la consapevolezza della necessità di proteggere la sua unità come la pupilla dell’occhio. Nell'unità è la nostra forza, attraverso l'unità siamo solidali con tutti coloro che soffrono, nell'unico Corpo della Chiesa di Cristo».

Il saluto rivolto al Primate della Chiesa ortodossa russa di Sua Santità il Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli è stato annunciato dal presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca.

Nel rivolgere parole di gratitudine a Sua Santità il Patriarca Kirill per l'invito a Mosca per gli eventi in occasione del 100° anniversario della convocazione del Concilio locale, che, tra l’altro, ha restaurato il Patriarcato della Chiesa ortodossa russa, abolito due secoli prima dallo Stato, il Primate della Chiesa di Costantinopoli ha espresso rammarico per il fatto di non poter partecipare alle celebrazioni. «Ma questo, tuttavia, non significa che la Chiesa Madre di Costantinopoli cesserà di pregare per il benessere e la prosperità dati da Dio alla Vostra Santa Chiesa, sotto la guida del suo Patriarca, nel momento presente Vostra cara Beatitudine, al quale auguriamo un lungo e benedetto ministero primaziale. Vi chiediamo di trasmettere a tutte le Eminenze, Eccellenze e ai Reverendissimi Gerarchi i saluti e le benedizioni della nostra Chiesa Madre, abbracciandoli con sentimenti di riverenza e amore, e pregando affinché il loro servizio ministeriale di vescovi serva sempre per la gloria di Dio», dice il testo del saluto.

«Esprimo la mia gratitudine a Sua Santità per questo gentile messaggio. E, cogliendo questa opportunità, vorrei esprimere l’augurio di forza, buona salute e dell'aiuto di Dio nella cura della Chiesa di Costantinopoli, nello svolgere il ministero speciale in favore dell'interazione con tutte le altre Chiese ortodosse, che il Patriarca Bartolomeo sta compiendo», ha detto Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill dopo l'annuncio del messaggio.

«Sento l'indescrivibile gioia di essere venuto qui, nella mia qualità di Papa e Patriarca di Alessandria su invito della Chiesa sorella ortodossa russa per partecipare alle solenni celebrazioni giubilari in occasione del centenario della restaurazione del Patriarcato di Mosca, di tutta la Rus’ e dei Paesi del Nord», ha detto il Primate della Chiesa ortodossa di Alessandria nel discorso successivo, durante il solenne incontro nella Sala del Concilio.

Come ha detto Sua Beatitudine, la ripristinazione del trono patriarcale di Mosca è considerato l'evento più importante sin dal suo inizio nel 1593. «La Chiesa russa prevedeva che il ripristino della dignità patriarcale sotto il nuovo regime sarebbe stato il modo più sicuro per garantire la rinascita del popolo russo e la conservazione della sua fede. Nonostante i molti dolori e le sofferenze, essa non si è tirata indietro, ma si è rafforzata e illuminata con nuovi asceti. Il dolore della Chiesa russa è stato mitigato dalla restaurazione del suo Patriarcato. La Chiesa russa è stata coronata da una moltitudine di martiri, guidati dal Patriarca Tichon, defunto nel martirio. Non ha mai rotto i legami con il popolo, ma lo ha sempre sostenuto e lo ha accompagnato attraverso pericoli e prove infinite», ha detto Sua Beatitudine il Papa e Patriarca di Alessandria Teodoro II.

Come dono significativo in occasione dell’anniversario, Sua Beatitudine ha presentato l’omophorion, in cui il Santo Patriarca di Alessandria Meletius Pegas firma l'atto conciliare per la concessione della dignità Patriarcale alla Chiesa ortodossa russa.

«Vostra Beatitudine, Vi ringrazio di cuore personalmente. Penso che l'intero episcopato, il clero e il popolo dei fedeli della nostra Chiesa si uniscano a questa gratitudine. Ci avete fatto dono di una grande reliquia storica», con queste parole Sua Santità il Patriarca Kirill si è rivolto a Sua Beatitudine il Papa e Patriarca Teodoro, sottolineando che questo omophorion sarà custodito nel museo della Cattedrale di Cristo Salvatore «in memoria, sia dell'evento storico, che del Vostro grande amore per la Chiesa ortodossa russa».

