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Sua Santità il Patriarca Kirill ha ricevuto il metropolita Ionafan di Tulcin e Bratslav, liberato dalla reclusione

Servizio di comunicazione del DECR, 25.06.2024. Il 25 giugno 2024, nlla Residernza patriarcale e sinodale nel Monastero Danilov (San Daniele) a Mosca, Sua Santità il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus’ ha ricevuto il metropolita Ionafan di Tulcin e Bratslav.

Il metropolita Ionafan, condannato dalla corte ucraina a 5 anni di prigione e alla confisca dei beni con le accuse assurde, è stato liberato sabato sulla richiesta del Patriarca dopo le trattative. Il metropolita non si è dichiarato colpevole delle accuse contro di lui.

Sua Santità il Patriarca ha salutato con gioia il metropolita Ionafan, il quale, secondo le parole di Sua Santità, “ha subito notevoli dolori per la sua fedeltà alla Chiesa ortodossa russa e al Patriarca, per il rifiuto dei compromessi al limite del tradimento”. Il Primate del Patriarcato di Mosca ha dichiarato di aver sentito l’obbligo del Patriarca e l’obbligo personale di “intervenire nella situazione per liberare il metropolita da queste condizioni minacciose e imprevedibili nelle conseguenze”.

“Conosco il metropolita da decenni”, ha detto il Patriarca Kirill. “Mentre facevo il rettore dell’Accademia teologica, era un mio studente e poi il più eccezzionale direttore del coro. Mi ricordo come cantava questo coro, come persino dei non credenti venivano nell’Accademia solo per ascoltarlo. Il metropolita ci metteva tutto se stesso, il suo talento. Davanti ai miei occhi c’è un immagine dell’uomo, ardente di amore per il suo lavoro, che esprimeva le sue emozioni non solo con il movimento delle mani, ma con tutto il suo essere. Il metropolita personificava veramente un uomo, totalmente immerso nella musica sacra, ma nel senso più ampio della parola, totalmene immerso nella vita ecclesiale”.

Sua Santità ha sottolineato la fedeltà del metropolita Ionafan all’Ortodossia canonica, alla Chiesa ortodossa russa. “Per questa fedeltà, e non per qualcos’altro, il metropolita è stato perseguitato e si trovava in una situazione, quando il suo futuro suscitava dolore nel mio cuore. Capivo che potevano fare qualsiasi cosa a questo uomo perché la sua fedeltà alla Chiesa ortodossa russa era troppo onesta, intransigente e senza compromessi”, ha osservato Sua Santità il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus’.

Rivolgendosi al metropolita Ionafan, egli ha detto: “Ti ringrazio per tutte le fatiche, da te intraprese, per i dolori, che hai provato, perché hai mantenuto la tua posizione di principio, perché non hai tradito il tuo giuramento episcopale”. Visto il premuroso ministero episcopale e in occasione del 75° anniversario, Sua Santità il Patriarca Kirill ha decorato il metropolita Ionafan di Tulcin e Bratslav con l’ordine di San Sergio di Radonezh (I grado).

Sua Santità ha consegnato al metropolita anche una croce e un encolpion (panaghia) commemorativi.

“Santità, la ringrazio per gli sforzi, grazie ai quali sono arrivato in questo luogo santo”, ha risposto il metropolita Ionafan. “Il Patriarca è il simbolo di tutta la Chiesa russa. Non gettare il Suo nome nella vergogna era il mio compito, il che mi dava le forze per resistere al male”.

All’incontro di Sua Santità il Patriarca con il metropolita Ionafan hanno partecipato anche il Presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne (Decr) del Patriarcato di Mosca, il metropolita Antonij di Volokolamsk, il consigliere del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, l’arciprete Nikolaj Balashov, il presidente del Dipartimento sinodale per le relazioni della Chiesa con la società e i mass media, il capo della Sala stampa ad interim del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ V. R. Legojda.

***

Il 7 agosto 2023, la Corte della città di Vinnitsja ha condannato il metropolita Ionafan a 5 anni di prigione con la confisca dei beni per le accuse che comprendevano “l’azione orienata al cambiamento forzato, o al rovesciamento dello stato costituzionale, oppure alla presa del potere statale” e anche “la violazione dell’integrità territoriale dell’Ucraina”.

Nella dichiarazione di Sua Santità il Patriarca Kirill, pubblicata lo stesso giorno, queste accuse sono state chiamate “assurde”. Come ha osservato il Primate della Chiesa ortodossa russa, la condanna illegittima è stata preceduta “da numerosi tentativi di fare pressione sul metropolita Ionafan, il quale, malgrado tutto, rimaneva fedele alla sua Chiesa e ai confratelli nella fede di Cristo”.

“In questa decisione della corte, dettata dall’odio verso la Chiesa ortodossa ucraina vediamo ancora un esempio della violazione eclatante della libertà religiosa e delle persecuzione per la fede”, ha sottolineato Sua Santità, constatando che le accuse contro il metropolita sono “assolutamente vili e le così dette prove sono falsificate”.

Sua Santità il Patriarca Kirill si è rivolto diverse volte ai leader religiosi, ai rappresentanti delle organizzazioni internazionali e per la difesa del diritto in relazione agli esempi eclatanti delle persecuzioni del metropolita Ionafan e di altri gerarchi, chierici, monaci e laici della Chiesa ortodossa ucraina, constatando che le misure delle autorità attuali dell’Ucraina contro i fedeli hanno “il carattere delle persecuzioni religiose aperte”. Sua Santità ha dato la benedizione di aumentare le preghiere per i vescovi e i chierici della Chiesa ortodossa ucraina, che si trovano in prigione, e anche per tutti i fedeli, i quali cercano di mantenere l’unità ecclesiale e, difendendola, realizzano un’impresa eroica.

Il metropolita Ionafan non si è dichiarato colpevole delle accuse imputategli. Mentre durava la considerazione dell’appello, il metropolita era messo agli arresti domiciliari.

Il 18 giugno 2024, la Corte d’appello di Vinnitsja ha lasciato senza cambiamenti la decisione della corte della prima istanza. In precedenza, il metropolita era stato privato della cittadinanza ucraina.

 

A marzo del 2024 il metropolita Ionafana ha avuto un ictus. Adesso egli ha bisogno della cura e della reabilitazione medica che gli saranno prestate grazie all’aiuto di Sua Santità il Patriarca.

 

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