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Conferenza internazionale su Sant'Isacco di N…

Conferenza internazionale su Sant'Isacco di Ninive

Il 10 ottobre si è svolta presso la Sala dei convegni della Facoltà di Filosofia dell’Università statale di Mosca la prima giornata della Conferenza internazionale di Patristica, organizzata dalla Scuola di dottorato e alti studi teologici dei santi Cirillo e Metodio, dal titolo «Sant’Isacco il Siro e la sua eredità spirituale».

La conferenza è stata aperta dal metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, presidente della Commissione sinodale biblico-teologica e rettore della Scuola di dottorato.

L'evento è stato organizzato dalla Scuola di dottorato e alti studi teologici in collaborazione con la Facoltà di Filosofia dell’Università statale di Mosca e la Fondazione «Meta». Vi hanno preso parte i maggiori esperti nel campo della Patristica siriaca e degli studi orientali di Russia, Europa Occidentale, America del Nord e Medio Oriente. Tra gli ospiti c’erano i più grandi studiosi di Sant'Isacco: Sebastian Brock (Regno Unito), Martin Tamko (Germania), Sabino Chialà (Italia), Marcel Pirard (Francia) e altri.

All’apertura della conferenza hanno partecipato alcuni vescovi di diverse Chiese di Siria, tra cui il vescovo di Apamea Isacco, vicario della diocesi di Damasco (Patriarcato di Antiochia), l'arcivescovo Iosef Absi (Chiesa cattolica melchita), il vescovo Nalbandian di Armaš (Chiesa apostolica armena), l’arcivescovo Mar Selwan Petr Al-Nemeh (Chiesa siro-ortodossa), l’arcivescovo Samir Nassar (Chiesa maronita).

Erano presenti il rappresentante del Patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente presso il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, arcivescovo Nifon di Filippopoli, il preside della Facoltà di Filosofia dell’Università statale di Mosca e membro corrispondente dell'Accademia Russa delle Scienze di Mosca, professor Vladimir Mironov, il preside del Seminario teologico San Vladimir di New York, arciprete John Behr, il vicerettore della Scuola di dottorato e alti studi teologici dei Santi Cirillo e Metodio, arciprete Vladimir Shmalij, i professori e gli studenti dell’Università statale di Mosca, dell’Accademia Teologica e Seminario di Mosca, dei Seminari di San Nicola di Ugresh, Perervin e Kolomna.

Aprendo la riunione, il metropolita Hilarion ha detto: «Il nostro convegno è dedicato ad uno dei grandi Padri della Chiesa d'Oriente – Sant’Isacco il Siro, vissuto nel VII secolo, che ha scritto in lingua siriaca o aramaica. È la lingua parlata dal Signore Gesù Cristo, è stata la lingua della letteratura scritta cristiana originaria, è la lingua con la quale per secoli hanno parlato e pregato i cristiani di diverse Chiese. Oggi, il suo uso è principalmente liturgico, anche se è parlata ancora in alcuni villaggi.

Uno di questi villaggi è Maalula, recentemente attaccato dai ribelli, come hanno riportato le più importanti agenzie di stampa del mondo. Molti dei presenti sono stati in questo paese, come in altri luoghi connessi con lo sviluppo e la diffusione del cristianesimo in Siria. Noi conosciamo in prima persona la Siria - siamo stati in questo Paese, abbiamo visto come i cristiani sin dall'inizio del conflitto militare coesistevano pacificamente con i musulmani e i membri di altre tradizioni religiose.

Oggi questa fragile armonia interreligiosa è stata minata. Il sangue viene sparso in terra di Siria e il numero dei morti ha ormai raggiunto le decine di migliaia. Siamo profondamente vicini al popolo siriano. La nostra preghiera speciale è per i cristiani siriani, che sono stati oggetto di crudele persecuzione da parte dei musulmani wahhabiti radicali. L'esistenza stessa del cristianesimo in questa terra, dove è vissuto e si è sviluppato per due millenni, è ora minacciata.

Siamo profondamente vicini alla Chiesa ortodossa di Antiochia e alla Chiesa siro-ortodossa per il rapimento dei due metropoliti – Paulos di Aleppo, della Chiesa ortodossa antiochena, e Mar Gregorios Yohanna Ibrahim, della Chiesa siro-ortodossa – che molti di noi conoscono bene. Entrambi sarebbero dovuti essere qui con noi oggi.

Condividiamo le sofferenze dei cristiani siriani, molti dei quali hanno perso i loro cari e sono stati costretti ad abbandonare le proprie case. Esprimiamo dolore per la distruzione delle chiese cristiane e la profanazione dei luoghi sacri.

Oggi sono presenti tra noi sei vescovi che rappresentano le varie Chiese cristiane in Siria. Vorrei salutare soprattutto voi oggi, cari fratelli, e rivolgere a Voi parole di sincero sostegno. Le vostre chiese sono state oggetto del fuoco dell’artiglieria, i siti sacri sono stati profanati e il vostro gregge sta scomparendo sotto i vostri occhi: alcuni cristiani sono morti a seguito degli attacchi terroristici, mentre altri sono stati costretti ad abbandonare le loro case. In questi giorni avete potuto venerare i luoghi santi del nostro Paese, pregare insieme con noi, incontrare Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus' e importanti rappresentanti della Federazione Russa. Vorrei assicurarvi che la Russia e la Chiesa ortodossa russa, che unisce popoli di vari Paesi, vi sostengono nella vostra lotta per la sopravvivenza, per la conservazione della presenza cristiana in terra di Siria, che è sacra per tutti noi.

