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Incontro dei due Patriarchi

Incontro dei due Patriarchi

Si è tenuta i 17 luglio 2013 presso la residenza patriarcale e sinodale nel monastero San Daniele di Mosca la riunione di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill con Sua Santità il Patriarca serbo Ireneo.

Sua Santità Ireneo, in visita alla Chiesa ortodossa russa, era accompagnato dal metropolita Amfilohije del Montenegro e Primorje, dal vescovo Longin di Nuova Gračanica e dell’America Centrale e Occidentale, dal vescovo Irinej di Bačka, dal vescovo Feodosij di Raška e Prizren, dall’archimandrita Arsenij (Glavchich) del monastero di Žiča, dall’arciprete Radomir Popovič, professore della Facoltà teologica ortodossa dell’Università di Belgrado, dall’arciprete Gojko Perovič, rettore del Seminario di San Pietro di Cetinje, dall’arcidiacono Radomir Perchevič della chiesa cattedrale di San Michele Arcangelo a Belgrado, e dal diacono Aleksandr Sekulič, membro di Gabinetto di Sua Santità il Patriarca serbo. All’'incontro ha preso parte anche il rettore del metochion della Chiesa ortodossa serba a Mosca, vescovo Antonij di Moravica.

Per la Chiesa ortodossa russa erano presenti il metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, il vescovo Sergij di Solnechnogorsk, capo della Segreteria amministrativa del Patriarcato di Mosca, il vescovo Savva di Voskresensk, vicario del monastero Novospasskij, l’archimandrita Aleksej (Polikarpov), vicario del monastero di San Daniele, l’arciprete Nikolaj Balashov, vicepresidente del Dipartimento per le reazioni esterne, e l’arciprete Igor Yakymchuk, segretario per le relazioni interortodosse del Dipartimento.

Sua Santità il Patriarca Kirill ha accolto l’illustre ospite e la delegazione che lo accompagna nel centro spirituale e amministrativo del Patriarcato di Mosca, e ha detto: «Siamo molto lieti che la visita tanto attesa di Vostra Santità alla Chiesa russa si svolga ora. Essa coincide con il periodo di grazia della celebrazione del 1025° anniversario del Battesimo della Rus’, e gioiamo anche del fatto che la Vostra visita di pace si protrarrà fino alla celebrazione di questo evento».

Sua Santità il Patriarca Kirill ha detto che le Chiese ortodosse russa e serba nel corso della storia hanno avuto un rapporto speciale. «Noi siamo gli eredi della comune tradizione spirituale e culturale slava che risale ai Santi Cirillo e Metodio. Il culto che noi celebriamo è comprensibile sia ai russi che ai i serbi. Questa tradizione liturgica rafforza spiritualmente i nostri popoli», ha detto il Patriarca Kirill. Egli ha anche ricordato che il fondatore della Chiesa ortodossa serba è San Savva, che ha preso i voti monastici nel Vecchio Rusiko sul Monte Athos, ha tradotto l’antica raccolta di legislazione ecclesiastica detta “Libro Timone” in lingua slava; questa traduzione per secoli è stata utilizzata dalla Chiesa ortodossa russa.

«Le nostre Chiese e i nostri popoli nella storia sono passati attraverso gioie e dolori. Molto spesso si è trattato di gioie e dolori comuni. Come non ricordare il sacrificio compiuto dal popolo russo per liberare i Balcani, e i benefici che ha portato al popolo serbo. E come non ricordare l’intervento della Russia in difesa del fraterno popolo serbo anche mettendo a rischio la propria esistenza. Come è ben noto, la tragedia della prima guerra mondiale ha portato la rivoluzione e le successive prove per il nostro popolo. Ma dobbiamo anche tenere a mente come il popolo serbo e la Chiesa serba hanno accolto a braccia aperte un gran numero di rifugiati russi che hanno lasciato il Paese dopo la rivoluzione», ha aggiunto Sua Santità.

