Festeggiamenti dei 65 anni del Patriarca Kirill a Mosca
Mosca, 20 novembre 2011 - Al termine della Divina Liturgia nella Cattedrale di Cristo Salvatore, è stato tenuto nel refettorio della Cattedrale un ricevimento per celebrare il 65° compleanno di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill.
L'evento ha visto la partecipazione di Sua Santità e Beatitudine il Catholicos-Patriarca di tutta la Georgia Ilia II, del metropolita di Varsavia e di tutta la Polonia Sawa, del metropolita delle Terre Ceche e della Slovacchia Christopher, delle delegazioni delle Chiese ortodosse locali, dei gerarchi e del clero del Patriarcato di Mosca, dei funzionari governativi, del corpo diplomatico e del pubblico.
Il vice capo dell'amministrazione presidenziale AD Beglov ha annunciato il saluto del Presidente della Russia D. Medvedev. L’incaricato d'affari dell'Ucraina nella Federazione russa VV Yatsiuk ha letto il messaggio di congratulazioni del presidente dell’Ucraina VF Yanukovich.
Poi il Metropolita di Varsavia e di tutta la Polonia Sawa ha letto il suo messaggio di congratulazioni.
Il Metropolita delle Terre Ceche e della Slovacchia ha rivolto al Patriarca Kirill gli auguri suoi personale e della Chiesa da lui guidata.
Il rappresentante del Patriarca serbo presso il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, il vescovo Antonio di Moravica ha letto il messaggio di auguri di Sua Santità il Patriarca serbo Ireneo.
Il metropolita di Tyrgovishte Niphon ha letto il saluto di Sua Beatitudine il Patriarca rumeno Daniel. Poi il messaggio di auguri di Sua Santità il Patriarca della Bulgaria Maxim è stato letto dal capo della delegazione della Chiesa ortodossa bulgara, il metropolita di Vidin Dometian.
L’arcivescovo di Bilozers'ke e Boguslav Mitrofan ha rivolto parole di congratulazioni a Sua Santità a nome di Sua Beatitudine il Metropolita di Kiev e di tutta l'Ucraina Vladimir.
"Vorrei a nome di Sua Beatitudine il Metropolita Volodymyr, che a causa della grave malattia non è riuscito a venire personalmente a congratularsi con voi, e di tutta la Chiesa ortodossa ucraina trasmettere le mie più vive congratulazioni. Auguriamo a Vostra Santità che il Signore rivolga la sua misericordia di Dio e gli conceda la salute, la forza, forza fisica e spirituale, per molti anni, per portare la pesante croce del ministero primaziale, che gli è stata affidata dalla Provvidenza di Dio. Santità, le persone credenti ucraine la amano e sono sempre liete di accogliervi in Ucraina. Ogni vostra visita è un ulteriore incentivo per la crescita spirituale del popolo ucraino e per guarire le ferite dello scisma. Per favore, Santità, in questa giornata pregate per l'Ucraina, per Sua Beatitudine il Metropolita Volodymyr. Stiamo pregando per Voi con tutta l’ anima e con tutto il cuore. Molti anni, Vostra Santità!".
Anche il Metropolita di Krutitsky e Kolomna ha rivolto le sue felicitazioni al Patriarca Kirill.
Il patriarca di Antiochia ha chiesto al rappresentante presso il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia l'arcivescovo Niphon di Filippopoli di trasmettere le sue congratulazioni. Rivolgendosi a Sua Santità il Patriarca, per conto dei rappresentanti delle Chiese ortodosse locali presso il trono del Patriarca di Mosca, ha detto: "Sin dall'infanzia Voi avete avuto uno speciale dono di grazia che vi distingueva dai vostri coetanei. Naturalmente, la pietà, i vostri genitori, che ricordiamo con gratitudine oggi, hanno svolto un ruolo speciale nella vostra scelta personale di dedicarvi a Dio per tutta la vita. Questa è la sapienza di Dio – agire in segreto, nell’intimo. Su questo la Santa Chiesa ha detto: vescovo si nasce dal grembo materno. Tutti i ruoli ricoperti nella chiesa secondo la Provvidenza di Dio, fino al trono patriarcale, prima di rivelare al mondo i vostri talenti, sono stati ricevuti per grazia e attraverso il vostro impegno nella Chiesa. Guardando al vostro lavoro primaziale, non si può non testimoniare il vostro instancabile impegno, il ruolo della Chiesa nella società. La forza d'animo che accompagna il vostro lavoro dinamico, rende ogni giorno pieno di impegni, come mille giorni, incarnando di gloria la Santa Chiesa Ortodossa Russa e la Russia".
Sottolineando il lavoro e la cura del Santo Patriarca Kirill per il bene della Chiesa russa e l'amore fraterno per le altre Chiese locali, ha proseguito: "Di recente, dopo la cosiddetta "Primavera araba", la vostra costante preoccupazione per la presenza e la tutela della dignità dei cristiani in Nord Africa e nel Medio Oriente merita apprezzamento e profondo rispetto. Un esempio è la vostra ultima visita al Patriarcato di Antiochia".
Sono giunte al Patriarca anche le congratulazioni dell’archimandrita Efrem del monastero Vatopedi del Santo Monte Athos che ha accompagnato la sacra Cintura della Beata Vergine Maria durante il suo soggiorno in Russia.
Poi, con parole di gratitudine il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia si è rivolto ai partecipanti.
