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Dichiarazione del Consiglio Supremo della Chiesa Russa sulla condanna del tribunale ai profanatori della Chiesa

In seguito alla sentenza della Corte del quartiere Khamovniki di Mosca, relativa al processo per i disordini che hanno avuto luogo nel mese di febbraio nella Cattedrale di Cristo Salvatore, il Consiglio Ecclesiastico Supremo della Chiesa ortodossa russa ha reso pubblica una dichiarazione.

Il Consiglio Ecclesiastico Supremo ritiene importante chiarire ancora una volta la posizione della Chiesa riguardo agli atti sacrileghi avvenuti nella Cattedrale di Cristo Salvatore, anche in relazione alla sentenza del tribunale dello Stato.

Riconoscendo la necessità di una reazione adeguata da parte dello Stato, richiamiamo l'attenzione pubblica sul fatto che la valutazione giuridica degli avvenimenti non rientra nelle competenze delle autorità ecclesiastiche. Determinare le misure di coercizione e punizione è prerogativa inalienabile del tribunale laico. La Chiesa non ha alcuna possibilità di influenza sull'amministrazione della giustizia e non intende averne. La Chiesa non prende in considerazione l’accaduto né dal punto di vista politico, né da quello estetico. Dovere pastorale della Chiesa è di dare una valutazione spirituale e morale degli eventi.

Quello che è successo è un atto blasfemo e un sacrilegio, un insulto cosciente e deliberato alle cose sante, un’offesa grossolana arrecata a milioni di persone e ai lorosentimenti. Pertanto, non sono accettabili i tentativi di presentare quello che è successo nella cattedrale come una preghiera, fatta in modo non convenzionale. Purtroppo,questi tentativi hanno ingannato molte persone, tra cui alcuni membri della Chiesa, che non sanno quali parole blasfeme e volgari sono state pronunciate dal pulpitodella chiesa di Cristo Salvatore. Gli atti osceni perpetrati nella chiesa non sono stati che il seguito delle azioni pubbliche profondamente immorali commesse in precedenza dalle stesse persone e dai loro complici e rimaste impunite.

La blasfemia è un peccato grave. Un cristiano ortodosso non può né prendere parte alla bestemmia, né approvarla, né sostenerla, direttamente o indirettamente.

C'è una distinzione tra i peccati contro l'uomo e quelli contro Dio. Se un cristiano individualmente è parte lesa, è chiamato a perdonare i peccati commessi contro di lui. Ma il perdono del peccato contro Dio non è possibile senza il pentimento sincero di chi ha peccato. Nel Vangelo leggiamo che Cristo, mentre perdonava coloro che gli recavano offesa come uomo, allo stesso tempo metteva in guardia circa il pericolo del peccato contro lo Spirito Santo: “…ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna”(Mc 3:29). La bestemmia è il principale segno del nemico di Dio, come descritto nell’Apocalisse: “Essa aprì la bocca per proferire bestemmie contro Dio, per bestemmiare il suo nome e la sua dimora, contro tutti quelli che abitano in cielo” (Ap 13:6).

Proclamare il perdono da parte di Dio a coloro che non si pentono di fronte a Lui dei propri atti blasfemi, significherebbe un’appropriazione da parte della Chiesa di un’autorità che non le è data. “Se un uomo pecca contro un altro uomo, Dio potrà intervenire in suo favore, ma se l'uomo pecca contro il Signore, chi potrà intercedere per lui?”. (1 Sam 2:25). I peccatori impenitenti sono lasciati al giudizio di Dio: “A me la vendetta, sono io che ricambierò , dice il Signore” (Deuteronomio 32:35, Romani 12:19).

Le oscenità nelle chiese, la profanazione delle cose sante, l'odio per la Chiesa sono fenomeni ben conosciuti nella storia. Simili azioni sono sempre state caratteristiche di forze che non hanno portato né pace, né bene, né libertà alla gente. Nel ventesimo secolo, l’odio anti-religioso, così come l’odio etnico, hanno causato milioni di vittime. Il nostro popolo ha conosciuto la prova dell’ateismo militante e dell’aggressione nazista. Ciò ci ha dato una lezione tragica che ha formato la nostra sensibilità particolare nei confronti delle offese dei sentimenti religiosi e nazionali. Pertanto, nella nostra società, incitare all'odio e all’inimicizia per motivi religiosi ed etnici significa sempre una minaccia di sconvolgimenti distruttivi.

Salvare il tessuto sociale è impossibile senza il rispetto per la memoria dei caduti per la patria. Gli atti sacrileghi commessi nella chiesa eretta in memoria dei soldati russi caduti nella guerra del 1812, sono particolarmente offensivi durante le celebrazioni per il bicentenario della loro morte. Impedire le offese dei sentimenti dei credenti, gli atti sacrileghi nei confronti delle cose sante e la profanazione dei monumenti culturali è il compito di ogni Stato che rispetta i suoi cittadini. Stabilire un precedente giuridico dovrebbe servire a evitare il ripetersi di azioni simili in futuro.

Senza mettere in discussione la legittimità della sentenza, facciamo appello alle autorità dello Stato chiedendo loro di dimostrare misericordia, per quanto consentito dalla legge, nei confronti dei condannati, nella speranza che essi si astengano dal ripetere simili azioni blasfeme.

La Chiesa ringrazia tutti coloro che l’hanno sostenuta, condannando la bestemmia e esprimendo la propria protesta pacifica contro dette azioni. Consideriamo naturale l’espressione di pietà nei confronti degli arrestati, manifestata sia da figli della Chiesa, che da persone esterne. E’ necessario distinguere il peccato dal peccatore, condannare il primo e sperare nel pentimento del secondo. Dio desidera sempre la salvezza dei peccatori e li chiama al pentimento. Così anche la Chiesa opera per la riconciliazione e la guarigione delle ferite che sono state inferte con le manifestazioni di blasfemia e di odio.

Rivolgendosi alle persone i cui sentimenti religiosi e nazionali sono stati profondamente offesi, sia dagli atti blasfemi, che dalla campagna di propaganda che ad essi ha fatto seguito, la Chiesa esorta ad astenersi da qualsiasi ritorsione e da tutti gli atti illeciti, tanto più da atti di violenza, e allo stesso tempo benedice le azioni civili pacifiche volte alla tutela dei fedeli ortodossi e dei loro luoghi sacri da ogni espressione di odio e blasfemia.

Chiediamo a tutti i figli fedeli della Chiesa ortodossa russa di mantenere uno spirito pacifico di preghiera alla presenza di Dio.

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