«Antiochia – la Chiesa in cui i discepoli di Cristo sono stati chiamati per la prima volta cristiani, - si unisce con amore alla Santa Russia in questo giorno benedetto in cui si celebra il 100° anniversario del Concilio locale di Mosca, che ha restaurato la dignità patriarcale della Chiesa ortodossa russa e ha ripristinato la conciliarità di questa Chiesa, dopo due secoli di interruzione, - con queste parole ha iniziato il suo discorso davanti ai partecipanti alla solenne riunione Sua Beatitudine il Patriarca di Antiochia Giovanni X. – La Chiesa di Antiochia, condividendo oggi con la Chiesa sorella russa la sua gioia, chiede l’intercessione di San Tichon il Confessore, che per la grazia dello Spirito Santo, è stato eletto Patriarca dai membri del Concilio locale per guidare questa Chiesa e alimentarla nei giorni dell’ateismo e della persecuzione. La nostra Chiesa non dimentica il sostegno dato dalla Chiesa russa all'inizio del secolo scorso, ai figli della Chiesa di Antiochia per quanto riguarda la permanenza nella loro terra, l’istruzione gratuita e il sostegno ai poveri. Ricordiamo anche con grande gratitudine la partecipazione della Chiesa russa nel fornire i pastori alla nostra Chiesa e nella costruzione di chiese e di diverse istituzioni. Con particolare riconoscenza onoriamo il ruolo del grande Patriarca Tichon nella fondazione della gerarchia antiochena in America. Egli ha ordinato il primo metropolita della Chiesa antiochena sul suolo americano – San Rafael, vescovo di Brooklyn, che aveva studiato a Costantinopoli e in Russia ed era arcipastore di lingua araba della Chiesa ortodossa di Antiochia in America».

Il Primate della Chiesa di Antiochia ha anche ricordato la difficile situazione del popolo siriano. «In un momento in cui il terrorismo si sta ritirando grazie all'intervento dei militari russi, e appare la prospettiva di una soluzione pacifica, noi come Chiesa ortodossa unita dobbiamo fare tutto il possibile per preservare l'unità della Siria e il ritorno dei cristiani siriani nella loro terra, per ricostruire chiese e monasteri distrutti, per garantire che tutti i cittadini abbiano una vita dignitosa - opportunità di lavoro, nutrizione adeguata, assistenza sanitaria e formazione per i fratelli che hanno sofferto giorni violenti, manifestando in tal modo la potenza di Cristo», ha detto il Patriarca.

Riferendosi a Sua Santità il Patriarca Kirill, Sua Beatitudine ha dichiarato: «Noi rendiamo onore alla Vostra posizione riguardo alla crisi nel nostro Paese e siamo orgogliosi della Vostra condivisione e delle nobili azioni che compiete in nostro favore, esortando continuamente a fornire assistenza umanitaria; ciò costituisce una corona che adorna e rafforza la storia delle relazioni russo-antiochene. Apprezziamo senza fine le opere e le preoccupazioni della Russia nella distruzione del terrorismo, nella creazione della pace in Siria e nel mantenimento della stabilità in Libano».

«Nulla può essere paragonato alla gioia della Chiesa di Antiochia oggi, quando partecipa ad una celebrazione luminosa, che si basa sui martiri e confessori che hanno partecipato al Concilio locale nel 1917 e le cui attività rimarranno un tesoro per tutta l’Ortodossia, - ha testimoniato il Patriarca di Antiochia. - Il risveglio della Santa Rus’ è un dono dal cielo al nostro mondo. Dio ci conceda la preghiera e l'intercessione dei nuovi martiri, dei nuovi confessori, di asceti e pastori, che hanno illuminato la Russia e tutto il mondo ortodosso negli anni della persecuzione, testimoniando questa gioia della risurrezione!».

