Sull’atteggiamento ortodosso nei confronti della nuova pratica di benedizione “delle coppie in situazioni irregolari e di coppie dello stesso sesso” nella Chiesa cattolica romana
Introduzione
Una nuova pratica di benedizioni “di coppie in situazione irregolare e di coppie dello stesso sesso”[1] è presentata nel documento Fiducia supplicans (dal latino “la fiducia supplicante”), adottato dal Dicastero per la Dottrina della Fede della Chiesa cattolica romana. Pubblicato dalle risorse ufficiali del Vaticano il 18 dicembre 2023, il documento è stato firmato dal Prefetto del Dicastero, Cardinale Manuel Fernández, e dal Segretario per la Sezione Dottrinale, Armando Matteo, essendo stato approvato e firmato da Papa Francesco.
La Dichiarazione Fiducia supplicans risponde alle domande dell’opinione pubblica cattolica circa il Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede a un dubium riguardante la benedizione di coppie omosessuali[2] del 22 febbraio 2021, il quale ha ribadito inequivocabilmente l’impossibilità di benedire “le unioni tra persone dello stesso sesso”. Questa posizione univoca ha subito modifiche nel nuovo documento del Dicastero per la Dottrina della Fede, approvato dal Papa, che suggerisce di riconoscere la possibilità di benedire le coppie “in situazioni irregolari” e le “unioni di persone dello stesso sesso” in determinate condizioni.
Le idee espresse in Fiducia supplicans costituiscono una deviazione considerevole dall'insegnamento morale cristiano e richiedono un'analisi teologica.
1. Sulla comprensione “classica” e “ampliata” delle benedizioni nella Fiducia supplicans
Secondo la Dichiarazione, l'attributo fondamentale di una benedizione è che essa ha come scopo “la lode di Dio e il profitto spirituale del suo popolo”[3]. L’interpretazione “classica”[4] delle benedizioni “richiede che quello che si benedice sia conforme alla volontà di Dio espressa negli insegnamenti della Chiesa”[5].
Tuttavia, come spiegato più avanti, la logica alla base del documento mira ad “ampliare” e “arricchire” la comprensione classica delle benedizioni. Come sottolinea il documento, la nuova interpretazione si basa sul parere di Papa Francesco riguardo alla possibilità di “forme di benedizione, richieste da una o più persone, che non trasmettano una concezione errata del matrimonio”[6]. Questa opinione è stata espressa nella Risposta ai Dubia presentati da due cardinali, pubblicata sul sito ufficiale del Vaticano nel 2023[7]. Lì si trova l'appello a non “perdere la carità pastorale” e a evitare di essere “giudici che solo negano, respingono ed escludono”[8], il quale ha spinto il Dicastero a offrire “un contributo specifico e innovativo al significato pastorale delle benedizioni, che permette di ampliarne e arricchirne la comprensione classica strettamente legata a una prospettiva liturgica”[9].
L’“ampliamento” della comprensione delle benedizioni si basa su un’unica tesi: che molteplici orientamenti morali “potrebbero porre in ombra la forza incondizionata dell’amore di Dio su cui si fonda il gesto della benedizione”[10]. Sulla base di questa tesi, gli autori della Dichiarazione suggeriscono di evitare le situazioni nelle quali per la ricezione della benedizione si pretendono “le stesse condizioni morali che si chiedono per la ricezione dei sacramenti”[11].
L’assenza di requisiti morali per i destinatari delle benedizioni viene spiegata dal desiderio di non oscurare l’amore di Dio. Tuttavia, l’amore di Dio per l’uomo non può servire come base per la benedizione delle coppie che vivono in una unione peccaminosa. Dio ama l'uomo, ma lo chiama anche alla perfezione: “Sii perfetto, come è perfetto il Padre tuo celeste” (Mt 5,48). L'amore divino spinge le persone a rinunciare al peccato che distrugge la vita. Di conseguenza, la pastorale deve coniugare armoniosamente un chiaro messaggio sull’inammissibilità di uno stile di vita peccaminoso con l’amore che porta al pentimento.
