Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca
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Il vicepresidente del Decr ha parlato degli scismi come strumenti di geopolitica
Il 1° marzo 2021 a Mosca, presso la Camera Civica della Federazione Russa, si è svolta una tavola rotonda sul tema "Il ruolo della società civile nel garantire la stabilità nella regione del Mar Nero e dei Balcani".
L'evento è stato organizzato dalla Commissione per la sicurezza e l'interazione con le Commissioni di monitoraggio pubblico della Camera Civica, la Rappresentanza della Repubblica di Crimea presso il Presidente della Federazione Russa, il Centro commerciale e culturale della Repubblica di Crimea.
Alla tavola rotonda è stato presentato il rapporto del vicepresidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, arcivescovo Leonid di Vladikavkaz e dell’Alania sul tema "Gli scismi ecclesiastici in Ucraina e Montenegro come strumento di geopolitica".
Notando che sul territorio dei paesi del Mar Nero e della regione dei Balcani ci sono diocesi di sette delle quindici Chiese ortodosse locali, Sua Eccellenza si è soffermato, in particolare, sulla situazione in Montenegro, dove nel 2019 è stata approvata una legge che permetteva alle autorità di confiscare chiese e monasteri antichi della Chiesa ortodossa serba, alla quale appartiene la stragrande maggioranza dei montenegrini ortodossi. L'adozione della legge ha provocato una forte reazione da parte degli abitanti del Montenegro. L'arcivescovo Leonid ha ricordato: “Le azioni di protesta si sono diffuse in tutto il Paese. Migliaia di persone, nonostante le restrizioni imposte dopo lo scoppio della pandemia, sono scese in piazza per dichiarare che non avrebbero rinunciato ai loro santuari. I vescovi della Chiesa ortodossa serba in Montenegro, compreso il memorabile metropolita del Montenegro e del Litorale Amfilohije, si sono schierati per l'abolizione di questa legge discriminatoria ". Ha inoltre osservato che il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill e il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa, nonché i Primati e i vescovi delle Chiese di Gerusalemme, Romania, Polonia, Terre Ceche e Slovacchia hanno sostenuto l’unità canonica della Chiesa serba.
Infine, ha affermato l’arcivescovo, nel gennaio di quest'anno il Presidente del Montenegro, Milo Djukanovic, è stato costretto a firmare gli emendamenti alla legge sulla libertà di religione, adottati dal parlamento, abrogando le disposizioni dell'atto legislativo che erano discriminatorie nei confronti della Chiesa ortodossa serba.
Il vicepresidente del Decr ha tracciato un parallelo con la situazione in Ucraina, dove l'ex presidente Poroshenko appogiò una struttura non canonica.
Parlando della cosiddetta "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", creata nel 2018 con una palese violazione dei canoni ecclesiastici, l’arcivescovo Leonid ha messo in rilievo che quella “sin dall’inizio è stata un progetto puramente politico, mirato all’indebolimento della Chiesa ortodossa russa e dell’Ortodossia, nonché alla divisione dei popoli di Russia e Ucraina”.
Ha anche sottolineato che il progetto di creare la “Chiesa ortodossa dell’Ucraina”, alla quale ha preso parte il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli, si inserisce nella logica degli scontri geopolitici nel mondo moderno.
“Esprimo la mia ferma speranza che lo scisma nell'Ortodossia mondiale, avviato da forze politiche esterne ostili alla Chiesa di Cristo, non durerà a lungo. Oggi dobbiamo tutti fermarci, pensare seriamente a ciò che sta accadendo e agire non per volere di funzionari d'oltremare, ma come ci suggerirà lo Spirito Santo, la nostra coscienza cristiana e i sacri canoni della Madre Chiesa ", ha riassunto l'Arcivescovo di Vladikavkaz e dell’Alania Leonid.
All'evento hanno partecipato rappresentanti della Duma di Stato, del Ministero degli Affari Esteri della Russia, della Camera Civica della Federazione Russa, nonché altri personaggi pubblici e scienziati.
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