Da parte sua, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill ha detto: «Vostra Beatitudine, avete toccato profondamente tutti noi con le Vostre accorate parole su ciò che sta accadendo oggi in Medio Oriente, con la Vostra alta valutazione del ruolo della Russia e della Chiesa russa nel superare i problemi che ora sta attraversando il popolo siriano, così come quelli che esistono in Libano - i problemi della Vostra Chiesa. Vi assicuro che tutto ciò che facciamo per grazia di Dio, lo facciamo con umiltà e con piena convinzione della necessità di condividere le nostre risorse con coloro che stanno veramente soffrendo oggi. Noi crediamo che sia possibile stabilire una pace duratura e giusta in Siria. Crediamo nella vittoria totale sul terrorismo e nella liberazione del popolo siriano da questa terribile oppressione, nel ripristino della vita delle persone nel territorio canonico della Vostra Chiesa. Possa Dio darVi forza e salute per continuare a servire come Patriarca il Vostro pio e sofferente popolo».

Nel suo discorso davanti ai partecipanti alla solenne cerimonia, Sua Beatitudine il Patriarca Teofilo III di Gerusalemme, ha affermato: «Venendo dalla città santa di Gerusalemme alla santa e a lungo sofferente terra russa, trasmettiamo a Voi, al Vostro Santo Concilio dei Vescovi, agli amati pastori e a tutti i nostri fratelli ortodossi russi, un messaggio di speranza dal Signore della gloria nato a Betlemme, il Dio-Uomo Cristo che visse nell'umile terra palestinese. Benedica i nostri fratelli in Cristo con la grazia onnipotente e vivificante del Santo Sepolcro».

«Le preghiere di molte migliaia di nuovi martiri della Russia, in nessun modo inferiori a quelli antichi, hanno liberato la Vostra Chiesa dalla tirannia e l’hanno rafforzata, affinché essa marci verso la fine dei tempi, adornata come il Signore la vuole vedere, e splendente della gloria dei santi martiri», ha detto il Primate della Chiesa di Gerusalemme.

Rivolgendosi a Sua Beatitudine il Patriarca, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha detto: «Vostra Beatitudine, Vi ringrazio di cuore per queste parole sincere in cui sentiamo la forza dello spirito e il potere della testimonianza che proviene dai luoghi santi di Gerusalemme, il cui custode e libro di preghiera Voi siete. Voi avete una missione speciale – compiere questa preghiera su tutto e per tutti, per tutta la Chiesa ortodossa, per la razza umana dinanzi al Golgota e al Santo Sepolcro e ad altri luoghi santi, che oggi sono luoghi di culto speciale per un gran numero di pellegrini provenienti dalla vastità della Rus’. Vi ringrazio per la Vostra cura pastorale per questi pellegrini».

Il saluto di Sua Santità e Beatitudine il Catholicos Patriarca di tutta la Georgia Ilija II è stato annunciato dal metropolita di Akhaltsikhe, Tao-Klarzhetsky e Laz Feodor. «A nome della Chiesa ortodossa georgiana e mio, mi congratulo con Voi e insieme a Voi condividiamo la gioia spirituale in connessione dell'evento più importante - il 100° anniversario del Concilio locale della Chiesa ortodossa russa, in cui è stata presa la decisione storica sulla restaurazione del Patriarcato - ha detto in segno di saluto. - Questi sentimenti sono molto vicini a noi in quanto la Chiesa ortodossa georgiana ha anche sperimentato tutta l'amarezza dell’abolizione del Patriarcato e dell’autocefalia, ma anche la grande gioia in relazione alla loro restaurazione. Abbiamo condiviso lo stesso destino anche nel periodo dell’ateismo di stato, ma a costo di sacrificio e di vero martirio abbiamo resistito a questa difficile prova».

Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill ha chiesto al capo della delegazione della Chiesa ortodossa georgiana di trasmettere profonda gratitudine a Sua Santità e Beatitudine il Catholicos e Patriarca di tutta la Georgia per le gentili parole e ha espresso la speranza che il Signore rafforzi la forza fisica e spirituale del Catholicos e Patriarca Ilija II e lo aiuti ancora per lunghi anni a servire per il bene della Santa Chiesa Ortodossa e del suo popolo.