Il documento non chiarisce cosa significhi “situazione irregolare”. Poiché le “coppie dello stesso sesso” costituiscono una categoria separata nella Dichiarazione, possiamo presumere che la “situazione irregolare” implichi una convivenza tra un uomo e una donna che non è santificata dal sacramento del matrimonio.
Fiducia supplicans non dice nulla sulla necessità di “regolamentare” canonicamente tali rapporti prima di ricevere una benedizione. Pertanto, il documento introduce una certa forma di legittimazione indiretta di ciò che è, in sostanza, illegittimo, nonostante preveda che nel chiedere tale benedizione le persone nella convivenza “irregolare” non devono intendere di “legittimare nulla ma soltanto aprire la propria vita a Dio, chiedere il suo aiuto per vivere meglio, ed anche invocare lo Spirito Santo perché i valori del Vangelo possano essere vissuti con maggiore fedeltà.”[12].
La nozione di peccato è menzionata più volte nella Dichiarazione, ma esclusivamente nel contesto dell’amore, del perdono e della benedizione di Dio: “Il peccato del mondo è immenso, ma non è infinito”[13]; “noi per Dio siamo più importanti di tutti i peccati che noi possiamo fare”[14]; “quando si prende coscienza dei doni del Signore e del suo amore incondizionato, anche in situazioni di peccato, particolarmente quando una preghiera trova ascolto, il cuore del credente innalza a Dio la sua lode e lo benedice”[15]; “la stessa liturgia della Chiesa ci invita a quest’atteggiamento fiducioso, anche in mezzo ai nostri peccati”[16]; “anche quando il rapporto con Dio è offuscato dal peccato, si può sempre chiedere una benedizione, tendendo la mano a lui, come fece Pietro nella tempesta”[17].
La Dichiarazione non dice nulla sulla lotta contro il peccato, sulla rinuncia a uno stile di vita peccaminoso o sul fornire aiuto pastorale a un credente per vincere il peccato. Il testo, così come è scritto, ci porta alla conclusione che uno stile di vita peccaminoso non è un ostacolo alla comunione con Dio. La Dichiarazione non menziona il Sacramento della Penitenza come fonte essenziale della grazia divina per tutti coloro che desiderano rettificare nella loro vita tutto ciò che non è in consonanza con la volontà di Dio.
Merita un’attenzione particolare l’opinione di Papa Francesco sulle motivazioni che spingono le persone a chiedere la benedizione. Nella Dichiarazione si legge: “Quando si chiede una benedizione, si sta esprimendo una richiesta di aiuto a Dio, una supplica per poter vivere meglio, una fiducia in un Padre che può aiutarci a vivere meglio”[18]. Applicando ciò alle coppie che vivono in unioni peccaminose, è impossibile concordare sul fatto che tutti coloro che chiedono una benedizione sono guidati proprio da questo motivo. Per le persone che sono consapevoli del pericolo spirituale della loro condizione e desiderano chiedere aiuto a Dio, può essere più naturale e giusto chiedere una benedizione e un aiuto spirituale individualmente piuttosto che in coppia, al fine di rafforzare la loro determinazione a rompere con uno stile di vita peccaminoso. È probabile che una coppia che chiede una benedizione, pur non dimostrando alcun desiderio di rinunciare al proprio stile di vita peccaminoso, vorrebbe in realtà ricevere la legittimazione del loro rapporto che non corrisponde alle norme della vita cristiana, e mettere così a posto la propria coscienza.
2. Sulla benedizione delle “coppie dello stesso sesso”
Secondo gli autori della Dichiarazione, la Chiesa cattolica romana vede il matrimonio come “unione esclusiva, stabile e indissolubile tra un uomo e una donna, naturalmente aperta a generare figli”[19]. Tale comprensione concorda con l’insegnamento ortodosso espresso, in particolare, nel documento della Chiesa ortodossa russa sugli aspetti canonici del matrimonio ecclesiale, che dice: “La Chiesa afferma che non riconosce e non riconoscerà mai le unioni tra persone dello stesso sesso come matrimonio indipendentemente dal loro riconoscimento o non riconoscimento da parte della legge civile, così come non riconoscerà altre forme di convivenza che contravvengono alla definizione del matrimonio data sopra come unione tra un uomo e una donna»[20].
