Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca
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Sua Santità il Patriarca Kirill si è rivolto ai leader religiosi e ai rappresentanti delle organizzazioni internazionali a proposito della situazione attorno alla Lavra delle Grotte di Kyiv
Servizio di comunicazione del Decr, 11.03.2023. L’11 marzo 2023, Sua Santità il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus’ si è rivolto ai Primati delle Chiese ortodosse autocefale, ad alcuni leader religiosi e rappresentanti delle organizzazioni internazionali con alcuni messaggi in cui condivide la sua profonda preoccupazione di una forte amplificazione della pressione statale sui cristiani ortodossi dell’Ucraina. Come si sa, il 10 marzo dell’anno corrente la direzione della Riserva nazionale “Lavra delle Grotte di Kyiv” del Ministero della cultura e della politica d’informazione dell’Ucraina ha informato la comunità della Lavra delle Grotte di Kyiv della Chiesa ortodossa ucraina sulla risoluzione del contratto di utilizzo delle chiese e degli edifici del monastero e sull’esigenza di lasciare il suo territorio entro il 29 marzo.
Sua Santità ha indicato che questa decisione è stata preceduta da una serie di misure restrittive contro la Comunità della Lavra delle Grotte di Kyiv. Egli ha ricordato, fra l’altro, le perquisizioni umilianti negli edifici del monastero e nelle abitazioni dei monaci nel novembre del 2022, organizzate dai servizi di sicurezza dell’Ucraina, e la risoluzione del contratto con il monastero di utilizzo delle due chiese più grandi della Lavra il 31 dicembre dello stesso anno. Una misura di ripressione è anche la campagna di informazione diffamatoria contro il monastero che dura da molti mesi con la partecipazione dei mass media statali e dei canali televisivi, nonché dei politici, personalità religiose e personaggi pubblici radicali, con i richiami all’estrazione del monastero dall’uso della comunità e persino al suo sequestro con forza.
“La Lavra delle Grotte di Kyiv è il primo monastero della Rus’ kievana che esiste dal XI secolo, l’origine della tradizione spirituale e monastica comune per i popoli russo, ucraino e bielorusso. È la culla della nostra civiltà e delle culture nazionali”, ha ricordato il Patriarca Kirill. “Qui fu scritto il primo documento storico della Rus’ antica – “Storia degli anni passati”, da qui scaturiscono la scrittura e la letterattura dei nostri popoli. Lungo la storia millennaria del monastero, esso ha sofferto ripetutamente di incursioni, conquiste straniere e persecuzioni schiette contro i cristiani. Tuttavia, solo nei tempi del dominio di un potere ateo militante nel XX secolo i monaci della Lavra delle Grotte di Kyiv furono cacciati dal monastero”.
Ebbene, come ha osservato Sua Santità, “le nuove generazioni dei monaci hanno rigenerato la Lavra, adoperando le fatiche enormi e grosse spese, con un aiuto minimale, o addirittura assente, da parte dello Stato, per il restauro del monastero e la ricostruzione della chiesa della Dormizione della Madre di Dio e di quella del Rifettorio, ora sequestrate, ma soprattutto per il rinnovamento delle tradizioni spirituali e di una vera vita monastica”.
Dopo aver constatato che oggi la Lavra delle Grotte di Kyiv è un luogo sacro di importanza panortodossa, le cui chiese sono visitate da migliaia di pellegrini, Sua Santità il Patriarca Kirill ha sottolineato: “La Lavra rimane uno dei monasteri più grandi del mondo, che unisce più di 200 monaci e novizi. Sul suo territorio si trova anche il centro amministrativo della Chiesa ortodossa ucraina e vivono centinaia di futuri chierici – gli studenti dell’Accademia e del Seminario teologici di Kyiv”.
Il Primate della Chiesa ortodossa russa ha menzionato in particolare che l’ultimatum delle autorità statali, indirizzato la monastero delle Grotte di Kyiv e pubblicato dai mass media ucraini, “richiama l’attenzione dalla mancanza in esso di giustificazioni legali sufficienti”. Inoltre, “il lavoro di una commissione sulla ricerca di irregolarità nelle attività economiche del monastero non era trasparente e il suo obiettivo repressivo – la completa espulsione dei monaci dalla Lavra – non era nascosto dai funzionari statali e rappresentanti di altre organizzazioni religiose ucraine sotto l'influenza delle autorità secolari".
“È deplorevole il fatto che quando la leadership statale dell'Ucraina dichiara la sua adesione alle norme democratiche, al percorso di sviluppo europeo, al rispetto dei diritti umani e delle libertà, questi diritti e libertà oggi vengono calpestati nel modo più eclatante”, ha sottolineato Sua Santità il Patriarca Kirill.
Sua Santità si è rivolto ai leader religiosi e ai rappresentanti delle organizzazioni internazionali con l’appello a “fare ogni sforzo possibile per impedire la chiusura forzata del monastero, che comporterà la violazione dei diritti di milioni di credenti ucraini alla libertà religiosa garantita dalla Costituzione dell'Ucraina, nonché dai documenti come lo Statuto dell’ONU, la Dichiarazione universale dei diritti umani, la Dichiarazione sull'eliminazione di tutte le forme di intolleranza e discriminazione sulla base di religione o convinzione, e da molti altri atti di importanza internazionale”.
Gli appelli sono stati inviati ai Primati delle Chiese ortodosse autocefale, al Romano Pontefice Francesco, al Patriarca della Chiesa copta Tawadros II, al Primate della Comunione anglicana, l’Arcivescovo di Canterbury Justin Welby, al Segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese Dr. Jerry Pillay, al Segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite Antonio Guterres, al Segretario generale dell’OSCE Helga Maria Schmid, al Segretario generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić, all’Alto Commissario dell’ONU per i diritti umani Volker Türk, al Direttore del Bureau dell’OSCE per le istituzioni democratiche e i diritti umani Matteo Mecacci.
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