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Messaggio di Sua Santità il Patriarca Kirill in occasione del 75° anniversario del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca

Sua Santità il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus’ si è congratulato con il metropolita Hilarion di Volokolamsk e gli ufficiali del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca in occasione del 75° anniversario dell’istituzione di questo dipartimento sinodale.

Eminenza ed Eccellenza Reverendissime!
Gentili collaboratori del Dipartimento!
Cari fratelli e sorelle!

CRISTO È RISORTO!

Saluto cordialmente tutti voi con queste parole gioiose e faccio gli auguri al metropolita Hilarion di Volokolamsk e ai collaboratori del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne (Decr) del Patriarcato di Mosca di una data notevole – il 75° anniversario dell’istituzione di questo dipartimento sinodale, il più vecchio nella Chiesa ortodossa russa.

Nel lontano 1946, quando, per un breve periodo, cambiò la politica statale del potere ateo verso le organizzazioni religiose, la Chiesa ebbe la possibilità di creare una tale struttura ecclesiastica, tramite cui avrebbe potuto contattare il mondo esterno. Nessuno si poteva immaginare quale ruolo nella vita della Chiesa il Dipartimento avrebbe avuto in futuro.

Nei tre quarti del secolo vissuti la nostra società e il nostro stato sono rapidamente cambiati tante volte. E per tutto questo tempo il Dipartimento ha difeso le frontiere ecclesiastiche, ha avuto un ruolo importantissimo nella costruzione dei rapporti della nostra Chiesa con le autorità e la società dei paesi della sua responsabilità canonica, con i vertici di altri stati, con i compatrioti all’estero, con le Chiese ortodosse autocefale e altre confessioni, con i rappresentanti di altre religioni. Si sviluppavano le forme dell’attività del Dipartimento, cresceva il personale dei suoi lavoratori, ma l’obbiettivo non cambiava. Il Dipartimento svolgeva e svolge il suo servizio per “la costruzione del Corpo di Cristo” (Ef. 4, 12). Non è semplicimente una metafora. La conservazione e la consolidazione dell’unità della Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa, la difesa dei suoi principi canonici e della purezza della dottrina ortodossa sono sempre stati e rimangono gli obbiettivi prioritari del Dipartimento.

Per circa 20 anni ho lavorato nel Decr come suo presidente, ma la mia partecipazione all’attività esterna della Chiesa russa è cominciata più di mezzo secolo fa, nel 1968. Posso dire con certezza che il Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne ha un’importanza strategica per tutta la Chiesa russa. È difficile sopravvalutare il suo ruolo guida nella storia contemporanea della nostra Chiesa e nella sua rinascita.

La testimonianza della verità evangelica nel mondo e la preservazione della fede apostolica non sono mai state facili. I cristiani devono evitare due estremità. Da una parte, non addatarsi allo spirito di questo mondo per non alla fine sottomettersegli. Dall’altra, non devono separarsi dal mondo cui la Chiesa è chiamata a portare la buona notizia. Per il cristianesimo sono fatali sia l’isolamento che la via di un falso consenso.

Ancora nel Vecchio Testamento, nella descrizione degli uffici dei servitori del Tempio di Gerusalemme dalla tribù di Levi, viene indicato che alcuni capi dei leviti furono “preposti al servizio esterno del tempio” (Ne. 11,16; 1 Cr. 26, 29). Per la Chiesa neotestamentaria la comunicazione con il mondo esterno è una parte particolare della missione.

La testimonianza dell’Ortodossia presuppone l’abbraccio completo della vita umana sia nella sua dimensione personale che in quella sociale “affinché gli altri uomini cerchino il Signore e tutte le genti” (At. 15, 17). E oggi questa testimonianza consiste non solo nella trasmissione dell’estimazione delle tendenze di sviluppo mondiale contemporanee alle autorità di vari paesi, oppure nell’appello a rispettare i principi di vita spirituali che definiscono l’aspetto e la coscienza dei popoli particolari, oppure nelle proteste contro la diffusione del peccato e nella difesa dell’esistenza dei valori etici assoluti nel mondo, ma anche nella necessità di servire gli uomini in tutto il mondo “per il loro bene, in vista dell’edificazione” (Rm. 15, 2).

Unendo i suoi sforzi in diverse sfere di questa testimonianza alle altre confessioni cristiane e alle religioni non cristiane, ricordando le parole del Salvatore: «chi non è contro di noi, è per noi” (Мc. 9, 40), la nostra Chiesa cerca allo stesso tempo di manifestare la forza spirituale della fede apostolica e della Sacra Tradizione, con le quali la Santa Ortodossia mantiene un collegamento continuo. Questo lavoro è particolarmente attuale oggi, quando i cristiani di tutto il mondo sono chiamati a rispondere alle difficili sfide contemporanee. E la cosa più importante è che il contenuto di questa testimonianza della nostra Chiesa non cambia mai. Cambia il tempo perciò l’apostolo specialmente ci dice: “Comportatevi saggiamente con gli estranei cogliendo le occasioni opportune” (Col. 4, 5). La saggezza necessaria si esprime nella capacità di un cristiano di conformarsi con le circostanze attuali. Mi fà piacere che i collaboratori del Dipartimento cercano sempre di seguire questa regola principale, esorcitando la loro missione e aiutando milioni di uomini a conoscere la verità dell’Ortodossia.