«Per noi è una gioia speciale essere qui oggi a capo della delegazione della Chiesa ortodossa serba nella capitale del trono, Mosca, nella fraterna Russia benedetta da Dio, nel giorno in cui la grande Chiesa russa celebra una data storica importante – i 100 anni della restaurazione del Patriarcato», ha detto Sua Santità il Patriarca serbo Irenej. Egli ha aggiunto: «I miei predecessori al trono patriarcale e l'intero popolo serbo si rallegrarono sinceramente con i loro fratelli russi, quando nel XVI secolo i saggi Patriarchi orientali, guidati da Sua Santità il Patriarca di Costantinopoli Geremia hanno compiuto un grande, molto giusto e accettabile atto di Dio - hanno proclamato il Patriarcato di Mosca, così che i russi e tutte le piccole nazioni vicine che gravitavano verso la fede ortodossa hanno potuto avere un loro Patriarca – di Mosca, di tutta la Rus’ e di tutti i Paesi del Nord».

«È stata bella la restaurazione del Patriarcato russo. Così grande è stata la forza di questo evento epocale, che ha toccato involontariamente altre Chiese, - ha testimoniato il Patriarca Irenej. - Meno di due anni dopo la restaurazione del Patriarcato russo, la Chiesa serba si è riunita nei più vasti limiti storici della diffusione del popolo ortodosso serbo, e nel 1920 ha anche rinnovato la sua antica ed onesta dignità patriarcale».

Come ha notato il Primate della Chiesa serba, il secolo che è stato aperto dall'evento ora ricordato non è stato pacifico: «I nostri popoli hanno sofferto molto dai nemici della fede, hanno sofferto terribili torture e oppressioni, che fino a quel momento non si erano mai verificate. Ma più il popolo russo soffriva, più forte era la sua volontà di salvezza, più la sua fede metteva le radici. I tentativi dei servitori delle tenebre di questo secolo di estinguere la lampada della fede ortodossa si dimostrarono impotenti. E ora vediamo la Chiesa russa e il suo Patriarcato nella più grande gloria mai vista prima».

Esprimendo gratitudine per i saluti fraterni a nome della Chiesa ortodossa serba, il Patriarca Kirill ha detto: «Questo è per noi anche un saluto a nome di una persona a noi vicina nel sangue, nella lingua, nella cultura del popolo serbo, il cui destino storico ha tanto in comune con il destino dei popoli della Santa Rus’. Siamo passati attraverso le prove più difficili associate alla riduzione in schiavitù delle nostre terre, abbiamo combattuto per la conservazione dell’Ortodossia, abbiamo cercato di superare gli anni difficili legati alla oppressione della Chiesa per ragioni ideologiche del XX secolo. E oggi ci rallegriamo che le nostre Chiese, essendo parte dell'Ortodossia universale, insieme a tutte le altre Chiese lavorino conciliarmente, rafforzando la testimonianza dell'Ortodossia nelle loro nazioni e promuovendo questa testimonianza nel mondo intero».

«Siamo oggi riuniti a Mosca per celebrare il centenario della restaurazione del Patriarcato nella Chiesa ortodossa russa», con queste parole si è rivolto ai presenti Sua Beatitudine il Patriarca rumeno Daniel. Egli ha sottolineato che il ministero del Patriarca Tichon è iniziato in un periodo molto difficile nella vita del popolo russo.

«Con dignità e responsabilità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ ha affrontato molte sofferenze a causa della persecuzione della Chiesa da parte del regime bolscevico, - ha proseguito il Patriarca Daniel. - Gli anni che seguirono alla restaurazione del Patriarcato, sono stati anni di calvario per tutta la Chiesa ortodossa russa, migliaia di sacerdoti e monaci sono stati uccisi, migliaia di chiese chiuse o distrutte prima dell'inizio della Seconda guerra mondiale... Oggi, in questa solenne giornata per Mosca, quando i rappresentanti delle Chiese ortodosse autocefali celebrano il 100° anniversario della restaurazione del Patriarcato nella Chiesa ortodossa russa, siamo in una situazione diversa rispetto al periodo della persecuzione comunista. Questo è un periodo di libertà di testimonianza della fede, così come di grande responsabilità pastorale per le nuove sfide della società moderna».

«Sono lieto che alla vigilia di questa celebrazione ho avuto l'opportunità di visitare la Chiesa fraterna rumena», ha detto in particolare Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill, notando che nel corso della sua recente visita a Bucarest è stato testimone della significativa rinascita della Chiesa ortodossa rumena, della costruzione di nuovi templi, della riorganizzazione della vita ecclesiastica.

