Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca
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Il Presidente del Decr è intervenuto in una riunione del Consiglio di sicurezza dell’ONU
Servizio di comunicazione del Decr, 18.01.2023. Il 17 gennaio 2023 il Presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne (Decr) del Patriarcato di Mosca, il metropolita Antonij di Volokolamsk è intervenuto in formato on-line in una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite con una relazione sulla situazione della Chiesa ortodossa ucraina in Ucraina.
Durante il suo intervento di 10 minuti, il metropolita Antonij ha sottolineato che la Chiesa ortodossa russa si sente obbligata a partecipare alla difesa dei diritti dei credenti in tutto il mondo sia da sola che in cooperazione con altre Chiese ortodosse autocefale e le organizzazioni religiose.
Indicando nella Chiesa un forte potenziale pacificatore nei conflitti internazionali e sociali, il Presidente del Decr ha osservato che oggi questo potenziale viene danneggiato dai tentativi del Governo ucraino di distruggere la multimilionaria Chiesa ortodossa ucraina, l’organizzazione religiosa più grande in Ucraina.
Il Metropolita Antonij ha informato sul contenuto delle ultime decisioni del Consiglio della sicurezza nazionale e della difesa dell’Ucraina, che sono state attuate dai decreti del Presidente V. Zelenskij e prevedono una serie delle misure, le quali violano i diritti delle comunità ortodosse dell’Ucraina. In particolare, le autorità ucraine hanno imposto le cosidddette “sanzioni” sui 14 vescovi della Chiesa ortodossa ucraina, mentre alcuni vescovi sono stati privati della cittadinanza ucraina.
Il Presidente del Decr ha ricordato che la privazione della cittadinanza ucraina direttamente contraddice la Costituzione dell’Ucraina e gli accordi internazionali, firmati dallo Stato ucraino, per esempio, la “Convenzione sulla riduzione dell’apolidia” del 1961. Egli ha sottolineato che le decisioni di imporre le “sanzioni” e di privare della cittadinanza vengono deliberate da uno stretto gruppo di persone senza alcuna procedura forense e senza la possibilità di contestare, verso solo una organizzazione religiosa e sono “una forma delle repressioni politiche di massa”. Anzi, queste decisioni limitano “proprio quei diritti e libertà costituzionali, la cui restrizione è proibita dall’articolo 64 della Costituzione dell’Ucraina durante lo stato di guerra o di emergenza”.
Paragonando la situazione della Chiesa ortodossa ucraina con gli anni delle persecuzioni atee nell’Unione Sovietica, il metropolita Antonij ha parlato delle perquisizioni di massa, realizzate dai servizi segreti ucraini nelle curie, nei monasteri e nelle parrocchie della Chiesa ortodossa ucraina, e dei procedimenti penali contro chierici con pretesti inverosimili.
Il Presidente del Decr ha osservato che le repressioni contro l’episcopato ortodosso in Ucraina sono diventate il culmine della politica continua delle autorità ucraine volta al controllo totale della vita religiosa della società. Proprio per questo, con la partecipazione dell’apparato statale e dei servizi segreti, è stata creata la cosiddetta “Chiesa ortodossa dell’Ucraina”, e gli sforzi ulteriori delle autorità ucraine sono indirizzati a costringere le comunità della Chiesa ortodossa ucraina a unirsi alla neonata organizzazione.
Il metropolita Antonij ha informato su un meccanismo di fatto legalizzato di catturare le chiese della canonica Chiesa ortodossa ucraina, sui tentativi dello Stato di privarla del suo nome storico e anche su altri sette progetti di legge, registrati nella Verkhovna Rada (Parlamento dell’Ucraina), il cui scopo è la restrizione dei diritti delle comunità e dei fedeli della Chiesa ortodossa ucraina, la privazione delle chiese e il divieto completo della sua attività sul territorio di Ucraina.
Il Presidente del Decr ha richiamato l’attenzione sulla “campagna diffamatoria sfrenata contro la Chiesa ortodossa ucraina, con gli appelli alla proibizione totale della sua attività, sull’uso di pressioni e di violenze contro i suoi rappresentanti, il che porta chiari segni di incitamento all’odio”, che ha causato un’ondata di violenza contro il clero e le comunità della canonica Chiesa ortodossa ucraina in Ucraina.
In conclusione del suo intervento, il metropolita Antonij ha richiamato l’ONU e i membri del Consiglio di sicurezza a prestare attenzione “alle azioni illegali delle autorità statali dell’Ucraina contro la confessione più grande del Paese, ai numerosi fatti della violazione dei diritti dei fedeli”, che sono garantiti dallo Statuto dell’ONU e da altri documenti e dichiarazioni legali internazionali.
Omelia
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