Sua Santità il Patriarca Kirill ha inaugurato un simposio dedicato al primato e alla sinodalità nell’Ortodossia
Il 16 settembre 2021 nella Sala di san Sergio della cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca sono cominciati i lavori del simposio “L’Ortodossia mondiale: primato e sinodalità alla luce della dottrina ortodossa”.
Il simposio è stato organizzato dalla Commissione biblico-teologica sinodale, dal Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, dalla Scuola degli studi teologici superiori santi Cirillo e Metodio. L’evento è sostenuto dalla Fondazione per il sostegno della cultura e del patrimonio cristiani.
Il simposio è stato aperto dal discorso inaugurale di Sua Santità Kirill, Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’.
Dopo aver segnalato l’attualità del tema, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha sottolineato: “La situazione nella famiglia delle Chiese ortodosse autocefale suscita una grande preoccupazione. La situazione nel mondo ortodosso può essere valutata come critica. La crisi è evidentemente testimoniata dal dissenso fra gli ortodossi per quanto riguarda la struttura dell’Ortodossia universale, il primato e la sinodalità, la correlazione dell’ordine canonico della Chiesa con l’azione nella sfera del governo ecclesiastico”.
Sua Santità ha indicato l’influenza di certe forze politiche su questa crisi. “È impossibile negare che nel mondo ci siano coloro che vorrebbero distruggere le fondamenta della vita ortodossa, seminare la divisione e l’odio fra i popoli e le Chiese. Si può tracciare la tendenza evidente di creare una barriera, se non affatto strappare l’Ortodossia greca, l’Ortodossia mediterranea dall’Ortodossia slava, e prima di tutto, dalla Chiesa ortodossa russa. Cioè ripetere il modello dello scisma del 1054 e così indebolire la Chiesa ortodossa, la quale oggi, oso dirlo, come poche altre confessioni cristiane, realizza ed è capace di realizzare il servizio profetico, primo di tutto, valutando tutto ciò che succede alla civiltà umana”, ha detto il Patriarca.
Egli ha anche osservato che, in quanto Primate della Chiesa ortodossa russa, il quale deve avere sollecitudine di mantenere e rafforzare le relazioni con tutte le Chiese ortodosse autocefale, non può non provare “un dolore personale causato dai nostri rapporti con il Patriarcato di Costantinopoli e quelle Chiese che sono state coinvolte da Costantinopoli nel riconoscimento della così detta “Chiesa autocefala ucraina”, che in realtà non è altro che la legalizzazione di uno scisma ecclesiale”.
Egli ha rammentato che a una delle tappe di preparazione del Concilio panortodosso, che alla fine non ha avuto luogo, fu raggiunto un accordo principale: l’autocefalia in futuro può essere concessa solo con il consenso di tutte le Chiese ortodosse autocefale riconosciute, però sulla richiesta del Patriarca di Costantinopoli questo tema fu escluso dall’agenda del Concilio. Dopo l’incontro delle dieci Chiese ortodosse autocefale a Creta nel 2016 questo tema è stato definitivamente sepolto, tutti gli accordi del passato sono stati annulati, e il Patriarca di Costantinopoli ha dichiarato di avere il diritto ricevuto dagli apostoli di concedere l’autocefalia a chiunque da solo, senza il consenso di altre Chiese autocefale.
“Le pretese per i diritti speciali e privilegi furono espresse dai vescovi e teologi di Costantinopoli anche prima, ma non sono mai state articolate con un’intonazione così rigida e in un’interpretazione così radicale come oggi. Siamo arrivati al punto che il Patriarca di Costantinopoli viene chiamato non più il primo fra gli uguali, ma “il primo senza pari”. Questa nuova ecclesiologia non ha nessun fondamento nei sacri canoni né nella Tradizione ecclesiale in generale”, ha sottolineato Sua Santità Kirill, Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’.
“Vediamo che le tendenze ecclesiologiche notate prima e preoccupanti oggi hanno avuto ulteriore sviluppo e hanno già recato danno alle relazioni fra le Chiese ortodosse autocefale”, ha constatato il Patriarca. Egli ha indicato l’interruzione del Patriarcato di Costantinopoli in Ucraina, territorio di un’altra Chiesa ortodossa autocefala, come la trasgressione dell’ordine canonico più pericolosa e grave. “Questa interruzione può avere in realtà delle conseguenze perniciose capaci di distruggere le relazioni fra le Chiese autocefali.
“Eppure, spesso nella storia della Chiesa ci sono stati casi, quando le situazioni di crisi stimolavano uno studio più approfondito della dottrina e delle varie questioni della vita ecclesiale pratiche. Sono convinto che abbiamo bisogno di un’analisi teologica di ciò che succede oggi nell’Ortodossia universale”.
