Una delegazione degli igumeni e monaci dei monasteri d’Egitto è arrivata in Russia
Il 23 agosto 2021, sull’invito di Sua Santità Kirill, Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, è arrivata a Mosca una delegazione degli igumeni e monaci dei monasteri della Chiesa copta che inizia un pellegrinaggio nei monasteri ortodossi della Russia.
Questo viaggio si svolge nel contesto dello sviluppo del dialogo fra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa copta nell’ambito dell’attività di una Commissione speciale per il dialogo inter-ecclesiale e fà parte del programma di visite reciproche dei rappresentanti del monachesimo russo e di quello copto, che si realizza negli ultimi anni.
Fanno parte della delegazione: l’igumeno del convento della Madre di Dio a El-Muharrak (provincia di Asyut) vescovo Vukol, capo della delegazione; l’igumeno del monastero dei santi Tommaso e Vittore a Hadab (provincia del Sud Sinai) vescovo Saverio; l’igumeno del monastero della Madre di Dio ad Ahmim (provincia di Sohag) vescovo Matteo; l’igumeno del monastero di san Paisio il Grande nel deserto di Nitria vescovo Agato; il primo vicario patriarcale al Cairo vescovo Michele; il segretario del Patriarca, monaco del monastero di san Paisio il Grande nel deserto di Nitria ieromonaco Kirill Amba Bishoi e altri.
All’aeroporto internazionale di Domodedovo gli ospiti sono stati ricevuti dal presidente del Dipartimento sinodale per i monasteri e il monachesimo della Chiesa ortodossa russa metropolita Feognost di Kashira, dal segretario per le relazioni inter-cristiane del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne (Decr) ieromonaco Stefan (Igumnov), dal rappresentante della Chiesa copta in Russia ieromonaco Daud El-Antoni e dai collaboratori del Decr ierodiacono Petr (Ahmatchanov), S. G. Alferov, D. E. Arakeljan e R. D. Ruban.
Il soggiorno della delegazione nella Chiesa ortodossa russa durerà fino al 1 settembre. Durante il pellegrinaggio sono previste visite ai santi luoghi e ai siti storico-culturali sul territorio delle metropolie di Mosca, Tver’, Novgorod e San Pietroburgo e dei conventi del Nord russo.
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I rapporti fra i popoli della Rus’ storica e i cristiani d’Egitto hanno le radici profonde. Dai secoli remoti gli sguardi dei nostri devoti antenati furono rivolti alle terre dell'Oriente cristiano descritti nella Bibbia. L’interesse dei pellegrini russi suscitava non solo la Palestina, la Siria e l’Asia Minore, ma anche l’Egitto, patria del monachesimo cristiano, terra in cui per alcuni anni abitò la Sacra Famiglia. Durante i pellegrinaggi ebbero luogo contatti fra i cristiani della Rus’ e d’Egitto. Fra questi ultimi la maggioranza assoluta consiste dei fedeli della Chiesa copta, la quale, assieme alle Chiese Apostolica armena, Siriaca, Malankara, Etiope e dell’Eritrea, fà parte della famiglia delle Chiese orientali antiche della tradizione pre-calcedonese. Proprio i cristiani copti sono custodi dei luoghi sacri della terra egiziana e continuatori delle tradizioni monastiche fondate dai rappresentanti di questo popolo antico – santi Antonio il Grande, Paolo di Teba, Macario il Grande, Paisio il Grande, Pacomio il Grande e molti altri.
Negli anni 1845 e 1850 il capo della Missione spirituale russa a Gerusalemme archimandrita Porfirij (Uspenskij) visitò l’Egitto e si può ancora oggi vedere il suo autografo su un muro della cattedrale principale della lavra copta di sant’Antonio il Grande nel Deserto orientale vicino al Mar Rosso. Allora, scrisse non poche monografie dedicate alla Chiesa copta. Fra i copti stessi queste opere erano abbastanza famose ancora nel diciannovesimo secolo, come anche gli scritti di santi russi Filaret di Mosca, Feofan il Recluso, Ignatij (Brjancianinov), Ioann di Kronstadt.
I contatti ufficiali ebbero luogo anche al livello più alto. Per esempio, il Patriarca copto Pietro VII incontrò diverse volte i delegati dell’imperatore Nicola I, mentre l’ambasciatore russo a Costantinopoli A. B. Lobanov-Rostovskij mantenne la corrispondenza con il Patriarca Cirillo IV. L’imperatore Alessandro III aveva una grande autorevolezza nel popolo copto e dopo la sua morte nel 1894 nella cattedrale di san Marco al Cairo fu celebrato l’ufficio funebre. Dei vescovi della Chiesa copta erano presenti alla cerimonia dell’incoronazione dell’imperatore Nicola II nel 1896 a Mosca.
