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Messaggio pasquale del Patriarca KIRILL di Mosca e di tutta la Rus’ ai vescovi, sacerdoti, diaconi, monaci e tutti i fedeli della Chiesa ortodossa russa  

Eminenze ed Eccellenze Reverendissime,

Reverendi padri e diaconi, venerabili monaci e monache,

cari fratelli e sorelle!


In questo santo giorno, pieno della gioia pasquale e della luce mirabile, di bocca in bocca, da cuore a cuore corre la buona notizia vivificante:  

CRISTO È RISORTO!

Con queste parole professiamo la fede incrollabile in Colui, davanti la cui Croce stavamo il Venerdì Santo, Chi piangevamo assieme ai discepoli e alle donne-mirofore, pregando davanti la sindone. Invece oggi, assieme all’esercito angelico, manifestando l’unità della Chiesa terrena e celeste, solennemente dichiariamo: “Oggi è la salvezza del mondo poiché Cristo è risorto come onnipotente” (Canone pasquale, l’irmos del 4 canto).

La Pasqua del Signore è la più chiara testimonianza della sapienza di Dio e dell’amore immisurabile del Creatore verso il genere umano. L’inizio della storia, come sappiamo, fu offuscato dalla tragedia spirituale: a causa del peccato dei progenitori le porte del Paradiso furono chiuse per gli uomini, e d’allora la sofferenza e la morte sono diventate una conseguenza inevitabile della peccaminosità dell’uomo.  Eppure, perdendo la comunione con Dio come Fonte della vita, gli uomini non sono stati privati della Sua bontà e misericordia.

Come scrive Nicola Cabasilas, un santo del XIV secolo, “l’amore di Dio era infinito, ma non c’era un segno con cui esprimerlo” (La vita in Cristo. Sermo VI). L’amore si manifesta nel bene fatto ai vicini e nella prontezza a patire difficoltà, incomodità e persino sofferenze per loro, e il Salvatore manifesta tutt’e due. Con la Sua incarnazione Egli rinnova la natura umana corrotta dal peccato e con la Sua Croce ci libera dal potere del male. “Così abbiamo ricevuto la vita in Cristo, – conclude sant’Efrem il Siro, – Abbiamo mangiato il Corpo del Signore invece dei frutti dell’albero..., con il Suo sangue giusto siamo stati lavati dalla maledizione e tramite la speranza di resurrezione... viviamo la Sua vita” (Commento ai quattro Vangeli, 21).

La Resurrezione del Salvatore ha aperto le porte del Regno dei Cieli per l’umanità e ha riempito la nostra esistenza terrena con il senso intramontabile. Il Signore ha donato Se stesso a tutti i credenti in Lui come modello della virtù e ha ottenuto l’immortalità affinché tutti i salvati seguano le Sue orme,  come scrive san Massimo il Confessore (Ambigua, 42). Perciò dobbiamo già qui, sulla terra, imparare a respirare l’aria dell’eternità, spogliandoci dell’uomo vecchio e del suo modo di agire (Col. 3, 9), edificando la nostra vita secondo il Vangelo e partecipando ai sacramenti della Santa Chiesa, ereditiera delle grandi promesse di Dio.  

La fede nella Resurrezione del Salvatore estingue la fiamma dei travagli della vita e permette di elevarsi sopra le vanità mondane, aiuta a rifiutare le tentazioni del peccato e superare varie paure. In risposta all’amore divino siamo chiamati a manifestare la carità che procede da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede senza simulazioni (1 Tm. 1, 5). In risposta alla Sua misericordia – dare misericordia alla gente vicina. In risposta alla Sua cura – prendersi cura dell’organizzazione della vita sociale in corrispondenza con gli alti ideali evangelici.

La solennità pasquale, superando le frontiere nazionali e statali, spiritualmente unisce milioni di cristiani che vivono in vari paesi. Questo multivocale coro terreno assieme alle schiere delle forze celesti incorporee rende gloria al Signore Gesù, il quale versò il Suo sangue per tutti e con il prezzo vivificante redense il mondo (Octoico, voce 6, stichirion del mattino di sabato).

Questo ringraziamento di anno in anno, di secolo in secolo, di millennio in millennio vittoriosamente suona in tutta la terra, nonostante tutte le tentazioni, difficoltà e prove. Non cessa neanche oggi, quando il mondo soffre a causa del virus mortifero.

In questi tempi difficili è particolarmente importante sostenere coloro che sono malati ed infermi, afflitti per la perdita dei suoi cari e vicini, privi di mezzi di sussistenza, non capaci di venire in chiesa. Forniamo assistenza possibile ai sofferenti, non passiamo indifferentemente davanti a coloro che hanno bisogno di attenzione umana, di aiuto e di cura.

Recentemente, a causa delle misure sanitarie molti di noi non hanno potuto frequentare gli uffici liturgici. L’esperienza vissuta ci ha mostrato quanto è importante apprezzare e usare ogni possibilità di partecipare alle preghiere comuni, agli uffici liturgici, ai santi sacramenti e soprattutto all’Eucaristia che ci unisce a Cristo e l’uno con l’altro.

Cari miei, vi auguro cordialmente una buona e santa Pasqua, buona salute e tanti beni da Gesù, Donatore della vita. Il Signore Misericordioso renda tutti noi degni di comunicare con Lui ancora più intimamente nel giorno intramontabile del Suo Regno e testimoniare con gioia:

CRISTO È RISORTO!

VERAMENTE È RISORTO !

KIRILL

PATRIARCA DI MOSCA E DI TUTTA LA RUS’

Pasqua di Cristo,

2021

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