Home page Notizie
Il metropolita Antonij di Boryspil e Brovary:…

Il metropolita Antonij di Boryspil e Brovary: la protezione dei luoghi santi e dei diritti dei fedeli è una forma di testimonianza

Servizio di comunicazione del DECR, 29.12.2025.

L’amministratore della Chiesa Ortodossa Ucraina, metropolita Antonij di Boryspil e Brovary, ha rilasciato un’intervista al portale serbo Život Crkve (“Vita della Chiesa”), rispondendo a domande sulla situazione della Chiesa canonica in Ucraina.

–Eminenza, mi permetta di ringraziarLa per aver accettato di rilasciare un’intervista al nostro portale. La prima domanda riguarda la minaccia di un divieto totale della Chiesa Ortodossa Ucraina e la sottrazione dei suoi templi e dei suoi beni. Qual è la situazione attuale?

– Il processo di divieto della Chiesa Ortodossa Ucraina, purtroppo, continua, e non ci si può aspettare che la questione venga rimossa dall’agenda a breve, nonostante la sua assurdità e le contraddizioni con la Costituzione vigente dell’Ucraina, con altri atti legislativi e con il diritto internazionale. Ad oggi, nel quadro del procedimento giudiziario indicato, si sono già svolte tre udienze, la prossima delle quali è programmata per il 24 febbraio 2026. Inoltre, in diverse regioni si registrano tentativi di limitare l’attività della Chiesa Ortodossa Ucraina a livello locale, nonché tentativi di sottrazione e successiva trasmissione di templi e complessi monastici ad un’altra confessione.

Si registrano anche casi di pressione giuridica e amministrativa sulle nostre comunità riguardo ai beni e alla registrazione delle organizzazioni religiose. Attualmente non ci si prende nemmeno la briga di convocare assemblee fittizie per il “passaggio” alla “Chiesa ortodossa in Ucraina”, ma si procede semplicemente alla riassegnazione segreta del tempio o di altri beni ecclesiastici a questa confessione, e i nuovi “proprietari” si presentano al nostro sacerdote comunicando che il tempio non appartiene più alla nostra Chiesa. Le forze dell’ordine dello Stato garantiscono l’esecuzione di tale decisione. È in questo modo che avvengono i cosiddetti “passaggi volontari” delle nostre parrocchie alla “Chiesa ortodossa in Ucraina”, di cui tanto amano parlare i portavoce di quella confessione.

Allo stesso tempo, va sottolineato che la questione di un divieto totale e generalizzato della Chiesa Ortodossa Ucraina rimane giuridicamente e praticamente estremamente complessa, poiché essa costituisce una comunità religiosa di massa con milioni di fedeli, migliaia di parrocchie, monasteri e membri del clero. Qualsiasi tentativo di divieto totale si scontra inevitabilmente con conseguenze giuridiche, sociali e umanitarie. L’esperienza mostra che, anche quando un tempio ci viene sottratto, i parrocchiani e il sacerdote restano fedeli alla Chiesa Ortodossa Ucraina. Per le funzioni religiose si raccolgono nelle proprie abitazioni o in altri locali adattati. I templi sottratti, purtroppo, rimangono nella maggior parte dei casi vuoti, poiché coloro che li hanno occupati non avevano l’intenzione di frequentarli. Per loro si tratta di un’azione politica: talvolta per convinzione, più spesso per motivi finanziari.

Dal punto di vista ecclesiale, è importante sottolineare un principio fondamentale: la Chiesa non coincide con i beni e gli edifici. Templi e monasteri rappresentano una grande sacralità e un patrimonio storico, ma la Chiesa vive prima di tutto nell’Eucaristia, nella fede e nella comunità dei credenti. La storia conosce molti esempi in cui la Chiesa è stata privata dei suoi templi, ma non ha smesso di essere Chiesa. Allo stesso tempo, la protezione dei luoghi santi e dei diritti legittimi dei fedeli non costituisce una lotta politica, ma una forma di testimonianza, compiuta pacificamente, legalmente e con dignità cristiana. La Chiesa ha già vissuto tempi simili. Ed è per questo che oggi risultano particolarmente appropriate le parole dell’apostolo: «Siamo afflitti, ma sempre gioiosi; siamo poveri, ma arricchiamo molti; non possediamo nulla, ma possediamo ogni cosa» (2 Cor. 6:10).

