Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca
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In memoria del metropolita Antony (Bloom)
Il 17 ottobre 2016 Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill, in visita nel Regno Unito in connessione con la celebrazione del 300° anniversario della presenza della Chiesa ortodossa russa nelle Isole Britanniche, ha benedetto una nuova lapide presso il luogo di sepoltura del metropolita Antony (Bloom) nel cimitero di Brompton a Londra.
Poi il Primate della Chiesa ortodossa russa ha tenuto un servizio funebre per il sempre memorabile metropolita Antony. Al servizio funebre hanno partecipato il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion di Volokolamsk, l’arcivescovo Elisey di Surozh, il vicario della diocesi di Surozh, arcivescovo Anatoly di Kerch, l’arcivescovo Innokentij di Vilnius e Lituania, il capo della Segreteria amministrativa del Patriarcato di Mosca, vescovo Sergij di Solnechnogorsk, il capo della Gestione delle istituzioni estere del Patriarcato di Mosca, vescovo Antonij di Bogorodsk, il vescovo Flavian di Cherepovets e Belozersk, il vescovo Matfej di Skopin e Shack, numerosi sacerdoti e parrocchiani. Durante il servizio ha cantato il coro di chierici della metropolia di San Pietroburgo.
Alla fine del servizio il Patriarca ha rivolto la sua parola ai presenti, dicendo:
“Siamo qui riuniti per ricordare il metropolita Antony e tutti noi abbiamo avuto qualche rapporto con lui.
Ricordo il mio primo incontro con lui nel 1965, quando venne in quella che allora si chiamava Leningrado, e con il sempre memorabile metropolita Nicodemo celebrò la Divina Liturgia nella Chiesa di San Nicola, divenuta poi la cattedrale della città. Ero in piedi vicino al metropolita Nicodemo e sono rimasto colpito dalla predicazione del vescovo Antony. Parlava a bassa voce, probabilmente troppo a bassa voce per essere udito da tutti in quella grande cattedrale, ma io ero vicino e ho ascoltato il discorso dall’inizio alla fine ed esso è rimasto impresso nella mia coscienza, non solo per i saggi pensieri ma anche, ovviamente, per la forza spirituale. E poi ho capito nel cuore e nella mente che il metropolita Antony era un uomo speciale, dotato da Dio di un carisma particolare.
Poi abbiamo spesso incontrato il metropolita Antony in diversi convegni internazionali. Io sono stato spesso nel Regno Unito e lui veniva in Russia. Siamo sempre stati legati da un ottimo rapporto, sincero. Abbiamo parlato apertamente anche delle cose più delicate, della situazione della Chiesa in Unione Sovietica. E’ stato sempre un buon ascoltatore. Non ha mai fatto domande complesse o difficili, perché sapeva quanto noi quello che stava accadendo nel paese e nella Chiesa. Lui ed io eravamo d’accordo su molte questioni. E questa unità si è manifestata in modi diversi e in molte circostanze.
Quando il metropolita si ammalò e le forze cominciavano a mancargli, tutti coloro che lo conoscevano e lo amavano gli auguravano molti anni di vita, ma allo stesso tempo si rendevano conto che la vita umana non può essere allungata artificialmente. Ecco perché in qualità di presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne, ho dovuto organizzare la vita della Chiesa nel Regno Unito dopo la morte del metropolita Antony. Molti di voi sanno che gli anni che seguirono la sua morte furono difficili. Ma per grazia di Dio, e forse per le preghiere del metropolita, tutto è stato risolto e quelle nuvole che si erano addensate sulla nostra comunità nel Regno Unito sono state disperse. Pochi sono coloro che ricordano ancora questo. La parrocchia è diventata ancora più forte, più unita. Essa riunisce persone di diversa età, quelle più anziane ricordano bene il metropolita Antony, lo amavano, sono state al suo fianco.
Credo che sia dovere della nostra comunità ortodossa e della diocesi di Sourozh custodire la memoria del metropolita Antony, con grande devozione e amore. È stato il fondatore della diocesi, ha fondato la comunità ortodossa russa, aperta agli inglesi, a persone di diverse nazionalità, che, di fatto, abbelliscono la nostra vita spirituale ortodossa. Sono profondamente convinto che la memoria del metropolita è viva nei cuori non solo di quelli che lo hanno conosciuto e amato, ma anche di quelli che non lo hanno conosciuto personalmente, ma lo amano attraverso le sue opere, i suoi libri e sermoni e le storie che hanno sentito su di lui.
Preghiamo che il ricordo luminoso di Sua Eminenza il metropolita Antony sia conservato di generazione in generazione nei cuori riconoscenti del popolo ortodosso della diocesi di Surozh. Il Signore vi benedica”.
Presidente del Dipartimento
Omelia
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