Tuttavia, pur sottolineando l’inviolabilità della concezione del matrimonio come unione tra un uomo e una donna benedetta dalla Chiesa, Fiducia supplicans proclama la possibilità di benedire “le coppie dello stesso sesso”. L'intera sezione del documento dedicata a tali benedizioni è in netto contrasto con l'insegnamento morale cristiano.
Il documento, infatti, equipara la convivenza tra persone dello stesso sesso alla convivenza eterosessuale extraconiugale. Tuttavia, la convivenza extraconiugale tra persone di sesso diverso viene trattata nel diritto canonico della Chiesa cattolica romana, mentre la benedizione delle “coppie dello stesso sesso” è un fenomeno nuovo.
Secondo il documento, le persone che vivono in tale convivenza non hanno bisogno di cambiare il loro modo di vivere per ricevere una benedizione. Senza alcun prerequisito, coloro “che, riconoscendosi indigenti e bisognosi del suo aiuto, non rivendicano la legittimazione di un proprio status, ma mendicano che tutto ciò che di vero di buono e di umanamente valido è presente nella loro vita e relazioni, sia investito, sanato ed elevato dalla presenza dello Spirito Santo”[21] possano ricevere una benedizione, che viene concessa “affinché le umane relazioni possano maturare e crescere nella fedeltà al messaggio del Vangelo, liberarsi dalle loro imperfezioni e fragilità ed esprimersi nella dimensione sempre più grande dell’amore divino”[22].
In relazione alla benedizione delle “coppie dello stesso sesso”, la suddetta comprensione “ampliata” causa un disaccordo fondamentale. Se la benedizione è intesa a sanare i rapporti umani mediante la presenza dello Spirito Santo, in questo caso la guarigione non può che significare la rottura dei rapporti peccaminosi. Per “maturare e crescere nella fedeltà al Vangelo”, tale coppia deve abbandonare le relazioni che non sono fedeli al messaggio evangelico. Altrimenti la benedizione diventa una giustificazione del peccato. Pertanto, la logica della Dichiarazione può essere considerata contraria all’insegnamento morale cristiano.
Va anche notato che le persone legate da unioni peccaminose sono chiamate “indigenti”[23], come se l’imperfezione morale non implicasse la loro scelta consapevole e libera. L’enfasi si sposta dalla riflessione sulla decisione morale di un peccatore alla sua situazione disperata.
Nella Fiducia supplicans non vi è alcuna qualificazione di convivenza tra persone dello stesso sesso come peccaminosa. Al contrario, la Chiesa ortodossa russa, che riflette sulle relazioni omosessuali nel suo documento intitolato “I fondamenti della concezione sociale”, definisce esplicitamente e inequivocabilmente l’omosessualità “una distorsione peccaminosa della natura umana, che viene superata con lo sforzo spirituale che porta alla guarigione e crescita personale dell’individuo”[24].
Fiducia supplicans equipara la benedizione delle “coppie dello stesso sesso” a quella delle “coppie in situazioni irregolari”. In entrambi i casi la benedizione è considerata al di fuori dell'ambito del sacramento del matrimonio o dei riti liturgici stabiliti. Detto questo, le raccomandazioni pratiche contenute nel documento sono ambigue, così come i principi teologici che ne sono alla base.
Secondo il documento, “la prudenza e la saggezza pastorale possono suggerire che, evitando forme gravi di scandalo o confusione fra i fedeli, il ministro ordinato si unisca alla preghiera di quelle persone che, pur in una unione che in nessun modo può essere paragonata al matrimonio, desiderano affidarsi al Signore e alla sua misericordia, invocare il suo aiuto, essere guidate a una maggiore comprensione del suo disegno di amore e verità”[25]. La forma delle benedizioni di “in situazioni irregolari di coppie dello stesso sesso...non deve trovare alcuna fissazione rituale da parte delle autorità ecclesiali, allo scopo di non produrre una confusione con la benedizione propria del sacramento del matrimonio”[26].
In altre parole, gli autori della Dichiarazione vedono il pericolo non nella “situazione irregolare” in sé o nella convivenza tra persone dello stesso sesso, ma nella tentazione o confusione che potrebbe sorgere tra i credenti se una benedizione sacerdotale avesse una somiglianza esteriore con il Sacramento del matrimonio. Per evitare le stesse conseguenze, la Dichiarazione precisa che la benedizione di tali coppie “non è inserita in un rito liturgico”[27].
