I rappresentanti delle chiese catturate della Chiesa ortodossa ucraina si sono rivolti alle autorità del paese
Il 22 febbraio 2021 i partecipanti del congesso deirappresentanti delle chiese catturate della Chiesaortodossa ucraina hanno approvato l’appello alleautorità dell’Ucraina: al Presidente dell’Ucraina V. A. Zelenskij, al primo ministro D. A. Shmygal, allo speaker del Consiglio supremo dell’Ucraina D. A. Razumkov e ai deputati di quest’organo legislativo.
Nell’appello, fra l’altro, si dice:
“Noi, partecipanti al congresso dei rappresentanti delle parrocchie delle chiese catturate della Chiesa ortodossa ucraina (in seguito, COU), ci rivolgiamo a voi con la richiesta di difendere il valore più grande – la nostra vita e anche la salute e la sicurezza nostre e dei membri delle nostre famiglie.
Ci rivolgiamo a voi a nome dei fedeli della nostra Chiesa i quali durante le catture delle chiese hanno avuto lesioni gravi: teste perforate, braccia rotte, molte percosse. Ci rivolgiamo anche a nome di tanti chiericii quali, senza alcun motivo, vengono chiamati incontinuità per interrogatori nella polizia e soffrono umiliazioni.
Ci rivolgiamo a voi a nome della famiglia delsacerdote della Chiesa ortodossa ucraina LeonidDelikatnyj, la cui salute è stata irremediabilmente compromessa a causa delle minacce incessanti, del ricatto, della pressione psicologica legati alle tentative di trasferire a forza la sua comunità religiosa ad un’altra confessione.
Ci rivolgiamo a voi a nome di Cristina Velusciak, unaragazza della Provincia di Chernivtsi, che non è stata ammessa al ballo scolastico perché frequenta “la Chiesa sbagliata”, e a nome di altri parrocchiani dellaCOU che soffrono delle limitazioni dei diritti civili a causa della loro fede.
Ci rivolgiamo a voi a nome delle famiglie numerose dei sacerdoti della COU, le quali vengono cacciate fuori dalle case loro dai raider che rendono i piccoli bambini senzatetto.
Ci rivolgiamo a voi a nome della gente semplice datutte le parti dell’Ucraina cui hanno preso oppurecercano di prendere (tramite la riregistrazione illecitadegli statuti delle parrocchie alle amministrazionistatali di provincie) le chiese che furono frequentateancora dai loro nonni e bisnonni.
Sottolineiamo che, essendo la più grande comunità religiosa dell’Ucraina, noi purtroppo stiamo perperdere la speranza per la garanzia del diritto allalibertà religiosa da parte delle autorità statali e del governo supremo. La legislazione in vigore, che deveregolare i rapporti giuridici nella sfera religiosa nellostato, al contrario, rafforza la divisione della società, dividendo le persone tra loro e le altre, e questo porta alla crescita del numero delle contrapposizioniinterconfessionali, al rafforzamento dell’odio religioso e dei conflitti nello stato. La legge ucraina № 2673-VIII “Sul inserimento delle modifiche ad alcune leggidell’Ucraina riguardanti la subordinazione delle organizzazioni religiose e la procedura della registrazione statale delle organizzazioni religiose con lo status della persona giuridica” del 17.01.2019 e la legge ucraina № 2662-VIII “Sul inserimento delle modifiche al articolo 12 della legge dell’Ucraina “Sulla libertà di coscienza e sulle organizzazioni religiose”riguardanti i nomi delle organizzazioni (associazioni) religiose che sono incluse nella struttura (fanno parte) di una organizzazione (associazione) religiosa, il cui centro governativo (gestione) si trova al di fuori dell’Ucraina in uno stato riconosciuto dalla legge come tale quale ha fatto l’aggressione militare contro l’Ucraina e/o occuppato temporaneamente una parte del territorio dell’Ucraina” del 20.12.2018 (in seguito, le leggi) violano gravemente il principio costituzionale della separazione dello stato dalla chiesa.
Dichiariamo la nostra preoccupazione profonda delfatto che negli ultimi anni il Ministero della culturadell’Ucraina, attraverso abusi e manipolazioni, adoperaqueste leggi anticostituzionali esclusivamente contro la Chiesa ortodossa ucraina e con un trattamento coatto cerca di privarla del suo nome proprio. I funzionari dello stato violano il principio di uguaglianza di tutte le confessioni religiose e limitano i diritti di una sola organizzazione religiosa fra le altre, ciò che è la discriminazione religiosa dei milioni di cittadini fedeli della Chiesa ortodossa ucraina. Le autorità stataliintervengono negli affari interni della Chiesa eimpongono la loro comprensione della sua struttura religiosa e gerarchica. Vengono trasgredite le normedella Costituzione dell’Ucraina che escludono lapossibilità di stabilire requisiti speciali ai nomi delle organizzazioni religiose e regolamentano il diritto di ognuno di professare qualsiasi religione. Perciò lecomunità religiose della COU si trovano sotto lapressione continua fra le autorità statali e i raider, siamo privi della possibilità d’inserire modifiche neidocumenti costitutivi, cambiare i responsabili, aprire conti bancari, utilizzare i servizi dei notai, redigere i diritti alle terre sotto gli edifici ecclesiastici ecc.