Ricordo con gratitudine i precedenti presidenti del Decr. Vorrei particolarmente distinguere i primi di loro, i quali con gli sforzi instancabili e sacrificali hanno messo il fondamento dell’attività multilaterale e ampia del Dipartimento. Sono il fondatore e il primo presidente del Decr il metropolita Nikolaj (Jaruscevich) di Krutitsy e Kolomna e il suo successore in questo incarico il metropolita Nikodim (Rotov) di Leningrado e Novgorod. Questi metropoliti hanno creato il Dipartimento, che dopo ha portato un carico difficile di costruire i rapporti fra la Chiesa e lo stato e la società. Non posso non ricordare i continuatori di questo lavoro – il metropolita Juvenalij (Pojarkov) e il metropolita Filaret (Vakhromeev) recentemente deceduto, i quali hanno notevolmente contribuito al consolidamento della solidarietà cristiana, della giustizia sociale, dei buoni rapporti fra i popoli.

La nostra Chiesa dovette affrontare una prova difficile nel momento della scissione dell’Unione sovietica e del crollo dei stabiliti legami sociali, che generarono divisioni e scismi. Proprio in quel tempo molto difficile di una crisi politica e statale ricadde il periodo della mia presidenza del Dipartimento. Ricordando quegli anni, ancora una volta m’accerto che siamo riusciti a soprevviverli e a conservare l’integrità della nostra Chiesa grazie alla misericordia di Dio, all’intercessione di preghiera per la nostra terra dei nuovi martiri e confessori della Chiesa russa, alla fede della gente e alla sua responsabilità del destino delle generazioni future.

Tuttavia, e oggi non è solo un tempo della rinascita ecclesiale, ma anche delle nuove sfide. Quelle più attuali e scottanti sono lo scisma dell’Ortodossia mondiale provocato dal Patriarca di Costantinopoli e l’emersa a causa di questo necessità degli sforzi per difendere l’integrità della nostra Chiesa. L’intromissione dei politici negli affari ecclesiastici che abbiamo visto in Ucraina, un tentativo di distruggere l’unità della Chiesa russa a fovore delle idee geopolitiche e di un beneficio momentaneo è un crimine davanti al popolo e alle generazioni future. Perché quest’unità è un fatto storico, una componente importantissima e indissolubile della comunione spirituale e culturale dei nostri popoli fraterni – dei russi, ucraini, bielorussi, moldavi, lettoni, estoni e molti altri.

Molto esigente oggi è l’attività per difendere i cristiani perseguitati in tutto il mondo, soprattutto nel Medio Oriente e in Africa. Sono convinto che la Chiesa russa in collaborazione con altre confessioni cristiane e comunità religiose alzerà sempre la sua voce in difesa dei cristiani perseguitati sia nel dialogo con i leader politici, religiosi e sociali che in varie organizzazioni statali e sociali internazionali, rammentando al mondo la situazione reale dei nostri fratelli e sorelle sofferenti.

Fra gli obbiettivi della nostra Chiesa nella sfera delle relazioni esterne non posso non menzionare seguenti:

· La difesa dei valori evangelici nell’area della civiltà mondiale;

· Gli sforzi per superare le divisioni nella famiglia delle Chiese ortodosse;

·  Lo sviluppo ulteriore dei rapporti con le comunità cristiane in tutto il mondo, dai quali è cominciata una volta la storia del Dipartimento e i quali occupano una parte importante e dinamica del suo lavoro;

·  La partecipazione attiva al lavoro delle organizzazioni inter-cristiane necessaria per trasmettere la nostra posizione all’ampia società mondiale;

·   Il coordinamento dei lavori comuni con le strutture statali diretti al sostegno dei compatrioti abitanti all’estero;

·    La consolidazione degli sforzi comuni con altre comunità religiose per difendere la dimensione etica della vita sociale;

·   La partecipazione ai dialoghi fra le società civili diventata una delle nuove direzioni del servizio esterno della Chiesa ortodossa russa.

La necessità di risolvere diversi problemi nella sfera internazionale stimola il Dipartimento a rimanere una struttura ecclesiastica multifunzionale ed efficace e allo stesso tempo accellerare i tempi del suo lavoro, perfezionare la sua qualità, cercare nuovi metodi e forme della testimonianza affinché camminare la “via nuova e vivente” (Ebr. 10, 20), reagire velocemente e adeguatamente alle sfide del tempo, cercare approcci originali, definire priorità esatte, aprire prospettive nuove, trovare possibilità nuove. Ogni epoca richiede un’efficienza particolare. Dio voglia che la generazione attuale di collaboratori affrontasse le sfide odierne con successo non meno di quello delle generazioni precedenti.

Il Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne, le persone che lavorano qui sono sempre vicini al mio cuore e l’agenda di questa istituzione occupa un posto importante nella mia agenda personale. Confermo con soddisfazione che la qualità del lavoro del Dipartimento costantemente migliora. Apprezzo molto l’aiuto da parte del Decr nello svolgimento del mio ministero di Patriarca. Sono riconoscente a tutti coloro che hanno lavorato e lavorano nella sfera dell’attività ecclesiastica esterna – ai vescovi, sacerdoti, teologi, funzionari ecclesiastici. “La vostra fatica non è vana nel Signore” (1 Cor. 15, 58), e il vostro contributo all’edificazione della nostra Chiesa e alla difesa dei suoi confini è difficile da sopravvalutare.

In conclusione del mio messaggio vorrei esprimere la convinzione che il Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne porterà frutti abbondanti anche in futuro.

Auguro a Lei, caro metropolita, e a tutti i collaboratori del Dipartimento l’aiuto di Dio nello svolgimento di questa obbedienza non facile. Rimanete sempre edificatori fedeli della vita ecclesiastica, soldati assidui di Cristo, ricordando che la nostra “parola e il messaggio non in discorsi persuasivi di sapienza, ma in conferma di Spirito e di potenza” (1 Cor. 2, 4).

Invoco su di voi e sul vostro lavoro la benedizione del Signore Risorto.

+KIRILL

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