“Vorrei ringraziare sinceramente tutti voi per le vostre preghiere, per le gentili parole che mi sono state rivolte.
Oggi, in questo giorno abbiamo letto una grande pagina del Vangelo - un estratto dal secondo capitolo della Lettera agli Efesini, che mi aiuta a rispondere a tutto ciò che è stato detto: “Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone che Dio ha predisposto perché noi le praticassimo” (Ef 2, 10).
Queste parole sono esaurienti. Siamo impegnati a fare quelle opere buone che Dio ha ordinato a noi. Questa è una parola forte, "ordinato" non lascia alternative: ogni alternativa è un peccato, vi è una deviazione dalla volontà di Dio, dal suo progetto per ognuno di noi. E così per il patriarca, per ogni vescovo consacrato a Dio, per ogni sacerdote, per ogni ministro, dare una risposta al proposito di Dio, è rilevante per tutti. E sempre oggi, risuonavano le meravigliose parole che ci aiutano a capire il mistero della salvezza. Anche se noi facciamo tutto quello che possiamo e dobbiamo fare, non saremo salvi e non entreremo nel regno di Dio, perché, secondo l'Apostolo, “per questa grazia infatti siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene” (Ef 2, 8-9).
Così, vedendo tutte le cose che devo fare come patriarca, al di sopra delle mie possibilità cerco di rispondere alla chiamata di Dio, sapendo che senza la grazia di Dio non posso compiere né le opere buone, né tanto meno avere la salvezza. E la salvezza è al centro della nostra fede - quella stessa fede, i cui esempi sono stati dati a noi nel Vangelo di oggi (Lc 8, 41-56): “Ed ecco venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga: gettatosi ai piedi di Gesù, lo pregava di recarsi a casa sua, perché aveva un'unica figlia, di circa dodici anni, che stava per morire. Durante il cammino, le folle gli si accalcavano attorno. Una donna che soffriva di emorragia da dodici anni, e che nessuno era riuscito a guarire, gli si avvicinò alle spalle e gli toccò il lembo del mantello e subito il flusso di sangue si arrestò. Gesù disse: “Chi mi ha toccato?”. Mentre tutti negavano, Pietro disse: “Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia”. Ma Gesù disse: “Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me”. Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, si fece avanti tremando e, gettatasi ai suoi piedi, dichiarò davanti a tutto il popolo il motivo per cui l'aveva toccato, e come era stata subito guarita. Egli le disse: “Figlia, la tua fede ti ha salvata, và in pace!”. Stava ancora parlando quando venne uno della casa del capo della sinagoga a dirgli: “Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro”. Ma Gesù che aveva udito rispose: “Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata”. Giunto alla casa, non lasciò entrare nessuno con sé, all'infuori di Pietro, Giovanni e Giacomo e il padre e la madre della fanciulla. Tutti piangevano e facevano il lamento su di lei. Gesù disse: “Non piangete, perché non è morta, ma dorme”. Essi lo deridevano, sapendo che era morta, ma egli, prendendole la mano, disse ad alta voce: “Fanciulla, alzati!”. Il suo spirito ritornò in lei ed ella si alzò all'istante. Egli ordinò di darle da mangiare. I genitori ne furono sbalorditi, ma egli raccomandò loro di non raccontare a nessuno ciò che era accaduto”.
E' un problema di fede il sangue di una donna che ha toccato la veste del Salvatore, fiduciosa che porterà un tocco di guarigione. Non è un peccato per Giairo, che aveva perso la sua figlia di 12 anni, aver fortemente creduto che basta dire una parola al Signore - e sua figlia è risorta dai morti. Sia nel primo che nel secondo caso, vediamo come alla fede della gente Dio compie miracoli.
E le code interminabili che hanno colpito la coscienza dei russi moderni, - i fedeli in coda per la Cintura della Beata Vergine - non sono forse espressione di grande fede del popolo, in risposta alla quale Dio ci dona un miracolo? Il miracolo della fede e di salvare la vita, il miracolo di superare le terribili azioni e l’astuzia del diavolo, ci aiutano a correre tra le nuvole e le stelle, superando tutti gli ostacoli che si presentano lungo il percorso.
Vorrei ringraziare di cuore voi, Santità e Beatitudine, per le gentili parole e per il dono. E anche voi, Sua Beatitudine Sawa, e voi, Sua Beatitudine Christopher, e i venerabili rappresentanti delle Chiese ortodosse locali, della Chiesa ucraina, del Monte Athos, e tutti coloro che oggi mi hanno rivolto gentili parole.
Ha scaldato il mio cuore soprattutto la liturgia con molti rappresentanti dell'episcopato della Chiesa russa, con voi, mio caro Patriarca, e con ognuno di voi, ciascuno dei quali svolge al suo posto il servizio in un momento cruciale. Da voi dipende in gran parte quanto forte sia la fede nel nostro popolo, quanto forte sia la sua preghiera, quanto forte sia la speranza nella grazia di Dio, per ottenere tutto l’aiuto. Vorrei ringraziare tutti voi, così come il nostro clero meraviglioso, i laici, che sono qui, per la partecipazione al mio umile - non posso neanche dire "anniversario" poiché non è il Giubileo biblico – ma la celebrazione della data di nascita. E vi ringrazio per essere venuti in questo giorno nella capitale, nella città di Mosca, per pregare insieme al popolo di Dio, e per questo pasto dove sentiamo la nostra fratellanza, la nostra unità, la forza e la gioia della nostra comunicazione.