Sua Santità ha formulato i compiti principali del simposio appena cominciato. Fra essi un’analisi delle cause ecclesiologiche della crisi attuale. “È necessario paragonare la comprensione del primato e della sinodalità articolata oggi da Costantinopoli con la comprensione originale stabilita nella Tradizione della Chiesa. È la cosa più importante: possiamo verificare l’erroneità della posizione di Costantinopoli solo paragonandola con quello che ha sempre avuto luogo nella Chiesa ortodossa per quanto riguarda il ruolo e il significato del primo”, insiste Sua Santità il Patriarca.
Egli reputa necessario anche valutare teologicamente e canonicamente gli atti derivati dalla concezione sbagliata del primato. “Penso che per tale valutazione sia importante considerare dettagliatamente anche il contesto politico della “concessione dell’autocefalia” alla così detta “Chiesa ortodossa in Ucraina”, cioè una struttura scismatica, con la quale il Patriarca di Costantinopoli ha cercato di sostituire la Chiesa ortodossa ucraina realmente esistente, una Chiesa che ha più di 12 mila parrocchie, più di 250 monasteri, i cui fedeli sono milioni di ucraini ortodossi”, ha detto il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus’.
Sua Santità il Patriarca ha particolarmente sottolineato che nei confronti dello scisma apparso nell’Ortodossia mondiale la Chiesa ortodossa russa, per la misericordia di Dio, rimane unita e consolidata. “Anzi, gli eventi successi in Ucraina a causa dell’interruzione illegale di Costantinopoli sul territorio canonico della Chiesa ortodossa ucraina hanno aiutato molti nella nostra Chiesa a comprendere meglio il dono di unità che abbiamo ereditato dalla nostra storia millennaria”, ha detto lui.
“Allo stesso tempo, gli eventi che hanno luogo fuori il nostro territorio canonico non possono lasciarci indifferenti. Toccano tutti i membri dell’Ortodossia universale, e siamo chiamati a cercare insieme le vie d’uscita dalla crisi. Ecco perché abbiamo approvato l’iniziativa di Sua Beatitudine Teofilo III, Patriarca di Gerusalemme e di tutta la Palestina, di organizzare ad Amman un incontro inter-ortodosso cui abbiamo partecipato. Il Primate della Chiesa più antica chiamata nei testi liturgici “Madre delle Chiese” si è coraggiosamente assunto la nobile missione di dare alle Chiese ortodosse autocefale un luogo per le discussioni nelle circostanze in cui il Patriarca di Costantinopoli ha privato se stesso della possibilità di convocare tali riunioni”.
Come ha osservato Sua Santità, al simposio iniziato in questo giorno a Mosca partecipano i teologi principali di diversi paesi, rappresentanti non solo della Chiesa ortodossa russa, ma anche di altre Chiese autocefale. “Spero che la loro voce sarà ascoltata anche dove oggi si allarga e si approfondisce lo scisma. Proviamo con gli sforzi congiunti di fermarlo, come dice san Basilio Magno, per “riportare all’unità le Chiese così profondamente divise fra di loro”, ha detto il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus’. Sua Santità ha espresso la speranza che i risultati del simposio intensifichino il dialogo teologico e saranno utili per tutti coloro che sono interessati al mantenimento della dottrina ortodossa e dell’ordine canonico.
“Vorrei particolarmente segnalare l’importanza di questo simposio perché l’imminente Concilio dei vescovi della Chiesa ortodossa russa dovrà valutare ciò che ora osserviamo nel mondo ortodosso, e se lo vorranno lo Spirito Santo e i vescovi radunatisi, prenderà decisioni riguardo alla posizione della nostra Chiesa a proposito degli atti di Costantinopoli”, ha sottolineato Sua Santità il Patriarca Kirill.
Il simposio è stato continuato con il discorso plenario del presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, rettore della Scuola degli studi teologici superiori santi Cirillo e Metodio, presidente della Commissione biblico-teologica sinodale metropolita Hilarion di Volokolamsk.
Alla discussione del tema sollevato partecipano dei vescovi, chierici e laici – membri della Commissione biblico-teologica sinodale, dei rappresentanti delle scuole teologiche della Chiesa ortodossa russa, dei professori delle Università, dei vescovi e chierici della Chiesa ortodossa ucraina, ospiti dalle Chiese ortodosse autocefale.
Fra i presenti al simposio ci sono: il vicario patriarcale della Metropolia di Mosca metropolita Pavel di Krutitsy e Kolomna, l’amministratore del Patriarcato di Mosca metropolita Dionisij di Voskresensk, il metropolita Isidor di Smolensk e Dorogobuzh, il metropolita Amvrosij di Tver’ e Kashin, il vice presidente del Decr arcivescovo Leonid di Vladikavkaz e dell’Alania e molti altri.
Ci partecipano a distanza: l’esarca patriarcale di tutta la Bielorussia metropolita Veniamin di Minsk e Zaslavl', il metropolita Aleksandr di Riga e di tutta la Lettonia, dei vescovi della Chiesa ortodossa georgiana, della Chiesa di Cipro, della Chiesa ortodossa serba, della Chiesa delle Terre ceche e della Slovacchia e altri.
Il simposio durerà fino al 17 settembre.