Il messaggio di Sua Santità il Patriarca bulgaro Neofit e del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa bulgara è stato letto dal metropolita di Loveč Gabriel: «Siamo felici che in questo giorno solenne e festoso condividiamo la nostra comune gioia, cara ai nostri cuori, della Santa Chiesa ortodossa russa, che, secondo la santa volontà di Dio, esattamente cento anni fa - nel turbolento, irrequieto e fatale periodo per la fraterna Russia e per tutto il mondo, tra il fuoco della rivoluzione e del cambiamento sociale radicale - è stata in grado di ripristinare la verità storica, restaurando il Patriarcato, - dice il messaggio. - A questa Santa Chiesa nel giorno in cui celebra il centenario della restaurazione del suo status patriarcale di cuore auguriamo ogni bene dal Signore, la misericordia di Cristo, e un successo ancora maggiore nella sua casa e nelle missioni straniere. Possa Dio stare sempre con tutti Voi - la gerarchia, il clero e il laicato della Santa Chiesa ortodossa russa! Lasciate che il rispetto e l'amore di tutto il mondo ortodosso Vi circondino sempre, così continuerete a mantenere l'importante ruolo che avete avuto nella storia e nella vita della Santa Ortodossia!».

Sua Santità il Patriarca Neofit nel suo messaggio sottolinea che la testimonianza della Chiesa ortodossa, il suo ruolo e la missione nel mondo è particolarmente importante, «la gloriosa e martire Chiesa ortodossa russa, che ha sempre occupato e continua ad occupare oggi il suo posto speciale nel mondo ortodosso; una Chiesa che ha attraversato tante prove, ha resistito alle minacce interne ed esterne, alle persecuzioni, ma sempre uscendo purificata dal fuoco del martirio ancora più forte e più unita nella sua vita interiore, rispettata nelle interrelazioni con tutte le Chiese ortodosse nella sua testimonianza luminosa di Cristo Crocifisso».

Sua Santità il Patriarca Kirill ha chiesto ai membri della delegazione della Chiesa bulgara di trasmettere a a Sua Santità il Patriarca Neofit «la nostra gratitudine, il nostro amore, le nostre preghiere per una sua pronta guarigione». Il popolo bulgaro e il popolo della Santa Rus’ sono uniti da stretti legami culturali, linguistici, e soprattutto dalla fede ortodossa, ha constatato Sua Santità sottolineando: «Nonostante quello che è successo in storie diverse, i legami spirituali tra i popoli sono sempre stati rispettati. E il custode di questa unione non sono stati i regimi politici, nessuna ideologia, ma la Chiesa ortodossa. La Chiesa russa e quella bulgara hanno mantenuto questa comunione spirituale, educando i loro popoli in essa. Possa Dio continuare questo processo e che le nostre Chiese insieme a tutte le Chiese ortodosse locali servano la causa dell'unità della Santa Ortodossia e della testimonianza cristiana ortodossa nel mondo».

A sua volta, Sua Beatitudine l'Arcivescovo di Cipro Chrysostomos II, rivolgendosi ai partecipanti all’incontro finale del Concilio dei Vescovi della Chiesa ortodossa russa, ha detto: «In questo momento importante e per molti versi emozionante, insieme a Voi, Vostra Beatitudine il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, e ai vescovi membri del Concilio, con gratitudine rivolgiamo la mente e il cuore a tutti quegli eroi noti e ignoti, campioni della fede, che attraverso le loro imprese hanno contribuito a ripristinare il Patriarcato in Russia e ci hanno donato la gioia di queste celebrazioni».