In definitiva, il destino della Chiesa è nelle mani di Dio, e nessuna privazione esterna può distruggere il Corpo di Cristo. Di fronte alle prove, la Chiesa è chiamata non alla paura, ma alla fedeltà e alla speranza nel Signore, che ha detto: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt. 28:20).

– Abbiamo letto più volte dei problemi legati agli attacchi ai templi della Chiesa Ortodossa Ucraina da parte dei sostenitori della cosiddetta “Chiesa Ortodossa in Ucraina”, riconosciuta dal Patriarcato di Costantinopoli. Queste violazioni sono accompagnate da aggressioni ai fedeli e profanazioni dei luoghi santi. A Cherkasy, ad esempio, durante un’aggressione per poco non è stato ucciso il vescovo locale. Ci può dire se, nel corso di questo periodo di illegalità, la Chiesa Ortodossa Ucraina ha ricevuto anche un solo segnale da Costantinopoli che condanni tali attacchi e sia pronta a compiere ogni sforzo per fermare le azioni illecite dei sostenitori della “Chiesa ortodossa in Ucraina”?

– Ad oggi non siamo a conoscenza di alcuna dichiarazione pubblica, ufficiale e inequivocabile da parte del Patriarcato di Costantinopoli che condanni chiaramente gli attacchi ai templi della Chiesa Ortodossa Ucraina, la violenza contro i fedeli, la profanazione dei luoghi santi o le aggressioni contro i gerarchi e il clero. Non vi sono stati nemmeno appelli rivolti ai sostenitori della “Chiesa ortodossa in Ucraina” per fermare immediatamente tali azioni e rispettare l’ordine canonico e civile.

Questo silenzio viene percepito dai nostri fedeli come profondamente doloroso e scandaloso, poiché nella coscienza ecclesiale la violenza, la coercizione e il sequestro dei luoghi santi sono incompatibili con lo spirito del vero cristianesimo. I santi padri hanno insegnato chiaramente che la verità della Chiesa non si afferma con la forza, e la grazia non può agire attraverso l’illegalità. Così, san Giovanni Crisostomo scriveva: «La Chiesa non ha bisogno di violenza, perché la verità è forte di per sé».

È importante sottolineare che la responsabilità per azioni illecite concrete ricade prima di tutto su chi le compie, e nessuna decisione politico-ecclesiale può giustificare percosse, minacce o profanazioni dei templi. Il silenzio o l’assenza di una chiara valutazione morale da parte delle autorità ecclesiastiche, qualunque siano le loro motivazioni, non esonera dalla responsabilità personale davanti a Dio.

La Chiesa Ortodossa Ucraina, in questa situazione, ha scelto la via della pazienza e della preghiera, non rispondendo al male con il male e continuando a testimoniare Cristo non con la forza, ma con la fedeltà, in conformità con lo spirito evangelico e patristico. Come dice san Massimo il Confessore: «La verità trionfa non quando sconfigge il nemico, ma quando conserva l’amore».

– I media greci scrivevano che una possibile soluzione della crisi ecclesiale in Ucraina potrebbe essere l’unione tra la Chiesa Ortodossa Ucraina e la “Chiesa ortodossa in Ucraina”. Quanto è realistico uno scenario simile?

– Tutti noi proviamo profondo dolore per la divisione della società ortodossa nel nostro Paese. Tuttavia, la vita ecclesiale ha le proprie leggi, che devono essere prioritariamente osservate nella risoluzione di qualsiasi problema. Tentare di considerare la questione dell’unione tra la Chiesa Ortodossa Ucraina e la “Chiesa ortodossa in Ucraina” richiede un approccio non tanto politico o razionalistica, ma prima di tutto ecclesiale, canonico e spirituale.