Per risolvere il conflitto tra l’insegnamento della Chiesa sul matrimonio come unione tra un uomo e una donna, da un lato, e la pratica “innovativa” di benedire le “coppie dello stesso sesso” introdotta dalla Dichiarazione dall’altro, gli autori affermano che tali benedizioni dovrebbero essere “spontanee”: “La sensibilità pastorale dei ministri ordinati dovrebbe essere educata anche ad eseguire spontaneamente benedizioni che non si trovano nel Benedizionale”[28].
Pertanto, gli ecclesiastici sono direttamente incoraggiati a inventare riti che non si trovano nel Benedizionale (De Benedictionibus), contenente i riti per benedire persone di diversi gruppi e status sociali. La benedizione delle “coppie dello stesso sesso” e delle coppie in rapporti “irregolari” viene messa sullo stesso piano della benedizione dei diversi gruppi sociali. Tuttavia, questo approccio implica anche che non è necessario che ciò che viene benedetto sia in accordo con la volontà di Dio. I sacerdoti, invece, sono invitati a benedire “spontaneamente”[29] le coppie che si trovano in una convivenza incompatibile con l’insegnamento morale della Chiesa.
In varie forme, il documento esprime ripetutamente la preoccupazione che queste “benedizioni non ritualizzate non…diventino un atto liturgico o semi-liturgico, simile a un sacramento”[30]. Ma la ragione è che una tale ritualizzazione “costituirebbe un grave impoverimento, perché sottoporrebbe un gesto di grande valore nella pietà popolare ad un controllo eccessivo, che priverebbe i ministri della libertà e della spontaneità nell’accompagnamento pastorale della vita delle persone”[31].
In altre parole, il pericolo, secondo il documento, non è che la benedizione di tali coppie assomigli ad un'approvazione della convivenza illecita dal punto di vista della Chiesa ma solo che, nel caso somigli alle forme liturgiche stabilite, renderà eccessivamente formale l’atto che si vede come “spontaneo”.
Proprio per questo motivo, gli autori del documento ritengono che “non si deve né promuovere né prevedere un rituale per le benedizioni di coppie in una situazione irregolare”. Tale benedizione “non dovrebbe mai essere impartita in concomitanza con le cerimonie di un’unione civile, e nemmeno in connessione con esse… Lo stesso vale quando la benedizione è richiesta da una coppia dello stesso sesso”. Invece «può trovare la sua collocazione in altri contesti, quali la visita a un santuario, l’incontro con un sacerdote, la preghiera recitata in un gruppo o durante un pellegrinaggio»[32].
Tutte le raccomandazioni sopra menzionate servono come tentativo di evitare di definire peccaminosa la “convivenza tra persone dello stesso sesso”, per evitare di sottolineare la necessità che le persone rinuncino a uno stile di vita peccaminoso. Invece, creano l’illusione che anche una scelta consapevole a favore di uno stile di vita peccaminoso non privi la coppia della benedizione di Dio.
3. Reazione alla Dichiarazione nel mondo cattolico
La Dichiarazione Fiducia supplicans ha provocato una reazione di vasta portata nel mondo cattolico. Una risposta positiva è arrivata dai rappresentanti dell'ala liberale all'interno della Chiesa cattolica romana e dalle minoranze sessuali. Allo stesso tempo, moltissimi cattolici tradizionalisti sono rimasti profondamente delusi. Anche diversi organismi locali della Chiesa cattolica esprimono il loro disaccordo con il documento.
Ad esempio, il 19 dicembre 2023, l’arcidiocesi cattolica romana di Astana ha rilasciato una dichiarazione che dice, in particolare: “Tale benedizione contraddice direttamente e seriamente la Divina Rivelazione, la dottrina e la pratica ininterrotta e bimillenaria della Chiesa cattolica. Benedire le coppie in situazione irregolare e le coppie omosessuali costituisce un grave abuso del Santissimo Nome di Dio, poiché tale nome è invocato su un'unione oggettivamente peccaminosa di adulterio o di attività omosessuale”[33].
