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Visita all'eremo di Ksilurgu

Visita all'eremo di Ksilurgu

Il 28 maggio 2016, al termine della Divina Liturgia nel Vecchio Rusik, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill, accompagnato dai membri della delegazione della chiesa ortodossa russa, ha visitato lo skit di Ksilurgu (che in greco significa falegname), dedicato alla Dormizione della Santissima Madre di Dio - storicamente il primo monastero russo sul Monte Athos, dove sono stati eseguiti lavori di restauro in occasione del millennio della presenza russa sul Monte Athos.

Sua Santità è stato accolto dal confessore del monastero di San Panteleimon, ieromonaco Makarij, lo skitonachalnik ieromonaco Simon, e i confratelli.

Il Primate della Chiesa ortodossa russa ha visitato l’antica cattedrale della Dormizione e la chiesa di San Giovanni di Rila.

Sua Santità il Patriarca Kirill ha consacrato la chiesa dei Santi Isoapostoli Cirillo e Metodio, sita all’interno del corpus della comunità monastica, costruito nel 1885, e ha poi tenuto un servizio di preghiera nella chiesa appena consacrata.

I canti liturgici sono stati eseguiti dal coro della laura della Santa Trinità di San Sergio, diretto dall’archimandrita Gleb (Kozhevnikov).

Dopo il servizio, Sua Santità il Patriarca si è rivolto ai partecipanti al servizio, dicendo:

«Eminenze e Eccellenze! Venerabile padre Makarij! Padre Simon, skitonachalnik! Cari padri e fratelli!

Mi congratulo di cuore con tutti Voi per questo evento speciale. Celebriamo il 1000° anniversario della prima prova scritta della presenza russa sull’Athos. E questa presenza ha avuto inizio nel luogo in cui ci troviamo - è qui, nel monastero di Ksilurgu, dedicato alla Dormizione della Madre di Dio, che iniziò la vita dei monaci russi. Molto probabilmente è da questo monastero che venne Sant'Antonio, che ha fondato la laura delle Grotte di Kiev. Da qui, senza dubbio, l’influenza athonita ebbe il suo impatto sul monachesimo russo. Questo è il nostro fonte battesimale athonita – qui è iniziata la tradizione monastica, alla quale tutti noi, monaci russi, apparteniamo. Pertanto, è sempre una sensazione speciale, per chi, conoscendo la storia, arriva all’ombra di questa santa dimora.

Quanto fu triste e amaro visitare questo luogo negli anni della devastazione! Ho visitato lo skit di Ksilurgu più di un decennio fa. Ho visto come la vita svanisce, come i tetti degli edifici crollano, come può cadere la cupola, come può morire la santa dimora. Pertanto, sono state rivolte preghiere speciali e una particolare attenzione affinché, in connessione con la celebrazione del 1000° anniversario del monachesimo russo sull’Athos, fosse possibile restaurare questa struttura, soprattutto perché si tratta del monastero della Dormizione della Santissima Madre di Dio.

Tra l'altro, forse non è un caso che i russi si stabilirono qui perché lavorare il legno è sempre stato il mestiere principale dei russi, che sono stati sempre in grado di lavorare con la scure, creando templi di legno, case, città, fortezze. Per loro, lavorare il legno qui, sul Monte Athos, rappresentava una consuetudine - il nome stesso ci fornisce informazioni molto importanti sull’attività dei monaci qui. Erano senza dubbio dei falegnami, il che conferma ancora una volta indirettamente che la maggior parte di loro erano russi. E quando dico "russo", uso la parola nel suo significato storico, vale a dire come era inteso dai bizantini, che chiamavano i nostri popoli Rus’. Stiamo parlando di grandi popoli che vivevano nelle distese dal Mar Nero al Mar Baltico, sull’intero percorso storico dai vichinghi ai greci, e dai greci, bizantini - in Scandinavia.

Se si parla della storia di questo luogo, è necessario ricordare qualcosa. Forse non è un caso che la chiesa principale della laura delle Grotte di Kiev sia, come in questo caso, la chiesa della Dormizione. Questa tradizione di venerare la Dormizione della Madre di Dio è stata portata in Russia dai monaci dell’Athos. E dopo la cattedrale della laura delle Grotte di Kiev, anche le cattedrali delle nostre città - Vladimir, Mosca, e poi la cattedrale di Smolensk, che difendeva la Russia del Nord, di Pochaev e la laura di Svjatogorsk - tutte sono state non a caso chiamate in onore della Dormizione della Madre di Dio. Tutto questo è partito da qui, dal tempietto della Dormizione di Maria, dove abbiamo appena pregato e che continua ad essere la chiesa principale di questo luogo santo.