Alcune organizzazioni pseudoreligiose svolgono azioniprovocatorie che destabilizzano la società ucraina. Neimass media e internet si diffonde disinformazioneriguardo agli eventi religiosi che scredita la Chiesa ortodossa ucraina. Sono aumentati numericamente i crimini nella sfera religiosa e i processi giudiziari di appelli agli atti del governo e altri. L’uso delle leggianticostituzionali da parte dei raider porta al peggioramento del livello della libertà religiosa in Ucraina e alla formazione degli impedimenti seri al servizio spirituale e sociale delle Chiese e delle organizzazioni religiose.
Le leggi sul cambiamento coatto del nome e della subordinazione non corrispondono alla Costituzione dell’Ucraina né ai trattati internazionali sui diritti umani. In particolare, le norme delle liggicontraddicono alle norme della Convenzione sulla protezione dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, del Patto Internazionale sui diritti civili e politici e della Dichiarazione Universale dei diritti umani sulla tutela del diritto alla libertà religiosa.
Le comunità religiose della COU si trovano in una posizione disuguale rispetto alle altre organizzazioni religiose dell’Ucraina. La riregistrazione coatta, ilcambiamento dei nomi delle organizzazioni(associazioni) religiose e della subordinazione nelle questioni canoniche sono un intervento diretto nella libertà religiosa. Il diritto all’autonomia delleorganizzazioni religiose è garantito dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e si riflette in numerose decisioni della Corte europea dei diritti dell’uomo. Unaorganizzazione religiosa ha il diritto di scegliere da sola il suo nome e di cambiarlo, e lo stato non ha il diritto di forzarla. Le leggi violano direttamente l’articolo 35 della Costituzione dell’Ucraina, l’articolo 9 della Convenzione sulla protezione dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, l’articolo 18 del Patto Internazionale sui diritti civili e politici del 1966, l’articolo 18 della Dichiarazione Universale dei diritti umani del 1948”.
Rivolgendosi al capo dello stato V. A. Zelenskij, ifedeli della Chiesa ortodossa ucraina cha hannopartecipato al congresso sottolineano: “Egregio Signor Presidente, siamo il popolo, i cittadini dello stato unico dell’Ucraina, e siamo molto preoccupati del fatto che la politica statale in corso è diretta contro i milioni di cittadini fedeli della Chiesa ortodossa ucraina. Siamotutti ucraini, veri patrioti che amano e rispettano la loroterra natale, lavoriamo con coscienza, curiamo i malati, esiguiamo il dovere militare in buona fede, paghiamo le tasse, sviluppiamo varie sfere della vita sociale. La Chiesa non ha mai diviso, non divide e non dividerà mai i suoi figli secondo l’origine, lo status sociale, la nazionalità, la lingua o le preferenze politiche. Lepreferenze e contraddizioni politiche non devono dividere genitori e figli, coppie sposate, amici e colleghi. La politica non deve seminare le zizzanie d’odio e di cattiveria nei nostri cuori. Il mantenimentodella pace nella società e della tranquillità nel vortice degli eventi attuali e delle pandemie è il nostro dovere comune”.
I partecipanti hanno chiamato il Presidente ad usare ipoteri conferitigli dalle leggi ucraine e prendere lemisure urgenti ed efficaci per difendere i diritti costituzionali dei cittadini fedeli della Chiesa ortodossa ucraina e presentare al Consiglio supremo dell’Ucraina un progetto d’iniziativa legislativa che abolisca la legge ucraina № 2673-VIII e la legge ucraina № 2662-VIII, le quali, oltre a violare i diritti e le libertà costituzionali dei cittadini dell’Ucraina, minacciano l’autorevolezza del nostro stato al livello internazionale e mettono in dubbio la sincerità delle aspirazioni eurointegrali, la cui realizzazione è impossibile nelle condizioni della violazione dei diritti e delle libertà dell’uomo e degli strati di popolazione particolarmente vulnerabili cui appartengono i credenti.
Con una chiamata simile i partecipanti si sono rivolti anche al primo ministro, allo speaker e ai deputati del Consiglio supremo.
I partecipanti al congresso dei rappresentanti dellechiese catturate hanno chiesto a D. A. Shmygal diintrodurre la moratoria su qualsiasi azione di cambiamento dell’appartenenza confessionale e del cambiamento coatto dei nomi delle comunità religiose della Chiesa ortodossa ucraina prima del inserimento delle modifiche nella legge del Ucraina “Sulla libertà di coscienza e sulle organizzazioni religiose” .
Gli appelli alle autorità statali dell’Ucraina finiscono con la chiamata ad “unire gli sforzi e le risorse per la creazione delle condizioni d’uguaglianza e di sicurezza per la vita in Ucraina e per lo sradicamento di tutte le forme di violenza verso la gente credente” .