Firmato messaggio comune ortodosso-cattolico ai popoli di Russia e Polonia
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Il 17 agosto 2012 presso il Palazzo Reale di Varsavia si è tenuta la cerimonia solenne della firma del messaggio congiunto ai popoli della Russia e della Polonia da parte del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill e del Presidente della Conferenza Episcopale Cattolica Polacca, Metropolita Jozef Michalik.
Alla cerimonia hanno partecipato Sua Beatitudine il Metropolita di Varsavia e di tutta la Polonia Sawa e i membri della delegazione della Chiesa ortodossa russa che accompagnava il Patriarca Kirill durante la sua visita in Polonia.
Nella grande sala dell'Assemblea del Palazzo Reale, Sua Santità il Patriarca Kirill e tutti gli ospiti sono stati accolti dal direttore del Castello Reale di Varsavia prof. Andrzej Rottermund. Anche il direttore del Centro per il dialogo e consenso russo-polacco, dott. Slavomir Dembsky, ha rivolto un saluto ai presenti .
Poi il Patriarca Kirill e il Presidente della Conferenza episcopale polacca, metropolita Jozef Michalik, hanno apposto le loro firme al messaggio congiunto per i popoli della Russia e della Polonia.
Il messaggio, che non rappresenta un documento inter-ecclesiale e teologico e non si riferisce a questioni confessionali, è un appello alla riconciliazione e al perdono reciproco in uno spirito di amore cristiano. In esso, tra l'altro, si legge: "Dopo la seconda guerra mondiale e la dolorosa esperienza dell’ateismo imposto ai nostri popoli, oggi ci avviamo sul cammino del rinnovamento spirituale e materiale”. Si sottolinea che tale rinnovamento dovrebbe essere, prima di tutto, rinnovamento dell’uomo e, attraverso quest’ultimo, rinnovamento dei rapporti tra le nazioni.
L’esortazione ai credenti della Russia e della Polonia "a chiedere perdono per i torti inflitti a vicenda, per l'ingiustizia e per il male" non significa dimenticare, dice il documento. "La memoria è una parte importante della nostra identità. Abbiamo anche il dovere della memoria nei confronti delle vittime del passato, che hanno subito violenza e hanno sacrificato la loro vita per la fedeltà a Dio e alla Patria terrena. Perdonare significa rinunciare alla vendetta e all’odio, partecipare alla creazione dell’armonia e della fratellanza tra le persone, tra i nostri popoli e i nostri Paesi, il che costituisce la base di un futuro di pace".
I popoli russo e polacco sono uniti dall'esperienza della Seconda Guerra Mondiale e del periodo di repressione da parte dei regimi totalitari. "Guidati dall'ideologia atea, questi regimi hanno combattuto contro tutte le forme di religiosità, e hanno particolarmente lottato contro il cristianesimo e le nostre Chiese. Vittime sono state milioni di persone innocenti, come ci ricordano i numerosi luoghi di esecuzioni e di sepoltura che si trovano sia in terra russa, che in terra polacca", dice il messaggio.
In questo appello, rivolto a politici, personaggi pubblici, uomini di scienza, arte e cultura, credenti e non credenti, si incoraggia la promozione del dialogo e il ripristino della fiducia reciproca, l'avvicinamento oggi dei popoli russi e polacchi, di fronte alla comune responsabilità cristiana nell’epoca attuale e al fatto che ci si confronta con gli stessi problemi.
Dopo la firma del documento, il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill si è rivolto al pubblico: "Vostra Beatitudine, Eminenze, Eccellenze, signore e signori, fratelli e sorelle!
Vorrei innanzitutto ringraziare tutti i presenti per la calorosa accoglienza riservataci in terra polacca.
Nel mondo di oggi, forse come non mai nella storia umana, i rapporti tra gli stati e le nazioni sono determinati da considerazioni commerciali e sono basati sul reciproco interesse. La Chiesa non può negare l'importanza di questi fattori, ma non si vive di solo pane (Mt 4, 4). La prosperità economica, costruita sul desiderio egoistico di utilizzare i popoli vicini e lontani come una fonte di risorse, in fin dei conti sarà causa di delusione e sofferenza. Per evitare questo, le relazioni internazionali dovrebbero essere improntate alla "regola d'oro": Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro (Mt 7, 12).
Da parte dei governanti si sta compiendo un grande sforzo per il riavvicinamento dei nostri popoli, cosa che è certamente coerente con i nostri comuni interessi economici. Tuttavia, le considerazioni pragmatiche da sole non sono sufficienti a costruire un rapporto veramente fraterno tra il popolo russo e il popolo polacco. Ecco perché noi cristiani siamo chiamati a dare un contributo speciale al laborioso processo di riconciliazione russo-polacco.
La mancanza della componente morale nei rapporti fra le nazioni porta al fatto che la gente non vede nessun altro motivo per essere in relazione, al di là del reciproco vantaggio. Questo è un fatto triste che rende instabile le fondamenta della politica mondiale. Pertanto, i popoli che seguono i valori spirituali nella vita sono chiamati a costruire un diverso tipo di rapporto che non si limiti alle alleanze economiche e militari, al mondo materiale nel suo complesso.
La fede cristiana, che sia i russi che i polacchi non cercano di adeguare alle norme del mondo secolare, è il nostro tesoro, che ha un potenziale unificante unico. Esortando alla pace, allo sviluppo di un rapporto veramente fraterno tra i nostri due Paesi, chiediamo che il dialogo tra il popolo russo e il popolo polacco sia basato sui valori tradizionali cristiani.
