Dalla Chiesa cattolica romana sono arrivati gli auguri in occasione del 75° anniversario del Decr
In occasione del 75° anniversario del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne (Decr) del Patriarcato di Mosca il presidente del Decr metropolita Hilarion di Volokolamsk ha ricevuto gli auguri dal presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani Cardinale Kurt Koch, dal Nunzio Apostolico nella Federazione russa arcivescovo Giovanni D’Aniello e dall’ordinario dell’arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca arcivescovo Paolo Pezzi.
Rivolgendo al metropolita le parole di auguri, il Cardinale Kurt Koch scrive: “All’espressione di profonda gratitudine per il vostro operato, associo spiritualmente anche i miei predecessori, i Cardinali, che per molti anni hanno collaborato proficuamente con il vostro Dipartimento”.
Egli ha osservato che dal momento della sua istituzione il Decr “è stato l’interlocutore privilegiato della Santa Sede nelle relazioni con il Patriarcato di Mosca, e un instancabile promotore del riavvicinamento tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica. L’allora Segretariato per l’unità dei cristiani, fondato il 5 giugno del 1960,.. mantenne stretti rapporti con i responsabili del Dipartimento, in particolare con il suo Presidente, il Metropolita Nikodim (Rotov) di Leningrado e Novgorod. Grazie al Dipartimento e al suo staff, le relazioni tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica conobbero una svolta decisiva negli anni Sessanta”.
Il Cardinale Kurt Koch ha sottolineato in seguito il contributo dei presidenti del Decr il metropolita Juvenalij (Pojarkov) e il metropolita Filaret (Vakhromeev), sotto i quali “il Dipartimento proseguì la sua stretta collaborazione” con la Chiesa cattolica romana e fu pubblicata “una serie di importanti documenti teologici”.
Egli ha particolarmente notato che “dal 1989 al 2009, sotto la presidenza dell’attuale Primate della vostra Chiesa, Sua Santità il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia, e nel nuovo clima emerso con la fine dell’Unione Sovietica, il Dipartimento ha acquisito una nuova dimensione e, nonostante alcune battute d’arresto, ha contribuito all’intensificazione dei rapporti tra il Patriarcato di Mosca e la Santa Sede, le Conferenze episcopali e altre strutture della Chiesa cattolica. Sono sorti dialoghi innovativi per rispondere insieme al nuovo contesto politico, economico e sociale. Molteplici sono le conferenze e gli incontri organizzati congiuntamente, con successo, dal Patriarcato di Mosca e dalla Santa Sede su temi relativi alla dottrina sociale”.
Il presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani ha anche constatato che la nomina del metropolita Hilarion di Volokolamsk all’incarico di presidente del Decr nel 2009 ha dato un nuovo impulso alle relazioni fra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica romana. In particolare, egli ha menzionato l’ampliamento della cooperazione culturale, soprattutto nel contesto del gruppo di lavoro per il coordinamento dei progetti culturali tra la Santa Sede e il Patriarcato di Mosca, istituito nel 2015, e anche l’organizzazione del “memorabile incontro avvenuto a L’Avana il 12 febbraio 2016 tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill, incontro il cui principale architetto da parte della Chiesa ortodossa russa è stato il Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne”. Secondo lui, “questo evento ha aperto nuove prospettive per i rapporti tra il Patriarcato di Mosca e la Santa Sede. Ogni anno il 12 febbraio, le delegazioni delle nostre Chiese si riuniscono per commemorare l’incontro di L’Avana e discutere di un tema trattato nella Dichiarazione Comune. Uno dei frutti di questo incontro è lo scambio di visite di studio tra i nostri sacerdoti, volto a promuovere le relazioni e la conoscenza reciproca tra le nostre Chiese, organizzato dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e dal Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca. Tra gli eventi che meritano di essere ricordati, desidero menzionare anche un’altra iniziativa di grande importanza spirituale e storica per tutti i fedeli della Chiesa ortodossa russa, alla quale ha contribuito il Dipartimento; mi riferisco al trasferimento temporaneo in Russia di un frammento delle reliquie di San Nicola, custodite nella Basilica di Bari”.
Quindi, il presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani scrive che “il nostro mondo, nell’attuale situazione segnata dalla pandemia, con tutte le conseguenze economiche e sociali e le sfide pastorali che ne derivano, ha più che mai bisogno della testimonianza comune dei cristiani, soprattutto dei cristiani cattolici e ortodossi. Come giustamente sottolinea la Dichiarazione Comune firmata da Papa Francesco e dal Patriarca Kirill: “Nella nostra determinazione di intraprendere tutto ciò che è necessario per superare le divergenze storiche che abbiamo ereditato, desideriamo unire i nostri sforzi per dare testimonianza al Vangelo di Cristo e il patrimonio comune della Chiesa del primo millennio, rispondendo insieme alle sfide del mondo contemporaneo” (n. 7)”.
In conclusione, con la benedizione di Papa Francesco, egli esprime la sua viva gratitudine al presidente del Decr metropolita Hilarion di Volokolamsk e ai suoi collaboratori “per il prezioso servizio che offrite alla Chiesa” e la promozione degli “ulteriori progressi sul cammino verso una comunione piena tra i cristiani”.
Nel suo messaggio al metropolita Hilarion il Nunzio Apostolico nella Federazione russa arcivescovo Giovanni D’Aniello scrive: “Un’ampia gamma di competenze e di missione del Dipartimento, istituito con la decisione del Santo Sinodo il 4 aprile 1946 e per molti anni guidato dal Patriarca Kirill, ne fanno non solo una delle istituzioni della Chiesa ortodossa russa più vecchie, ma una di quelle principali – proprio grazie alle sue competenze, fra le quali sono i rapporti inter-ortodossi, le relazioni inter-cristiane, le relazioni internazionali ecc.
Come rappresentante del Papa, desidero esprimere la mia gioia per le buone relazioni che, grazie anche a Sua Eminenza personalmente e ai Suoi più stretti collaboratori, il Dipartimento mantiene con la Nunziatura Apostolica e la Santa Sede, la cui testimonianza non è solo la Dichiarazione congiunta di L’Avana già menzionata, ma anche i numerosi progetti nelle sfere culturale, sociale e caritativa, i quali mostrano come collaboriamo insieme nello spirito di stima reciproca, desiderosi solamente di essere capaci di servire il prossimo, preoccupati dei problemi urgenti dei nostri fedeli e delle prospettive dello sviluppo della civiltà umana. Sappiamo soprattutto di essere chiamati a collaborare fraternamente per la proclamazione del Vangelo della salvezza, per una testimonianza comune della dignità morale e della vera libertà dell’uomo”.
Nel suo messaggio l’arcivescovo Paolo Pezzi trasmette “i suoi auguri più cordiali a Sua Santità il Patriarca Kirill, per il quale il giubileo del Decr è cos’ intimamente legato alla storia della sua vita personale e del suo ministero pastorale”.
Egli sottolinea anche che “la missione dei diplomati ecclesiastici è molto responsabile e difficile”. L’ordinario dell’arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca auspica a “tutti coloro che esercitano oggi questo servizio nella Chiesa ortodossa russa e che si preparano a farlo ciò che Papa Francesco ha auspicato ai suoi diplomati: essere sempre pieni dello zelo apostolico, viventi per proclamare il Vangelo di Cristo, essere gli uomini della preghiera e dell’umiltà, per i quali la comunicazione viva con Cristo è veramente il pane quotidiano, ed essere gli uomini dell’amore misericordioso e operoso, i quali in tutte le circostanze ricordino i poveri e gli emarginati”.