«Dio, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità (1 Tm 2, 4), con la sua opera incomprensibile ha permesso, che, contemporaneamente alla restaurazione del Patriarcato, soffiassero venti impetuosi contro la Chiesa in questo Paese, che per settant’anni hanno inflitto ferite e minacciato il devoto popolo russo. Eppure non hanno potuto estinguere il fuoco della sua fede in Cristo, - ha continuato il Primate della Chiesa di Cipro. - In questi tempi difficili, guardando alla Chiesa ortodossa russa, vediamo che si presenta come una solida roccia nel mare in tempesta, su cui si infrangono le onde, i tuoni, i fulmini e le tempeste. Abbiamo visto che in circostanze estremamente critiche, portando le loro fatiche pastorali, i suoi patriarchi e vescovi hanno dimostrato di essere senza paura. Essi in realtà hanno sostenuto tutto quello che noi confessiamo sempre: che durante i duemila anni di cammino della Chiesa, il martirio è stata la manifestazione più significativa della sua autocoscienza. Ci hanno insegnato che anche nelle circostanze più difficili, il credente può essere felice e sentire la gioia della speranza per il domani, che sarà migliore. Sua Beatitudine il Patriarca di Mosca, insieme a Voi e al Vostro popolo, anche noi, Vostri fratelli in Cristo, rendiamo grazie a Dio che durante questo periodo sono stati rivelati molti nuovi martiri. Questo ha fatto sì che oggi nel mondo ortodosso la Vostra Chiesa esiste liberamente».

«Adesso tutti noi ortodossi siamo chiamati a lasciare le cose passate per guardare in avanti ai problemi che ci occupano attualmente, - ha  proseguito l’arcivescovo. - Nell’Oriente ortodosso, nella regione in cui viviamo, oggi, come mai prima d’ora, si stanno sviluppando il materialismo, il riduzionismo, il relativismo, portati dall’Occidente... È un fatto che il progresso scientifico ha reso la nostra vita più confortevole e ci ha dato l'opportunità di migliorarne la qualità. Tuttavia, sempre più stiamo cominciando a capire le parole di Cristo, che non di solo pane vive l'uomo (Lc 4, 4). Bandendo Dio dalla vita umana, diversi sistemi sociali sembrano annunciare che «in principio c'è l'economia», ma per la Chiesa «in principio», al centro, e alla fine c’è la persona, la creazione di Dio».

«Voi avete trovato parole profetiche, luminose, per descrivere ciò che sta accadendo oggi al genere umano, - ha detto il Primate della Chiesa russa al termine del discorso di Sua Beatitudine l'Arcivescovo Chrysostomos. - Credo che queste parole siano rivolte a tutti noi, siano una chiamata a lavorare insieme come un’unica comunità, come un’unica Chiesa, per testimoniare al mondo che è possibile diverge dalla "via larga", che assorbe quasi tutta la comunità umana. È sempre difficile andare contro corrente. Ma il Signore ci ha detto che solo un sentiero stretto conduce al Regno dei Cieli. È molto importante non perdere la forza di testimoniare al mondo questo sentiero stretto. E penso che le parole che abbiamo appena ascoltato, ci aiutino tutti a riconoscere la nostra responsabilità condivisa non solo per la nostra Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa ortodossa, ma anche per l’intera umanità».

Sua Beatitudine l'Arcivescovo di Tirana e di tutta l'Albania Anastasios, parlando ai partecipanti alla solenne riunione, che si è svolta nella Cattedrale di Cristo Salvatore, ha testimoniato: «Lodiamo Dio, che ha portato nella Chiesa ortodossa tali figure luminose, così come molte miriadi di ecclesiastici e laici, che durante questa "lunga notte" di persecuzioni, come predisse il Patriarca Tichon, rimasero inflessibili nella fede nelle tante afflizioni, con la gioia dello Spirito Santo (1 Ts 1, 6). La figura del Patriarca di Mosca Tichon, su cui stiamo riflettendo in particolare in questi giorni, ricorda agli ortodossi il loro imperituro dovere. Nella prima fase della sua vita ha compiuto il lavoro missionario per diffondere l'Ortodossia in Alaska, e in seguito nelle diocesi russe. Infine, diventando il Primate della Chiesa russa, ha lavorato per il bene dell’unità nell'affrontare le varie aspirazioni secessioniste, e ha cementato il suo amore per Cristo con il sigillo del martirio. Così, il santo ha veramente adempiuto il dovere apostolico e pastorale definito da Gesù Cristo prima della sua Ascensione: Avrete forza quando scenderà su di Voi lo Spirito Santo; e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della Terra (At 1, 8). San Tichon portò la sua testimonianza dentro e fuori dal Paese con le parole, le azioni e il sangue».

