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Il metropolita Hilarion ha partecipato all’inaugurazione della mostra in occasione del 200° anniversario di F. M. Dostoevskij

Il 12 maggio 2021 nel Museo statale della storia della letteratura russa V. I. Dahl in boulevard Zubovskij a Mosca è stata inaugurata la mostra “Fedor Dostoevskij. Impressioni forti” in occasione del 200° anniversario della nascita dello scrittore che si celebra quest’anno.

Alla cerimonia erano presenti dei rappresentanti dello stato, del governo di Mosca, del mondo museale della Russia e della Germania, degli studiosi delle opere di Dostoevskij di vari paesi e teoreti letterari. All’evento solenne hanno partecipato anche l’ambasciatore della Polonia in Russia Krzysztof Krajewski, l’ambasciatore della Lituania nella Federazione Russa Eitvydas Bajarūnas, dei rappresentanti delle ambasciate della Svizzera, della Germania, dell’Austria e d’Israele.

Il direttore del Museo statale della storia della letteratura russa D. P. Bak ha dato il benvenuto ai partecipanti e ospiti della cerimonia.

Il vice ministro della cultura A. Ju. Manilova ha letto il saluto del ministro della cultura della Russia O. B. Ljubimova. “Il fatto che il Museo Dahl ormai da un secolo custodisce le testimonianze del patrimonio letterario del nostro paese conferisce alla mostra uno status particolare”, dice il testo del saluto.

Da parte sua A. Ju. Manilova ha sottolineato la grande scala e l’unicità di questa mostra – i visitatori vedranno molti ogetti esposti per la prima volta. Ha anche affermato che, grazie alla proposta del metropolita Hilarion di Volokolamsk, il Ministero della cultura della Federazione russa ha incluso nel programma dei Giorni della cultura spirituale della Russia all’estero degli eventi dedicati a F. M. Dostoevskij.

Come ha osservato il capo del Dipartimento della cultura di Mosca A. V. Kibovskij, la mostra “Fedor Dostoevskij. Impressioni forti” è un omaggio, un tributo”. Al suo parere, l’esposizione è destinata a una vasta gamma di persone.

Nel suo discorso il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne (Decr) del Patriarcato di Mosca metropolita Hilarion di Volokolamsk ha citato le parole del collezionista e mecenate Pavel Tretjakov, il quale il giorno dopo la morte di Dostoevskij nella sua lettera al pittore Ivan Kramskoj sottolineava: “Egli era non solo un apostolo, ma un profeta. Era un maestro di tutto il bene, rappresentava la nostra coscienza sociale”. “Mi sembra che sia difficile caratterizzare F. M. Dostoevskij meglio di come l’ha fatto il nostro grande collezionista in una frase così concisa”, ha detto il metropolita Hilarion, “Che cosa è un apostolo? È un discepolo di Cristo che dedica tutta la sua vita alla predicazione di Cristo. Certo, Fedor Mikhajlovich era e rimane un tale apostolo. Anzi, in tanti paesi del mondo dove praticamente non si conosce affatto la Chiesa ortodossa, né la cultura ortodossa, né la Russia in generale, la gente comincia a saperne dai libri di Dostoevskij. La sua predicazione di Cristo non è una predicazione diretta, che spetta a noi, chierici, ma è presente in tutti i romanzi del suo grande “pentateuco”, nel suo “Diario di uno scrittore”, in molte delle sue opere e risuona ancora nei cuori di milioni di uomini”.

Il metropolita ha osservato che ci sono persone che diventano credenti e persino sacerdoti grazie a questo scrittore. “Un mio amico, il quale da 25 anni fà il sacerdote a Mosca, è un inglese di origine che ha studiato all’Università di Oxford e ha scritto una tesi su F. M. Dostoevskij. Scrivendo questa tesi, entrava sempre più profondamente nel mondo di Dostoevskij, nel mondo ortodosso. Finalmente, si è sposato con una ragazza russa, si è convertito all’Ortodossia ed è diventato sacerdote”, ha raccontato il metropolita Hilarion, sottolineando che ci sono migliaia di esempi simili e forse anche centinaia di migliaia.

Secondo Sua Eminenza, Dostoevskij è giustamente chiamato anche un profeta nella lettera di Tretjakov: “Un profeta è l’uomo che proclama la volontà di Dio, preavvisa dei disastri a venire e predice il futuro. Troviamo tutto ciò sulle pagine dei romanzi di Dostoevskij. Nei “Demoni”, nei “Fratelli Karamazov” e in altri scritti egli ammonisce della perdita della fede, dei punti di riferimento morali, di tutto quello che più tardi causò la grande catastrofe storica del nostro popolo, dalla quale finora non riusciamo a rimetterci”.

Il metropolita ha citato la testimonianza di Fedor Mikhajlovich su di sé stesso dopo i quattro anni dei lavori forzati. “In questi anni ho composto dentro di me un credo in cui tutto per me è chiaro e sacro. Questo credo è molto semplice, eccolo: credere che non ci sia niente di più bello, più profondo, più simpatico, più razionale, più coraggioso e più perfetto di Cristo”, ha scritto Dostoevskij.

“Per lui il Cristo era l’ideale spirituale e morale assoluto”, ha sottolineato il metropolita Hilarion di Volokolamsk, “Egli cercava di avvicinarsi a questo ideale tramite i suoi personaggi “cristici” come quello del principe Myshkin o quello di Aljosha Karamazov. Persino aveva l’intenzione di scrivere un libro su Cristo. Questo sogno non è stato realizzato, ma la sua percezione della personalità di Cristo si riflette nei romanzi scritti da lui e particolarmente in quelle immagini meravigliose che Dostoevskij ha donato alla letteratura russa e al mondo. Penso che dobbiamo essere tutti infinitamente grati a Fedor Mikhajlovich per tutto quello che ha fatto”.

“Come uomo di Chiesa, non posso non dire che per la Chiesa ortodossa russa egli è veramente un apostolo e un profeta, un uomo di cui siamo fieri, il cui genio veneriamo, i cui libri leggiamo, il quale, come nessun’altro nella letteratura russa, riuscì ad aprire ai suoi contemporanei e ai loro discendenti - nostri contemporanei -   la profondità e la bellezza della fede ortodossa”, ha concluso il metropolita.

Durante la cerimonia dell’inaugurazione della mostra dedicata a F. M. Dostoevskij hanno intervenuto il capo ufficio affari culturali dell’Ambasciata della Repubblica federale di Germania Jan Kantortschik, il presidente della Fondazione Dostoevskij Igor Volghin, il curatore della mostra Pavel Fokin.

La grande esposizione “Fedor Dostoevskij. Impressioni forti” è collocata su due piani della palazzina di Ljuboscinskij – Vernadskij, la cui inaugurazione è stata uno degli eventi chiavi del festeggiamento del giubileo dello scrittore e del centenario del Museo statale della storia della letteratura russa V. I. Dahl.

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