Saluto tutti gli studiosi qui riuniti, teologi e studiosi di Patrologia siriaca, specialmente quelli che sono venuti dall'estero. La nostra conferenza ha riunito i maggiori esperti nel campo della ricerca siriana. Per quanto ne so, questa è la prima conferenza al mondo, di tale livello, dedicata a Sant’Isacco il Siro. La maggior parte dei partecipanti alla conferenza sono studiosi che hanno dato un contributo personale alla pubblicazione o alla traduzione delle opere di Sant’Isacco, alla ricerca del suo insegnamento teologico e ascetico.

Mi auguro che questa conferenza costituisca un ulteriore passo in avanti nello studio del patrimonio spirituale di questo grande Padre della Chiesa. Spero inoltre che possa attirare ancora maggiore attenzione verso la tradizione cristiana siriana, che oggi ha particolarmente bisogno di essere difesa.

Ringrazio la Facoltà di Filosofia dell'Università statale di Mosca per aver preso parte alla preparazione di questa conferenza e per aver messo a disposizione i suoi locali. Ringrazio la Fondazione «Meta» per il sostegno finanziario, senza il quale sarebbe stato impossibile tenere la conferenza. Invoco la benedizione di Dio su tutti i partecipanti alla conferenza».

Poi ha preso la parola il preside della Facoltà di Filosofia Mironov, che ha detto: «È la prima volta che l'Università di Mosca e la Scuola di dottorato e alti studi teologici hanno unito gli sforzi per organizzare una conferenza. I rappresentanti della scienza e dell'istruzione religiosa e laica si sono riuniti in questa sala e ci auguriamo che la collaborazione tra l'Università e la Chiesa continui a svilupparsi in futuro».

Egli ha ricordato che l'Università forma specialisti in tutti i campi della filosofia, della cultura e delle tradizioni religiose, tra cui lo studio della storia e delle tradizioni dell'Ortodossia - uno dei fondamenti della storia e della statualità russa, - che occupa un posto preminente nel campo dell'istruzione superiore dell'Università di Mosca.

Il preside della Facoltà di Filosofia ha espresso la speranza che in futuro le conferenze congiunte su temi legati alla storia dell’Ortodossia e al suo ragionamento filosofico diventino più regolari.

«Sono particolarmente lieto che Sua Eminenza il Metropolita Hilarion abbia scelto questa sede per la conferenza, la nostra Facoltà, - ha aggiunto Vladimir Mironov - perché sappiamo che è l'autore di un importante ricerca su questo padre della Chiesa del VII secolo». Il decano della Facoltà di filosofia ritiene che la conferenza congiunta su Sant'Isacco il Siro dimostra lo sviluppo della cooperazione proficua tra l’istruzione laica e religiosa, e contribuisce all’ulteriore arricchimento del patrimonio scientifico, storico, spirituale e culturale generale.

Nel prendere la parola, l'arcivescovo Mar Selwan Petr Al-Nemeh (Chiesa siro-ortodossa) ha ringraziato la Chiesa ortodossa russa e il Governo russo per la ferma posizione sulla situazione in Siria e per l'assistenza umanitaria fornita al popolo siriano. Dalla Siria il cristianesimo si è diffuso in tutto il mondo, ha ricordato il vescovo Selwan, dicendo: «Questa terra ha svolto un’importante missione teologica, ha dato al mondo grandi asceti come Sant’Isacco il Siro, San Giovanni di Damasco e molti altri Padri della Chiesa».

Secondo la testimonianza dell’arcivescovo Selwan, in Siria vivevano in pace e in armonia con i musulmani circa un milione e mezzo di cristiani. Con lo scoppio delle ostilità nel 2011, è iniziata la distruzione dei templi e delle case, abitate dai cristiani. «Sono state distrutte circa cinquanta chiese, tra cui quelle di Maaloula, dove si parla la stessa lingua del Salvatore», - ha detto con amarezza l'arcivescovo. Egli ha ricordato che il 6 ottobre a Damasco la chiesa ortodossa dell’Esaltazione della Santa Croce è stata danneggiata dai bombardamenti e dal fuoco dei mortai.

«Più di mezzo milione di cristiani si sono allontanati dalle loro case. Temiamo che questo flusso continui, come è successo in Iraq. Noi in Siria abbiamo la nostra storia, non siamo stranieri che vivono in questo Paese, abbiamo le nostre radici in terra siriana. Non riusciremo mai a lasciare la Siria, qualsiasi cosa succeda», - ha detto il gerarca della Chiesa siro-ortodossa.

Egli ha espresso fiducia che il sostegno della Chiesa ortodossa russa, dello Stato e del popolo della Russia possano svolgere un ruolo decisivo nel porre fine alla sofferenza e allo spargimento di sangue in Siria. «Spero che il metropolita Hilarion e tutti i presenti qui pregheranno per noi e per il cristianesimo in Siria, affinché non scompaia e il Paese non diventi solo un  «museo» del cristianesimo»,  ha detto l'arcivescovo Mar Selwan Petr Al-Nemeh.

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