Nella sua dichiarazione del 20 dicembre 2023, la Conferenza episcopale cattolica della Nigeria ha sottolineato che “l’insegnamento della Chiesa cattolica sul matrimonio rimane immutato. Non esiste quindi nella Chiesa la possibilità di benedire le unioni tra persone dello stesso sesso»[34].
Secondo la dichiarazione diffusa dalla Conferenza episcopale dell’Ungheria il 27 dicembre 2023, “i ministri ordinati possono benedire tutte le persone individualmente, indipendentemente dalla loro identità di genere e dal loro orientamento sessuale, ma dovrebbero sempre evitare la benedizione comune per le coppie che vivono insieme in un’unione non coniugale o in un matrimonio non valido per la Chiesa, o che convivono in un'unione omosessuale”[35].
Il 1° febbraio 2024, la Conferenza dei vescovi cattolici della Bielorussia ha pubblicato un comunicato in cui si legge: “La Chiesa cattolica in Bielorussia non intende mettere in pratica la possibilità offerta dalla Dichiarazione di benedire le coppie che vivono in un'unione irregolare e le coppie dello stesso sesso…A chiunque ne faccia richiesta può essere impartita una benedizione extraliturgica. Bisogna però sempre evitare di impartire la benedizione specificamente alle coppie che vivono nel cosiddetto “matrimonio civile”, così come a quelle che vivono un matrimonio canonicamente invalido o alle coppie dello stesso sesso. Una tale benedizione può essere percepita dagli altri credenti come un consenso al peccato”[36].
Il rapporto sulla riunione plenaria LIX della Conferenza dei Vescovi Cattolici della Russia (CCER), tenutasi dal 28 al 29 febbraio 2024, afferma: “Tenendo conto dei malintesi sorti sulla Dichiarazione Fiducia supplicans, la Conferenza dei vescovi cattolici della Russia ha ritenuto necessario sottolineare che l’insegnamento cattolico sulla famiglia e sul matrimonio rimane immutato… Per evitare tentazioni e confusioni, la Conferenza sottolinea che non è lecito benedire qualsiasi tipo di coppia che persista nei rapporti irregolari dal punto di vista della morale cristiana (convivenza, secondo matrimonio, unione omosessuale)”[37].
Conclusioni
La Dichiarazione Fiducia supplicans, pur ribadendo formalmente la propria adesione alla concezione cristiana del sacramento del matrimonio e alla pratica delle benedizioni, postula in realtà una netta deviazione dalla fedeltà ad essi. Come ha mostrato l'analisi, questa deviazione segna un rifiuto dell'ideale morale cristiano.
Oltre all'interpretazione “classica” delle benedizioni come relativa al compimento della volontà di Dio da parte di coloro che vengono benedetti, il documento introduce la nuova interpretazione che non è e non può essere sopportata dalla Sacra Scrittura in quanto la pratica delle benedizioni da essa introdotta è in radicale conflitto con l’insegnamento morale biblico.
La comprensione unilaterale e incompleta dell’amore di Dio per l’uomo offerta dalla Dichiarazione sembra molto pericolosa dal punto di vista teologico. Sulla base di questa comprensione, le nozioni di peccato e pentimento vengono praticamente rimosse dalla relazione tra Dio e l’uomo, il che porta a una logica paradossale, secondo la quale le persone in relazioni peccaminose ricorrono non al pentimento e allo sforzo spirituale, ma a qualche forma di benedizione della loro vita, sperando di ricevere “guarigione” ed “elevazione”. Allo stesso tempo, nella Dichiarazione non è articolato che prima della “guarigione” e dell’“elevazione” la persona debba almeno avere l’intenzione di rinunciare alla relazione peccaminosa.
Nel contesto dei processi in corso nella comunità cristiana, questo documento può essere considerato come un passo verso il pieno riconoscimento delle “unioni tra persone dello stesso sesso” come norma da parte della Chiesa cattolica romana, cosa che è già avvenuta in molte comunità protestanti.