Nel periodo dal 1917 al 1943 la Chiesa russa si trovava nelle condizioni di persecuzione atea e d’isolazione forzata e non aveva la possibilità di mantenere i rapporti con la Chiesa copta, come anche con altre Chiese. Però appena ricevuta tale possibilità, i contatti sono stati ripresi. Già nel 1945 ebbe luogo la prima visita del Primate della Chiesa ortodossa russa in Egitto – Sua Santità Aleksij I visitò questo paese. Allora al Cairo è stata istituita la rappresentanza del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ presso il Patriarca d’Alessandria e di tutta l’Africa, fra i compiti della quale era anche quello di mantenere i rapporti sia con la Chiesa ortodossa alessandrina che con la Chiesa copta. La seconda volta Sua Santità il Patriarca Aleksij visitò l’Egitto e incontrò il Patriarca copto Cirillo VI nel 1960. Le delegazioni della Chiesa copta venivano invitate ai festeggiamenti panecclesiali della Chiesa ortodossa russa e, fra l’altro, erano presenti ai Concili locali del 1971 e del 1990. Nel 1991 Sua Santità il Patriarca Aleksij II visitò l’Egitto e nel 2010 lo visitò Sua Santità il Patriarca Kirill.
Un contributo notevole nell'attivizzazione dei contatti inter-ecclesiali con la parte copta fu fatto dal presidente del Decr metropolita Nikodim di Leningrado e Novgorod, il quale da archimandrita e rettore della Missione spirituale russa a Gerusalemme personalmente visitò l'Egitto varie volte ancora alla fine degli anni 1950. Diventato presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, egli continuò a prestare molta attenzione a questi contatti.
Il primo Primate della Chiesa copta che visitò il Patriarcato di Mosca fu il Patriarca Shenuda III (1972). Nel 1988 egli a capo di una grande delegazione copta visitò la Chiesa ortodossa russa per la seconda volta, partecipando alle solennità in occasione del millennario del Battesimo della Rus’. In 2008 e 2009, sulla benedizione del Patriarca Shenuda, le delegazioni copte erano presenti ai funerali di Sua Santità il Patriarca Aleksij II e all’intronizzazione di Sua Santità il Patriarca Kirill. I rappresentanti della Chiesa ortodossa russa visitarono il Cairo nel 2012 per assistere ai funerali del Patriarca Shenuda III e all’intronizzazione del Patriarca Tawadros II.
Durante la visita del Patriarca Tawadros II in Russia dal 28 ottobre al 4 novembre 2014 e il suo incontro con Sua Santità Kirill, Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ è stato stipulato l’accordo di ampliare la collaborazione, per esempio, è stata istituita la Commissione speciale per il dialogo fra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa copta. Adesso fra le due Chiese si svolge scambio regolare delle delegazioni e si realizzano dei progetti congiunti, anche nella sfera di consultazioni teologiche bilaterali e nelle sfere accademica, di media, sociale e giovanile. L’Egitto occupa un posto importante nel contesto degli sforzi sistematici della Chiesa ortodossa russa per sostenere i cristiani. La Chiesa copta, la più grande nel Medio Oriente e nell’Africa del Nord,è un partner importante del Patriarcato di Mosca nella realizzazione degli sforzi umanitari in queste regioni.
Una delle direzioni chiave della cooperazione negli ultimi anni sono diventati i contatti fra i rappresentanti del monachesimo delle due Chiese. I vescovi e chierici copti si sono sempre interessati della vita dei monasteri russi, mentre la visita ai monasteri copti d’Egitto tradizionalmente faceva parte del programma di molte visite delle delegazioni ecclesiastiche russe. Nel monastero di san Bishoi (Paisio il Grande), che ha lo status di Lavra e di una delle residenze patriarcali, hanno avuto luogo tanti incontri della Commissione mista per il dialogo teologico fra la Chiesa ortodossa e le Chiese orientali antiche, le sue plenarie comprese. Storicamente, proprio i monasteri sono per i copti il centro principale della vita ecclesiale, praticamente tutti i vescovi copti sempre vivono nei monasteri e sono i loro igumeni o amministratori.
Lo studio reciproco delle tradizioni monastiche russa e copta è molto importante. Nella Chiesa copta sono ben conosciuti molti asceti russi – santi Sergio di Radonezh e Serafino di Sarov, le beate Ksenija di San Pietroburgo e Matrona di Mosca. Per la Chiesa ortodossa russa è particolamente interessante l’esperienza della conservazione della vita secondo le regole stabilite dai padri-fondatori del monachesimo nei monasteri egiziani. Sulla benedizione di Sua Santità il Patriarca Kirill, lo sviluppo di questa direzione della cooperazione con la Chiesa copta è gestito dal presidente del Dipartimento sinodale per i monasteri e il monachesimo metropolita Feognost di Kashira.
Questa cooperazione ha avuto una risonanza positiva in ambedue le Chiese. In particolare, il patrimonio spirituale dei padri del paterikon egiziano è stato il tema principale della Conferenza internazionale del Dipartimento sinodale per i monasteri e il monachesimo (Mosca, novembre del 2018). Tra 2018 e 2021 gli antichi monasteri d’Egitto sono stati spesso visitati dai gruppi dei mass media della Chiesa ortodossa russa, che hanno fatto una serie di progetti documentari dedicati alla storia e alla vita contemporanea della Chiesa copta. Il suo patrimonio spirituale include sia la tradizione dell’ascesi antica che la testimonianza dei nuovi martiri, gli ultimi dei quali sono morti per Cristo nel 2015 sulla costa del Mediterraneo in Libia.