Così, entrando sotto gli archi di questo monastero, inavvertitamente ho collegato nella mia mente i 1000 anni di storia ai nostri giorni. E così con la Grazia di Dio l'eremo della Vergine Santissima di Ksilurgu ha acquisito una bellezza che forse non ha mai avuto nella sua storia. Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno partecipato al restauro di questo luogo santo. Domani chiamerò per nome queste persone e consegnerò loro i premi. Sono tutti presenti qui oggi. Vorrei esprimere la mia profonda gratitudine a voi, cari fratelli, per quello che avete fatto, per il sacrificio compiuto per il restauro di questo santuario dell’antica Bisanzio, del mondo greco e del mondo russo.

Vorrei ringraziare a nome della gerarchia padre Makarij e tutti i fratelli del monastero. E dinanzi a Voi, padre Simon, vorrei ringraziare tutti coloro che hanno lavorato e lavorano qui, effettuando il servizio divino. Desidero anche ringraziare in particolare tutti coloro che si sono impegnati per restaurare questa santa dimora. Ricordo come abbiamo esaminato, si può dire, le rovine di questo posto, come non sono potuto salire fino al secondo piano per non cadere. E oggi siamo in tanti in questo luogo e nessuno ha paura di cadere, perché tutto è stato restaurato meravigliosamente.

Ora la cosa più importante è far rivivere la vita monastica qui. Quindi, mi rivolgo a padre Makarij e a tutti voi, fratelli. Nei nostri skit ci dovrebbero essere piccole, ma attive, comunità. Questi luoghi dovrebbero diventare posti di attrazione per i pellegrini. Questo dovrebbe essere un luogo di solitudine e di preghiera. Tutto questo è impossibile senza una corretta vita liturgica e senza la cura pastorale dei pellegrini. Dio non voglia mai che arrivi il tempo in cui le persone, visitando i monasteri, rimangono attratte solo dall'architettura e dal panorama circostante, non ricevendo la cosa più importante – il nutrimento spirituale. Questo è ora il nostro obiettivo primario – far respirare l'anima in questi meravigliosi templi, in questi skit, far rafforzare lo spirito monastico qui, per creare autentiche comunità monastiche.

In ricordo dell’evento di oggi, vorrei presentare allo skit della Dormizione di Ksilurgu i vasi eucaristici, come prova del mio speciale rapporto con il luogo in cui è iniziata la tradizione monastica russa sul Monte Athos. Celebrate la Divina Eucaristia su questi vasi, pregate per la Chiesa russa, per tutta la Rus’, e non dimenticate nelle vostre preghiere il vostro Patriarca. Il Signore benedica tutti Voi! Mi congratulo con Voi per questo evento storico e gioisco per l'opportunità di celebrare in questo luogo santo i 1000 anni della presenza russa sul Monte Athos. Cristo è risorto!».

Poi, Sua Santità il Patriarca Kirill, accompagnato dallo skitonachalnik ieromonaco Simon ha visitato gli edifici dello skit.

 

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Lo skit di Ksilurgu, dedicato alla Dormizione della Santissima Madre di Dio, è il primo monastero russo sul Monte Athos. Situato sul lato orientale della montagna, dista circa un’ora di viaggio da Karey. Dipende dal monastero russo di San Panteleimon sul Monte Athos.

L'eremo fu fondato a metà del X secolo. Dall'inizio del XII secolo Ksilurgu è indicato come dimora «russa». A Ksilurgu si stabilirono i russi durante un pellegrinaggio al Monte Athos.

Il trasferimento dei monaci russi da Ksilurgu al monastero di San Panteleimon avvenne nel 1169 insieme all'abate Laurentij per decisione dell'assemblea generale degli igumeni dei Monasteri dell’Athos, che trasferì ai monaci russi il monastero di San Panteleimon. Da allora, lo skit di Ksilurgu è stato assegnato al monastero di San Panteleimon.

Nel XIX secolo nello skit, oltre alla cattedrale della Dormizione, furono costruite due chiese - in onore di San Giovanni di Rila e dei Santi Cirillo e Metodio.

Il santuario principale del monastero è l'icona della Madre di Dio Glikofilusa («dolce bacio»), donata al monastero nel 1802.

Negli ultimi anni, nello skit sono stati compiuti notevoli lavori di restauro. È stata restaurata la chiesa in rovina di San Giovanni di Rila, è stato ricostruito l’alloggio dei monaci ed è stato rinnovato il vialetto del monastero.

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