Esprimendo gioia per l'imminente celebrazione congiunta del 1025° anniversario del Battesimo della Rus’, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha detto che la liberazione della Chiesa dopo decenni di persecuzione atea e di oppressione, è iniziata nell'anno del 1000° anniversario del Battesimo della Rus’ (1988). «Questi 25 anni sono stati dedicati ai lavori per la rinascita della nostra Chiesa. Per tutti noi che viviamo nella grande Rus’ storica - ora in Stati diversi, ma nell’unica Chiesa – tutto questo è motivo per pensare e valutare quello che è successo, rendere grazie al Signore, e pregare affinché la Sua benedizione sia con noi sempre».

A sua volta, Sua Santità il Patriarca Ireneo ha espresso la sua gratitudine per l'accoglienza e ha detto: «Queste sono le parole del Primate di un grande popolo, un popolo che è importante non solo per gli slavi, ma svolge un ruolo importante nel mondo».

Il Primate della Chiesa ortodossa serba ha ringraziato Sua Santità il Patriarca Kirill «per l'opportunità di venerare le reliquie della Chiesa russa, di pregare con il popolo russo e di chiedere la grazia di Dio». Secondo Sua Santità Ireneo, il 1025° anniversario del cristianesimo in Russia è importante non solo per la Chiesa ortodossa russa ma per tutti i popoli slavi.

Facendo riferimento alla sua visita alla Chiesa ortodossa russa, iniziata il giorno prima, il Primate della Chiesa serba ha sottolineato che «questa visita dovrebbe rafforzare i nostri legami spirituali» e contribuire all'ulteriore sviluppo delle relazioni. Sua Santità il Patriarca Ireneo ha espresso fiducia che i popoli slavi siano uniti e ha ricordato a tal proposito le parole di San Nicola (Velimirovič) circa il ruolo storico che essi devono svolgere. «Questo ruolo riguarda principalmente il popolo russo e la Chiesa ortodossa russa, chiamato a essere guida della grande famiglia slava», ha detto.

Il Primate della Chiesa ortodossa serba ha detto di voler affrontare nell'incontro una serie di questioni di attualità della vita della Chiesa. «Noi, come rappresentanti dei popoli slavi, abbiamo bisogno di avere una posizione comune con le altre Chiese ortodosse su varie questioni», ha affermato.

Durante l'incontro, Sua Santità Ireneo ha parlato della situazione nella regione del Kosovo. Ha ricordato che la cattedra del Primate della Chiesa ortodossa serba è nel Patriarcato di Peć. C'è il pericolo che questa zona rimanga al di fuori della Serbia. «La nostra gente per secoli ha sofferto sul territorio del Kosovo e Metohija», ha affermato il Patriarca Ireneo, ricordando la dominazione turca nel passato e il desiderio di un certo numero di Paesi di dividere ora questa zona dallo Stato serbo e di formare un secondo Stato albanese.

«Se rinunciamo al Kosovo e Metohija, vuol dire che abbiamo rinunciato ai nostri luoghi santi e alla loro storia, perché i nostri principali monumenti storici sono lì», ha detto Sua Santità il Patriarca Ireneo.

«La leadership del nostro Paese è influenzata dall'Occidente, e la Chiesa ortodossa serba ha compiuto grandi sforzi affinché chi è al potere si unisca alla Russia e alla Chiesa ortodossa russa. Spesso di fronte alle autorità della Serbia mi tornano in mente le parole di un famoso politico serbo dei primi anni del XX secolo, Nikola Pasič, che ha detto che bisogna legare la piccola barca della Chiesa ortodossa serba alla grande nave della Chiesa ortodossa russa».

«Siamo convinti che oggi la parola della Chiesa ortodossa russa, la parola russa abbia un grande peso quando si tratta del destino del Kosovo e Metohija», ha detto il Patriarca serbo, esprimendo la speranza del sostegno del Patriarcato di Mosca e del Governo russo in questo argomento.