«Abbiamo ascoltato con particolare attenzione la Vostra testimonianza anche perché Voi siete il primo Primate della Chiesa ortodossa albanese risorta dalle ceneri dopo la distruzione completa e totale - ha detto Sua Santità il Patriarca Kirill riferendosi a Sua Beatitudine l'Arcivescovo Anastasios. – Sia l'esperienza della Chiesa da Voi guidata, sia la tragedia del popolo ortodosso albanese sono molto vicine a noi, alla nostra comprensione della storia e alla nostra visione del passato, di cui avete così chiaramente detto, e allo stesso tempo alla nostra visione del futuro».

«Il Concilio ha ripristinato il Patriarcato e ha eletto al soglio patriarcale il metropolita Tichon di Mosca. Questo fatto è servito all’unificazione della Chiesa, e Sua Santità il Patriarca Tichon è stato un esempio di fedeltà a Cristo, di speranza, di riconciliazione e di amore», ha di seguito dichiarato il metropolita di Varsavia e di tutta la Polonia Sava, affermando che il nome di Sua Santità il Patriarca Tichon è ricordato con amore dai fedeli della Chiesa polacca, anche perché è stato rettore del Seminario teologico di Chelm, e poi vescovo di Lublino, vicario della diocesi di Varsavia-Chelm. Durante il servizio episcopale ha visitato 110 parrocchie della diocesi. «È gratificante per noi che oggi possiamo essere con tutti Voi e testimoniare su di lui, esclamando: San Tichon, prega per noi», ha detto Sua Beatitudine.

Nel ringraziare il Primate della Chiesa polacca per il suo discorso, Sua Santità il Patriarca Kirill ha affermato: «Che Dio aiuti tutti noi insieme e ogni Chiesa nella testimonianza al mondo, senza la quale non c’è nessuna via, non c'è vita, ma qualcosa che può essere molto pericoloso per l’esistenza della razza umana».

Nel suo discorso, Sua Beatitudine il Metropolita delle Terre Ceche e della Slovacchia Rostislav ha osservato: «Sullo sfondo di una pesante svolta storica nel mese di ottobre 1917 ha avuto luogo il Concilio locale della Chiesa ortodossa russa, in cui si è deciso di restaurare il Patriarcato nella Chiesa russa. E già a novembre il metropolita di Mosca e Kolomna Tichon fu eletto Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’. Questo evento è stato importante non solo per la Chiesa ortodossa russa, ma per l'intera Ortodossia universale, e anche per la nostra Chiesa locale».
«Oggi, ricordando gli eventi di un secolo fa, possiamo vedere chiaramente la provvidenza di Dio nella restaurazione del Patriarcato in Russia, - ha detto ancora Sua Beatitudine Rostislav. - Il Patriarca divenne un faro spirituale che indicava il punto di riferimento giusto durante il caos politico, la devastazione generale e l'impoverimento spirituale. E nonostante tutte le difficoltà patite dal popolo russo, la Chiesa ortodossa in Russia è riuscita non solo a sopravvivere e a rinascere dopo aver superato il crogiolo di terribili persecuzioni, abusi e umiliazioni, ma anche ad aiutare le Chiese ortodosse sorelle nel loro percorso storico, tra cui la nostra tanto sofferente Chiesa delle Terre Ceche e della Slovacchia».

«Vi ringrazio, Vostra Beatitudine, per le Vostre parole sincere, piene di amore fraterno» - ha risposto il Primate della Chiesa russa. - Noi con sentimenti speciali guardiamo sempre alla Vostra Chiesa, conoscendo la sua storia complessa e consapevoli del fatto che in tempi difficili e circostanze storiche della Chiesa ortodossa russa era necessario assumersi la responsabilità di preservare l’Ortodossia nelle Terre Ceche e nella Slovacchia. Pertanto, siamo particolarmente lieti oggi per la prosperità della Vostra Chiesa e preghiamo che il Signore la manterrà in unità e conserverà in essa il potere missionario necessario per educare le persone e per mantenere la fede dei suoi membri».