La Chiesa ortodossa russa e la Conferenza episcopale cattolica della Polonia hanno fatto notevoli sforzi per produrre un messaggio comune rivolto ai popoli della Russia e della Polonia, per convincere molti scettici sulla necessità di un tale documento. Il documento che abbiamo firmato oggi non è un’ennesima dichiarazione politica, come quelle che spesso nascono nella sfera pubblica, ma la testimonianza che la nostra fede ci chiama a superare gli stereotipi negativi formatisi storicamente, al rispetto reciproco e alla fiducia, per essere in grado di aprire una qualche prospettiva verso la solidarietà e l’amore cristiano.
Il messaggio congiunto vuole testimoniare il fatto che il peccato è la causa di tutte le divisioni, compresa la divisione tra i nostri popoli. Questa semplice idea non dovrebbe solo essere capita, ma sperimentata da tutte le persone che cercano di superare la discordia di questo mondo di peccato. Purtroppo, spesso nei rapporti con gli altri cerchiamo i colpevoli, e questo non fa che aumentare le incomprensioni e la sfiducia. Questa è una manifestazione dell’orgoglio, che porta la persona all'inferno e alla dannazione. La tradizione cristiana ha una secolare esperienza di santità, che consiste nel rifiuto del peccato e nell’acquisizione della grazia dello Spirito Santo. Non sempre abbiamo fede a sufficienza per credere che è possibile vivere senza rispondere col male al male, e si può trovare in sé la forza di vedere le proprie colpe e perdonare quelle altrui. Oggi abbiamo firmato un documento che ha lo scopo di rafforzare questa fede presso i nostri credenti in Russia e Polonia.
Allo stesso tempo, i cristiani, pur perdonando i torti reciproci, non possono dimenticare coloro che sono stati vittime di ostilità e di odio, tra i quali molti nostri parenti e cari. Se siamo nello spazio della tradizione cristiana, dobbiamo avere a cuore la memoria di tutte le vittime innocenti. Conservando la memoria delle loro sofferenze, ci sentiamo oggi chiamati a compiere buone azioni gli uni verso gli altri.
Il documento sottolinea che la ricerca storica è di competenza dei professionisti. Importante è che lo scopo di questa ricerca non diventi un’altra "resa dei conti". Noi vorremmo che i risultati di questi studi siano non solo oggettivi, ma anche costituiscano cibo mentale per le nuove generazioni. Vorremmo che i giovani possano vedere quali sono le orribili conseguenze dell’allontanamento delle persone dalla fede, del disprezzo delle norme morali, delle nozioni elementari della verità di Cristo, la misericordia e la giustizia.
Purtroppo il nemico del genere umano spesso semina la zizzania delle divisioni e dell'inimicizia tra le nazioni cristiane, e colo che sono chiamati a professare insieme che Gesù Cristo è venuto nella carne (1 Gv. 4, 2) per la nostra salvezza, finiscono per trattarsi reciprocamente con ostilità. Lo sappiamo dalla storia. Per questo oggi ci rivolgiamo a tutti con parole di riconciliazione, ricordando che è giunto il momento in cui la memoria delle tragedie del passato deve ritirarsi in secondo piano di fronte alle sfide della modernità. Il nostro messaggio afferma che ai nostri giorni i popoli della Russia e della Polonia si confrontano con l’erosione dei principi morali basati sui comandamenti di Dio, con la promozione dell’aborto, dell’eutanasia, delle unioni omosessuali, con la negazione dei valori morali cristiani. Stiamo anche assistendo ad una lotta per l'espulsione non solo dei simboli religiosi, ma anche della stessa fede e della morale dallo spazio pubblico.
Il documento sottolinea che oggi i cristiani sono chiamati ad essere fianco a fianco per difendere il proprio diritto a vivere apertamente la fede, e a professare pubblicamente la verità a quanti ci circondano. Non abbiamo tempo per esitazioni e tentennamenti. Se oggi acconsentiamo allo sradicamento dei fondamenti spirituali dell’Europa, messi in pericolo anche dalle nostre divisioni, nel prossimo futuro ci attenderà tanto di quell’odio e violenza, che il XX secolo potrà sembrare un'epoca di pace e prosperità.
Per superare la diffidenza e il risentimento reciproco è necessario l'aiuto della grazia di Dio e la coscienza del sacrificio redentore di Cristo, il quale ha donato a tutti la vittoria sul peccato. Noi crediamo che lo sviluppo dei rapporti fraterni tra il popolo russo e il popolo polacco sia benedetto dal Signore nostro Gesù Cristo e che la nostra partecipazione sincera a questo processo porterà grandi frutti.
Rivolgendoci con un messaggio comune ai nostri popoli, vogliamo testimoniare insieme il fermo proposito dei cristiani della Russia e della Polonia di vivere in pace, perdonandoci reciprocamente e riaffermando insieme il valore intramontabile del Vangelo".
Al termine della cerimonia al Palazzo Reale di Varsavia, Sua Santità ha firmato il libro degli ospiti d’onore: "L'evento storico della firma del documento congiunto per i popoli russo e polacco, che si è svolto in questo luogo, ha un significato speciale per la Polonia. Distrutto e ricostruito, il Palazzo Reale di Varsavia costituisce un simbolo del superamento del dolore, della distruzione e del tentativo di riscrivere la storia; esso è anche l'espressione tangibile e segno dell’impegno delle due Chiese per la ricostruzione e la trasformazione dei rapporti tra i due popoli fratelli".