Da parte sua, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha assicurato: «Stiamo osservando attentamente ciò che sta accadendo in Kosovo e Metohija, e abbiamo l'impressione che il 2013 sia stato un anno di prova speciale per il popolo serbo: chiese profanate, lapidi distrutte, minacce contro i serbi ortodossi. Noi rendiamo omaggio al coraggio del popolo serbo, che, nonostante le minacce alla sua esistenza, continua a rimanere nei luoghi imortanti, dal punto di vista spirituale e storico, per l'intera nazione serba. Noi certamente sosteniamo la posizione della Chiesa ortodossa serba per quanto riguarda il Kosovo e Metohija, e abbiamo più volte fatto dichiarazioni sulla questione. Continueremo il dialogo con il nostro governo, con i governi di altri Paesi, che condividono il loro punto di vista con la Chiesa serba. La Chiesa ortodossa russa ha sostenuto la partecipazione della Federazione Russa ai progetti dell’Unesco finalizzati al restauro e al recupero dei santuari della Chiesa ortodossa in Kosovo e Metohija. Sappiamo che sono stati eseguiti lavori di restauro anche con i mezzi della Federazione Russa nel Patriarcato di Peć e altrove».

Come è noto, con la benedizione di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill, si è tenuta una raccolta di fondi a favore della diocesi di Raška e Prizren della Chiesa ortodossa serba. In totale, sono stati raccolti duecentomila euro per il restauro del seminario di Prizren. «E noi continueremo a raccogliere i soldi - ha detto il Primate della Chiesa ortodossa russa - perché la raccolta di fondi è un importante manifestazione di solidarietà da parte della gente comune, che quando entra in chiesa prova un senso di appartenenza alla vita dei cristiani ortodossi in Kosovo e Metohija».

Sua Santità il Patriarca Kirill ha espresso ripetutamente la sua solidarietà al Primate, al Consiglio dei Vescovi e al Sacro Sinodo della Chiesa serba sulla questione del Kosovo, sottolineando: «Ci dispiace che la leadership politica della Serbia non sostenga oggi questo concetto, e crediamo che dovrebbe ascoltare la voce della Chiesa ortodossa serba e non ignorarla. Crediamo che sia possibile risolvere la situazione in Kosovo e Metohija, dando garanzie assolute alla comunità e alla Chiesa ortodossa serba e ai santuari serbi di poter vivere in questa regione. E, naturalmente, in questo processo dovrebbe essere coinvolta la Chiesa ortodossa serba, che ha la responsabilità spirituale e morale del popolo serbo in Kosovo e Metochia».

«Durante gli incontri con i Primati delle Chiese ortodosse, ho sempre parlato della questione del Kosovo e Metohija, così come della tragedia cristiana in Medio Oriente causata dalle guerre, che può privare il Medio Oriente della presenza cristiana - ha detto il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill. - Credo che la protezione della popolazione serba in Kosovo e Metohija, così come la protezione della popolazione cristiana in Medio Oriente, debba essere sostenuta attivamente da tutte le Chiese ortodosse locali. La nostra unità canonica dovrebbe avere, tra le altre cose, un’espressione pubblica. La sofferenza dei nostri fratelli è un argomento che richiede la formazione di una posizione comune su una questione sociale e politica così importante».

Al termine dei colloqui, Sua Santità il Patriarca Kirill ha presentato al Primate della Chiesa ortodossa serba e ai membri della delegazione diverse decorazioni ufficiali della Chiesa ortodossa russa - «in considerazione del lavoro svolto per il bene della Santa Chiesa e in connessione con il 1025° anniversario del Battesimo della Rus’».

Sua Santità il Patriarca Ireneo è stato insignito dell'ordine di San Vladimir (I grado).

Il metropolita del Montenegro e Primorje Amfilohije, il vescovo di Nuova Gračanica e America Centrale e Occidentale Longin, il vescovo di Irinej di Bačka, il vescovo di Raška e Prizren Feodosij, e il vescovo Antonij di Moravica hanno ricevuto l'ordine di San Vladimir (II grado). All’archimandrita Arsenij (Glavchich), all’arciprete Radomir Popovič, all’arciprete Gojko Perovič, all’arcidiacono Radomir Perchevič, e al diacono Aleksandr Sekulič è stato conferito l'ordine di San Vladimir (III grado).

Sua Santità il Patriarca Ireneo ha ringraziato il Primate della Chiesa ortodossa russa per i premi e il sostegno, e ha espresso la speranza che il popolo serbo superarà tutte le prove, in particolare «per l’intercessione dei santi russi».

 

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