Nella teologia e nella prassi ortodossa, l’unione delle Chiese non è un atto amministrativo o una fusione di strutture, ma il ritorno alla vera unità nello spirito e nella verità, basata sulla comunione nei santi sacramenti, sul riconoscimento dei fondamenti canonici e sull’amore reciproco in Cristo.

Rispondendo a questa domanda, è importante stabilire subito la giusta prospettiva ecclesiale, poiché nei dibattiti laici o persino ecclesiastico-pubblicistici spesso si confondono concetti che nella coscienza ortodossa sono fondamentalmente diversi. Nell’Ortodossia l’unione è possibile solo come recupero dell’unità canonica ed eucaristica, non come compromesso tra strutture religiose o fusione amministrativa di organizzazioni. La Chiesa non è un’alleanza contrattuale, ma il Corpo di Cristo che vive della grazia dello Spirito Santo. È quindi necessario affermare chiaramente: l’unione è possibile solo su basi canoniche. La storia della Chiesa mostra che ogni vera ricomposizione è avvenuta attraverso il ritorno alla comunione canonica, il ripristino della successione apostolica e il pentimento per le divisioni e le illegalità ecclesiali. Senza tutto ciò, si parla solo di un accordo esteriore, non di unità ecclesiale.

Dal punto di vista del diritto canonico della Chiesa Ortodossa, la “Chiesa ortodossa in Ucraina” è sorta al di fuori dell’ordine canonico, senza legittima successione apostolica, basandosi su strutture scismatiche precedentemente condannate. Ricordo ancora una volta che fino al 2018 le cosiddette “Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Kiev” e “Chiesa Autocafra Ucraina”, che poi si unirono creando la “Chiesa ortodossa in Ucraina”, erano considerate scismatiche da tutte le Chiese autocefale, incluso il Patriarcato di Costantinopoli. Non vi era alcuna azione prevista dal diritto canonico per il ritorno degli scismatici nel seno della Chiesa. Si è verificata una legalizzazione, non una guarigione dello scisma. Pertanto, parlare di “unione di due Chiese” nel senso ortodosso è scorretto, poiché la Chiesa non può unirsi con ciò che non esiste dal punto di vista canonico e sacramentale.

Di conseguenza, nella forma in cui l’unione viene talvolta discussa dai media – come compromesso o reciproco riconoscimento senza risolvere la questione canonica – uno scenario simile non è realistico e non è accettabile per la Chiesa Ortodossa. Contraddice le basi stesse dell’essere ecclesiale e distrugge il concetto di grazia, sacramenti e successione apostolica.

Desideriamo e preghiamo affinché vi sia una Chiesa unica nel nostro Paese, ma quella Chiesa deve essere fondata da Cristo Salvatore, in cui il comandamento dell’amore sia la pietra angolare e le norme canoniche lo strumento principale per risolvere sia questioni semplici sia quelle complesse.

– In Ucraina opera l’esarcato del Patriarcato di Costantinopoli. È una struttura influente? Può diventare un centro che riunisca vescovi e fedeli ortodossi che in nessun caso vogliono aderire alla “Chiesa ortodossa in Ucraina”? È realistico il ristabilimento della comunione tra la Chiesa Ortodossa Ucraina e il Patriarcato di Costantinopoli?

– Prima di tutto, va chiarito un principio fondamentale: in Ucraina esiste una sola e unica Chiesa Ortodossa canonica – la Chiesa Ortodossa Ucraina. Essa possiede la successione apostolica continua, la gerarchia canonica, la pienezza della vita sacramentale e radici storiche nella vita del popolo ortodosso ucraino. Solo la Chiesa Ortodossa Ucraina può davvero unire i fedeli, non amministrativamente, ma eucaristicamente, in Cristo e nella grazia dello Spirito Santo.

Per quanto riguarda l’esarcato del Patriarcato di Costantinopoli in Ucraina, esso non è una struttura influente o autonoma; la sua esistenza è piuttosto di natura ausiliaria e rappresentativa. Pertanto, l’idea che l’esarcato possa diventare un “centro di unione” alternativo per gerarchi e fedeli che non accettano la “Chiesa ortodossa in Ucraina” non corrisponde all’ecclesiologia ortodossa. Nell’Ortodossia il principio unitivo non è una struttura in sé o l’appartenenza giurisdizionale, ma l’appartenenza alla Chiesa canonica, dove si preserva la fede apostolica, i canoni e l’unità eucaristica. Al di fuori di ciò non è possibile creare alcun nuovo “centro”.