Tutti i credenti, compresi quelli con inclinazioni omosessuali, hanno bisogno di una pastorale che, però, deve essere finalizzata non a legittimare uno stile di vita peccaminoso, ma a guarire l'anima di una persona afflitta, come è giustamente scritto nei “Fondamenti della concezione sociale della Chiesa ortodossa russa”: “I desideri omosessuali, così come altre passioni che torturano l'uomo caduto, vengono guariti dai sacramenti, dalla preghiera, dal digiuno, dal pentimento, dalla lettura delle Sacre Scritture e degli scritti patristici, nonché dalla comunione cristiana con credenti pronti per dare sostegno spirituale. Pur trattando con responsabilità pastorale le persone con inclinazioni omosessuali, la Chiesa è risolutamente contraria ai tentativi di presentare questa tendenza peccaminosa come una “norma””[38].
Nonostante la Dichiarazione Fiducia supplicans sia un documento interno della Chiesa cattolica, la Chiesa ortodossa russa ritiene suo dovere rispondere a innovazioni così radicali che rifiutano la norma della moralità cristiana rivelata da Dio. Pur accogliendo con amore materno e misericordia ogni singolo peccatore che chiede la sua benedizione, la Chiesa non può benedire in alcuna forma le “coppie dello stesso sesso”, poiché ciò significherebbe il consenso effettivo della Chiesa a un'unione, che per sua natura è peccaminosa.
[1] Fiducia supplicans. 31.
[2] «Responsum» ad «dubium» de benedictione unionem personarum eiusdem sexus et Nota esplicativa: AAS 113 (2021), 431-434.
[3] Fiducia supplicans. 10.
[4] Fiducia supplicans. Introduzione.
[5] Fiducia supplicans. 9.
[6] Fiducia supplicans.26.
[7] Papa Francesco. Risposta ai Dubia di due cardinali. https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_risposta-dubia-2023_....
[8] Fiducia supplicans. 13.
[9] Fiducia supplicans. Introduzione.
[10] Fiducia supplicans. 12.
[11] Fiducia supplicans. 12.
[12] Fiducia supplicans. 40.
[13] Fiducia supplicans. 22.
[14] Fiducia supplicans. 27.
[15] Fiducia supplicans. 29.
[16] Fiducia supplicans. 34.
[17] Fiducia supplicans. 43.
[18] Fiducia supplicans. 21.
[19] Fiducia supplicans. 4.
[20] Sugli aspetti canonici del matrimonio ecclesiale. I.
[21] Fiducia supplicans. 31.
[22] Fiducia supplicans. 31.
[23] Fiducia supplicans. 31.
[24] Fondamenti della concezione sociale della Chiesa ortodossa russa. ХII, 9.
[25] Fiducia supplicans. 30.
[26] Fiducia supplicans. 31.
[27] Fiducia supplicans. 33.
[28] Fiducia supplicans. 35.
[29] Fiducia supplicans. 35.
[30] Fiducia supplicans. 36.
[31] Fiducia supplicans. 36.
[32] Fiducia supplicans. 40.
[33] Comunicato dell’arcidiocesi di Santa Maria ad Astana circa la Dichiarazione “Fiducia supplicans”, pubblicata dal Dicastero per la Dottrina della Fede e approvata da Papa Francesco il 18 dicembre 2023: https://catholic-astana.org/2023/12/19/zayavlenie-fiducia-supplicans/
[34] I cattolici della Nigeria rifiutano di benedire le unioni omosessuali: https://afrinz.ru/2023/12/nigerijskie-katoliki-otkazalis-blagoslovlyat-odnopolye-soyuzy/
[35] https://www.katolikus.hu/cikk/kozlemeny-52286114
[36] Comunicato della Conferenza dei vescovi cattolici della Bielorussia circa la dichiarazione dottrinale del Dicastero per la Dottrina della Fede “Fiducia Supplicans”: https://catholic.by/3/news/belarus/16874-pavedamlenne-kanferentsyi-katalitskikh-biskupa-u-belarusi-a...
[37] Comunicato informativo sulla LIX riunione plenaria della Conferenza dei vescovi cattolici della Russia: https://catholic-russia.ru/2024/informaczionnoe-soobshhenie-o-lix-zasedanii-plenarnogo-sobraniya-kon...
[38] Fondamenti della concezione sociale della Chiesa ortodossa russa. XII, 9.