«Sono venuto qui dalle lontane terre del Nord America con una piccola delegazione che rappresenta la Chiesa ortodossa in America, per dire poche parole in questa grande assemblea sul grande uomo di Dio e confessore, il cui nome io porto, e che è anche il mio predecessore negli Stati Uniti e in Canada, dove servì come vescovo al governo della diocesi nordamericana dal 1898 al 1907. Il vescovo Tichon aveva una visione dell’Ortodossia in America, secondo cui il futuro della Chiesa ortodossa nel Nuovo Mondo includeva comunità con vescovi arabi, greci e serbi, alla guida di queste comunità - tutti nella stessa arcidiocesi, guidata dall’arcivescovo ortodosso russo. C’è persino una testimonianza scritta al riguardo, su come l'arcivescovo Tichon vedeva il futuro Chiesa ortodossa autocefala nel Nuovo Mondo», ha detto il metropolita di tutta l'America e il Canada Tichon.

Come ha detto il Primate della Chiesa ortodossa in America, con i campi missionari americani pronti per il raccolto, San Tichon ritornò in Russia per entrare in un mondo dove si radunavano nuvole nere e presto sarebbe stato versato il sangue della Rivoluzione bolscevica del 1917. «La restaurazione del Patriarcato nel 1917 non fu solo una decisione amministrativa ed ecclesiastica, nata dalla necessità storica, ma un evento davvero profetico che ha messo una persona di grande integrità e santità in una posizione che è diventata una croce pesante per lui, ma anche una fonte di unità per il suo gregge», ha detto.

Sua Beatitudine ha poi affermato: «Tra le prove crudeli San Tichon, che mostrò la propria mitezza e dolcezza pur ricoprendo una carica di autorità, divenne l’immagine, l’icona della straordinaria umiltà e amore sacrificale di Gesù Cristo. E oggi, la sua vita e la sua eredità ci fanno sperare che la nostra sete di uno stile di vita migliore possa essere placata nella Chiesa, anche in questo mondo postcristiano e anticristiano».

Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill ha rivolto parole di ringraziamento a Sua Beatitudine il Metropolita per la memoria che ha fatto di San Tichon, in particolare in connessione con il suo servizio missionario sul suolo americano. «È bello che Voi abbiate stabilito una connessione tra il suo servizio in America e l'elezione al trono patriarcale, - ha proseguito Sua Santità. – Nulla accade senza la Provvidenza di Dio - la nostra Chiesa nel momento più difficile è stata guidata da un uomo con una grande esperienza di vita e, si può dire, non provinciale ma con una visione globale della vita dell'Ortodossia. E questo, indubbiamente, ha aiutato Sua Santità Tichon ad ispirare e rafforzare sia il suo entourage che l'intero popolo ortodosso».

«Ma in aggiunta e, forse, come prima cosa, occorre ancora dire: San Tichon ha vissuto una vita spirituale profonda e molto ricca, ed è stato questo potere spirituale interiore che ha ispirato tutti coloro che sono venuti a contatto con lui», - ha detto il Primate della Chiesa russa. - Non c'era attorno a lui quella gloria esteriore e quel protocollo, approvato da consuetudini secolari, che in genere circonda il Primate della Chiesa. Sua Santità Tichon non ha avuto la possibilità di svolgere il suo ministero come fanno i Primati delle Chiese ortodosse locali, ma nell'umiliazione attraverso cui è passato è apparsa la sua forza spirituale. Fu questa a rafforzare coloro che dubitavano, che temevano di essere sopraffatti, che potevano cadere in preda alla paura o allo sconforto. L'esempio personale del Santo ha impedito a molte persone di commettere errori, compresi anche i gerarchi ortodossi e il clero. E quelli che hanno compiuto l'errore di cadere nello scisma, come sappiamo, la maggior parte di loro - coloro che sono sopravvissuti - alla fine è tornata in seno alla Santa Chiesa ortodossa, in quella Chiesa che i persecutori con disprezzo chiamavano «Tichonovskaya», ma che ha manifestato il suo potere a tutto il popolo e all'intero universo».

Sua Santità ha espresso sentita gratitudine a tutti i Primati e ai rappresentanti delle Chiese ortodosse locali, «che hanno condiviso con noi questi sacri ricordi, che hanno condiviso con noi la celebrazione in onore del centenario della restaurazione del Patriarcato nella Chiesa russa».

Sua Santità il Patriarca Kirill ha anche ringraziato tutti i vescovi presenti a Mosca per il Concilio dei Vescovi della Chiesa ortodossa russa e ha dichiarato chiuso il Concilio.

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