Per quanto riguarda il possibile ristabilimento della comunione con il Patriarcato di Costantinopoli, la Chiesa vive sempre nella speranza della pace e della restaurazione della comunione, perché le divisioni costituiscono una ferita nel Corpo di Cristo. Tuttavia, tale ristabilimento è possibile solo sulla base della verità canonica, non ignorando le violazioni dell’ordine ecclesiale esistenti. Il vero ristabilimento della comunione può avvenire solo riconoscendo la Chiesa Ortodossa Ucraina come unica Chiesa canonica in Ucraina, cessando di sostenere strutture scismatiche e tornando a decisioni conciliare comuni che riguardano l’intera pienezza dell’Ortodossia universale. Senza questo, qualsiasi forma esterna di “coesistenza” o “centro parallelo” non porterà a una vera pace nella Chiesa.

– Come valuta l’annunciata visita del Papa a Kiev? Questo potrà portare ad un’intensificazione degli sforzi per la creazione di un’unione in Ucraina?

– Nel rispondere a questa domanda, va tenuta in considerazione anche la posizione del Papa stesso, che ha più volte sottolineato che il suo eventuale viaggio a Kiev è legato esclusivamente alla fine della guerra e all’instaurazione della pace. In questo senso si tratta non di passi pratici immediati, ma di una visita ipotetica, che il Papa considera soprattutto sotto il profilo umanitario e simbolico – come gesto di sostegno al popolo sofferente e come appello alla cessazione della violenza.

Dal punto di vista ortodosso, qualsiasi visita del capo della Chiesa Cattolica Romana in un territorio di tradizionale presenza ortodossa non può essere considerata neutrale, poiché l’esperienza storica mostra che la problematica uniatica è sempre stata associata a sofferenza, divisioni e gravi contraddizioni ecclesiologiche e teologiche. La memoria di ciò è viva e non può essere ignorata.

Va inoltre sottolineato che la Chiesa Ortodossa rifiuta in modo fondamentale l’uniatismo come via verso l’unità, poiché l’unità vera è possibile solo nella verità della fede, non attraverso la subordinazione di una tradizione ecclesiale a un’altra. Ciò è stato ripetutamente affermato a livello pan-ortodosso, incluso nel dialogo ortodosso-cattolico. Questo approccio è stato adottato anche nella dichiarazione finale dell’incontro a Cuba nel 2016 tra Sua Santità il Patriarca Kirill e Papa Francesco. L’unità non può essere costruita sullo svuotamento dei dogmi e dell’ecclesiologia. La Chiesa è chiamata a vegliare e custodire la fede, senza cedere alla paura e ai pettegolezzi. Come insegna l’apostolo: «Esaminate ogni cosa e trattenete ciò che è buono» (1 Tess. 5:21).

In definitiva, il destino dell’Ortodossia in Ucraina non è determinato da visite esterne né da gesti diplomatici, ma dalla fedeltà alla Chiesa e a Cristo, dal mantenimento dell’ordine canonico e dalla vita sacramentale. È questo, e non alcuna forma di uniatismo, che resta la vera via della Chiesa.

Condividere:
Sua Santità il Patriarca Kirill ha presieduto l’ultima riunione del Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Russa nel 2025

26.12.2025

Nella festa dell’Icona della Madre di Dio di Kazan, Sua Santità il Patriarca Kirill ha celebrato la Liturgia nella Cattedrale della Dormizione del Cremlino di Mosca

04.11.2025

La vigilia della festa dell’Icona della Madre di Dio di Kazan, Sua Santità il Patriarca Kirill ha celebrato la Veglia Notturna nella Cattedrale dell’Epifania a Mosca

03.11.2025

Sua Santità il Patriarca Kirill presiede una sessione ordinaria del Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Russa

30.10.2025

Sua Santità il Patriarca Kirill incontra il Presidente Onorario della Fondazione per la Pace Sasakawa del Giappone

