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Il rappresentante della Chiesa ortodossa russa in Siria: spero nella ripresa dei pellegrinaggi dalla Russia

La prima chiesa russa in Libano aprirà presto le sue porte ai credenti dopo il completamento del restauro. Il rappresentante del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus' presso il Patriarca di Antiochia, l'archimandrita Filipp (Vasiltsev), in un'intervista con l’agenzia RIA Novosti ha parlato della vita della comunità russa, dei santuari di Siria e Libano e delle prospettive di ripristino dei pellegrinaggi dalla Russia in questi antichi paesi.

– Reverendo padre, secondo quanto riportato dai media, recentemente durante un incontro con l'Ambasciatore russo in Libano, Alexander Rudakov, Lei ha sollevato il tema del restauro della Chiesa dell'Annunciazione in Libano. Ci può raccontare di questa chiesa?

– La Chiesa dell'Annunciazione della Beata Vergine Maria nella città di Jal El Dib si trova nel sobborgo cristiano di Beirut ed è la prima chiesa della comunità russa in Libano. Diversi anni fa è stata ceduta all'uso della Chiesa ortodossa russa dalla metropolia dei Monti Libanesi (Patriarcato di Antiochia). Legalmente resta di proprietà della metropolia, ma possiamo svolgervi liberamente le nostre attività liturgiche e comunitarie. Ora la ricostruzione del tempio è stata completata. Si svolgono regolarmente incontri con gli Ambasciatori russi nella Repubblica araba siriana e nella Repubblica libanese.

Posso constatare con certezza che i rapporti tra le Ambasciate e la Rappresentanza della Chiesa Ortodossa Russa si distinguono per l'apertura, la comprensione reciproca, la fiducia e un comune desiderio di cooperazione nella risoluzione delle questioni che dobbiamo affrontare oggi.

– Qual’è la situazione con il pellegrinaggio e il turismo dei russi in Siria e Libano? Quali problemi ci sono in questo settore e come vengono risolti?

– È difficile rispondere a questa domanda in modo inequivocabile. Siria e Libano sono parte integrante della Terra Santa. Gli eventi della storia biblica sono legati anche a questi paesi. In questo senso, i percorsi di pellegrinaggio e quei turistici interesseranno sempre una vasta gamma di persone. Dall’altra parte, oggi, nella coscienza pubblica, questi paesi non sono percepiti come sicuri per il turismo di massa. È certo che l’aspetto della sicurezza deve essere preso in considerazione quando si pianificano visite ai luoghi santi e ai siti del patrimonio culturale di fama mondiale sia in Siria che in Libano. Vale soprattutto per le visite ai luoghi santi in Siria.

La Siria ha attraversato un difficile periodo di guerra, durante la quale era messa in discussione l’esistenza stessa dello Stato siriano. Grazie alla partecipazione dello Stato russo e dell'esercito russo, il Paese sta uscendo dallo stato di conflitto armato, ma oggi permangono gravi tensioni in molte zone della Siria. Tuttavia, insieme all’Ambasciata della Federazione Russa, stiamo cercando di unire la nostra comunità ortodossa di lingua russa, i cui membri vivono in tutta la Siria. Da due anni stiamo implementando un nuovo programma di viaggi e pellegrinaggi per i membri della comunità ortodossa siriana di lingua russa a Damasco che permette di partecipare alle funzioni nella chiesa del santo ieromartire Ignazio il Teoforo presso la Rappresentanza del Chiesa ortodossa russa. Nel corso di un anno e mezzo sono stati organizzati cinque pellegrinaggio simili a Damasco da Latakia, Tartus, Aleppo, Hama, Homs e altre città della Siria.

Attualmente stiamo organizzando pellegrinaggi interni in Siria, ma speriamo di poter riprendere i viaggi dalla Russia nel prossimo futuro. Questa idea potrebbe essere realizzata con l'aiuto del Centro di pellegrinaggio del Patriarcato di Mosca.

Spero inoltre che possa iniziare presto la ricostruzione delle città, dell’economia e delle infrastrutture civili distrutte. Successivamente, possiamo aspettarci il ripristino delle antiche vie di pellegrinaggio verso i santuari cristiani della Siria, noti in tutto il mondo.

– Quali luoghi sono interessanti dal punto di vista del pellegrinaggio in Siria e Libano? Dove si trovano, in che condizioni sono, hanno bisogno di essere restaurati? La Chiesa è coinvolta in questo processo?

– Ricordo la mia prima visita in Siria nel 2010, avvenuta con i pellegrini della Chiesa della Santa Caterina Martire a Roma, dove allora svolgevo il mio ministero. Ciò avvenne proprio alla vigilia del conflitto armato. Abbiamo viaggiato attraverso la Siria, da Aleppo a Damasco, e l'impressione di questo pellegrinaggio è rimasta con me e con i nostri parrocchiani romani per il resto della nostra vita.

La Siria è un paese sorprendente per la sua bellezza, antichità e significato per l'intero mondo cristiano. Ricordiamo che la città di Damasco è storicamente associata ai nomi dei santi apostoli Pietro e Paolo. Il primo vescovo della Chiesa antiochena fu insediato proprio da San Pietro. È lui che sta alla base della Chiesa ortodossa antiochena, anche se di solito, quando si parla dell'apostolo Pietro, ci viene in mente la Chiesa di Roma. Sulla strada da Gerusalemme a Damasco, il Salvatore apparve al persecutore dei cristiani Saulo (in seguito apostolo Paolo). In questo luogo, nella città di Tal Kaukab vicino a Damasco, si trova ora l'attuale Monastero Patriarcale di San Paolo Apostolo della Chiesa Ortodossa Antiochia.