21.09.2025

Sua Santità il Patriarca Kirill partecipa alla cerimonia di chiusura dell'VIII Congresso dei Leader delle Religioni Mondiali e Tradizionali

18.09.2025

Sua Santità il Patriarca Kirill incontra leader religiosi a margine del Congresso di Astana

18.09.2025

Sua Santità il Patriarca Kirill incontra Sua Beatitudine il Patriarca Teofilo III di Gerusalemme

17.09.2025

Sua Santità il Patriarca Kirill interviene all'apertura dell'VIII Congresso dei Leader delle Religioni Mondiali e Tradizionali

17.09.2025

Sua Santità il Patriarca Kirill incontra il Presidente del Kazakistan Kassym-Jomart Tokayev

17.09.2025

Sua Santità il Patriarca Kirill incontra l'Ambasciatore della Turchia in Russia

02.09.2025

Nella festa della Dormizione della Madre di Dio, il Primate della Chiesa Russa ha celebrato la Liturgia nella Cattedrale della Dormizione del Cremlino di Mosca

28.08.2025

Sua Santità il Patriarca Kirill tiene un servizio di preghiera in vista dell'incontro tra i Presidenti della Russia e degli Stati Uniti in Alaska

15.08.2025

Sua Santità il Patriarca Kirill ha incontrato il Presidente della Repubblica Democratica Popolare del Laos

30.07.2025

Sua Santità il Patriarca Kirill incontra il Rais (Capo) del Tatarstan Rustam Minnikhanov

21.07.2025

Sua Santità il Patriarca Kirill ha presieduto l’ultima riunione del Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Russa nel 2025

26.12.2025

Il Metropolita Antonij presiede le celebrazioni per la festa patronale della Rappresentanza della Chiesa Ortodossa delle Terre Ceche e della Slovacchia a Mosca

19.12.2025

Il Metropolita Antonij di Volokolamsk ha presieduto le celebrazioni patronali presso la Rappresentanza della Chiesa Ortodossa in America a Mosca

07.12.2025

Il presidente del DECR incontra il Primate della Chiesa Ortodossa Giapponese

28.11.2025

La delegazione del DECR prende parte alla Conferenza Regionale dei Connazionali Russi Residenti in Africa e in Medio Oriente

22.11.2025

Il Presidente del DECR ha partecipato a una tavola rotonda sulla cooperazione tra la Chiesa ortodossa russa e i connazionali residenti in Africa e in Medio Oriente

21.11.2025

Questioni relative alla difesa dell’Ortodossia sono state discusse alla Sezione “Diplomazia e Diritto nella Difesa dell’Ortodossia Russa” nell’ambito del XXVII Concilio Mondiale del Popolo Russo

18.11.2025

Nella festa dell’Icona della Madre di Dio di Kazan, Sua Santità il Patriarca Kirill ha celebrato la Liturgia nella Cattedrale della Dormizione del Cremlino di Mosca

04.11.2025

La vigilia della festa dell’Icona della Madre di Dio di Kazan, Sua Santità il Patriarca Kirill ha celebrato la Veglia Notturna nella Cattedrale dell’Epifania a Mosca

03.11.2025

Si è tenuta la 17a riunione del Gruppo di lavoro sull'interazione tra la Chiesa Ortodossa Russa e il Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa

31.10.2025

Sua Santità il Patriarca Kirill presiede una sessione ordinaria del Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Russa

30.10.2025

Si conclude a Roma il Forum "Osare la Pace"

28.10.2025

Il Presidente del DECR partecipa ai lavori dell’Incontro della Comunità di Sant’Egidio a Roma

26.10.2025

Il metropolita Antonij celebra la Divina Liturgia nella chiesa di Santa Caterina a Roma

26.10.2025

Il metropolita Antonij di Volokolamsk ha preso parte alle celebrazioni per il centenario della parrocchia di Hebron

23.10.2025

Page is available in the following languages
Commenti

I campi contrassegnati con * sono obbligatori

Invia un messaggio
Рус Укр Eng Deu Ελλ Fra Ita Бълг ქარ Срп Rom عرب