Ogni anno, alla vigilia della memoria dei santi apostoli Pietro e Paolo, venerati nella Chiesa antiochena come suoi fondatori, Sua Beatitudine il Patriarca della Grande Città di Antiochia e di tutto l'Oriente, insieme a numerosi gerarchi, clero e in presenza di migliaia di pellegrini provenienti dalla Siria, dal Libano e da altri paesi, vi celebra i Vespri. È stato consolante vedere quest'anno un numero maggiore di pellegrini rispetto all'anno precedente. Spero che nel prossimo futuro i pellegrini provenienti dalla Russia possano prendere parte a questo servizio. Questa potrebbe essere una buona opzione per uno dei possibili percorsi di pellegrinaggio - sulle orme dei santi apostoli Pietro e Paolo.

Non posso fare a meno di menzionare i più antichi monasteri ortodossi in Siria che i pellegrini possono visitare: il Monastero Saednai con l'icona miracolosa della Madre di Dio “Saednai”; il monastero rupestre di Santa Tecla a Maaloula, dove ancora oggi si parla la lingua di Cristo: l'aramaico; Monastero di San Giorgio ad Al-Humair; Monastero dei Cherubini.

– Quali percorsi promettenti vede per il pellegrinaggio in Libano?

– I viaggi di pellegrinaggio in Libano sono particolarmente attraenti. Nel Santo Vangelo sentiamo: “Cristo venne nelle parti di Tiro e Sidone”. Furono queste città, ora situate nel sud dello stato libanese, che il Salvatore visitò durante la sua vita terrena. Secondo l'antica leggenda locale, durante la sua visita alle città di Tiro e Sidone, Cristo fu accompagnato dalla Santissima Madre di Dio. Come richiesto dalla legge dell'Antico Testamento, ad una donna credente non era permesso entrare nella città pagana. Pertanto, durante la predicazione del Suo Divino Figlio nella città pagana di Sidone, la Vergine Maria rimase ad aspettarlo in una grotta vicino al villaggio di Magdushi. Questa grotta esiste fino ad oggi ed è visitabile.

Nelle Sacre Scritture dell'Antico Testamento incontriamo ripetutamente riferimenti al cedro del Libano, ad esempio, nel Salmo 103 (104) del profeta Davide: “Si saziono gli alberi del Signore, i cedri del Libano da lui piantati”. Molti di questi boschi di cedri secolari nelle montagne libanesi sono sopravvissuti fino ad oggi.

La capitale del Libano, Beirut, è considerata la città natale del Santo Grande Martire Giorgio il Vittorioso. Secondo la leggenda, sul luogo dell'uccisione del serpente da parte del Santo Grande Martire Giorgio, ora si trova la cattedrale della metropolia di Beirut della Chiesa ortodossa antiochena, dedicata a questo santo.

Sulle rive del Mar Mediterraneo si trova la città più antica del mondo, Byblos, uno dei centri della civiltà fenicia. Un'altra antica città del Libano è Baalbek, la città natale della Santa Grande Martire Barbara, di cui Ivan Bunin scrisse che fa più impressione delle piramidi egiziane.

Il Libano ospita anche antichi monasteri conosciuti in tutto il mondo ortodosso: il Monastero della Dormizione di Hamatura, situato sulle pendici delle montagne libanesi, dove sono conservate le reliquie del suo fondatore, San Giacomo di Hamatura, che soffrì per mano dei musulmani nel XIII secolo; il convento del villaggio di Duma, il convento delle Nurie, il convento di San Giacomo il Persiano vicino alla città di Tripoli e molti altri.

Questo è un elenco molto incompleto dei santuari cristiani della terra del Libano. Sono assolutamente convinto che la promozione della storia del Libano, delle informazioni sui suoi santi asceti e lo sviluppo delle vie di pellegrinaggio verso l'antica terra libanese è uno dei settori promettenti della nostra attività.

– La Chiesa russa partecipa attualmente a progetti umanitari in Siria, quali sono?

– Lo Stato russo, in collaborazione con la Chiesa ortodossa russa, partecipa costantemente al processo di ripristino della vita pacifica dei cittadini siriani. Negli ultimi anni sono stati realizzati numerosi progetti umanitari, anche attraverso il Gruppo di lavoro interreligioso per l’assistenza alla Siria, creato sotto la presidenza della Russia. Con la benedizione di Sua Santità il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus' e con l'assistenza del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, i filantropi russi stanno indirizzando fondi per il restauro delle chiese della Chiesa ortodossa antiochena, danneggiate sia durante il conflitto militare in Siria che a seguito dell’ultimo terremoto devastante. Nel gennaio di quest'anno, nei sobborghi di Damasco di Arbin e Az-Zabadani, ha avuto luogo la solenne consacrazione di due templi restaurati. Si deve menzionare anche l'ospedale patriarcale di Al-Hosn, che viene ricostruito grazie all'aiuto russo.

Nel marzo 2022, la Rappresentanza della Chiesa ortodossa russa ha aperto un Centro di riabilitazione e protesi infantile, dove vengono curati i bambini siriani che hanno sofferto durante il conflitto militare.

È importante notare che l’assistenza russa non ha un carattere limitato, ma è di natura sistemica ed è progettato anche per gli anni a venire. Ciò dà fiducia ai nostri fratelli della Chiesa ortodossa antiochena e conferma che lo Stato russo e la Chiesa ortodossa russa hanno la responsabilità storica di preservare la presenza e il patrimonio cristiano nei paesi del Medio Oriente.

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