Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca
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Il Patriarca Kirill al Monte Tabor
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Il 13 novembre 2012, nel corso del suo pellegrinaggio in Terra Santa, il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill ha visitato il Monte Tabor. Alle porte del monastero della Trasfigurazione Sua Santità è stato accolto dall’abate del monastero, l’archimandrita Hilarion.
Nella chiesa del monastero, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha fatto una preghiera pubblica. Durante il servizio, Sua Santità ha letto il brano del Vangelo di Luca che racconta la Trasfigurazione del Salvatore. Nella chiesa c’erano molti pellegrini provenienti dalla Russia.
Durante il servizio ha cantato il coro del monastero stavropigiale Sretenskij di Mosca.
L’abate del monastero della Trasfigurazione ha rivolto al Patriarca Kirill parole di benvenuto. In ricordo della visita in questo luogo sacro, sono stati offerti a Sua Santità una croce scolpita, una manciata di terra del Monte Tabor, un rosario.
Poi il Patriarca si è rivolto ai fedeli:
"Vostre Eminenze e Grazie, Reverendo Padre archimandrita,
Cari fratelli e sorelle!
Con un sentimento speciale visito il Tabor, questo luogo in cui è stata rivelata la grazia di Dio. La luce del Tabor è la manifestazione visibile della grazia che trasforma la natura umana e lo spazio.
Le persone lontane dal Vangelo hanno difficoltà a capire questa verità, ma ciò non vuol dire che non ci sia modo anche per loro di vedere la manifestazione della grazia divina. Sappiamo come può trasformarsi il volto umano: a volte basta guardare una persona negli occhi per capire se viva in grazia di Dio. Allo stesso modo, si può vedere negli occhi di una persona la sua natura peccaminosa, se è prigioniera del maligno.
Dio trasforma la natura umana e la potenza del cosmo con la Sua energia, con la Sua grazia. Qui, sul Tabor, è stato rivelato il mistero di santificazione del popolo di Dio e del mondo fisico. L’apostolo Pietro chiese al Signore il consenso di fare in questo posto tre tende. Tale fu la sua reazione naturale alla rivelazione della grazia di Dio: non voleva separarsi da quel fenomeno celeste, voleva prolungare quel momento, era pronto a restare qui per sempre, per vivere solo in questa grazia.
Ma Pietro aveva, come gli altri apostoli, una missione. Dovevano scendere dal Tabor, da questo paradiso, per andare in tutto il mondo e, dopo essere stati testimoni della morte e della resurrezione del Salvatore, attraversare la terra, predicare agli uomini il mistero rivelato sul monte Tabor; questo mistero ha permesso agli apostoli e a coloro ai quali essi rivolgevano la loro predicazione, di vedere che cos’è la grazia di Dio unita alla natura umana.
Sant’Elena, uguale agli apostoli, costruì qui una basilica e la vita ecclesiale fioriva. Ma conosciamo anche i terribili avvenimenti accaduti più tardi sul Tabor, quando tutto fu distrutto. E grazie agli sforzi dei nostri antenati, cristiani ortodossi, la vita della Chiesa riprese sul Tabor. Sono contento di essere venuto qui, nel 150° anniversario della consacrazione del tempio sul monte Tabor compiuta dal Patriarca Cirillo di Gerusalemme.
I monaci, che vivono qui, continuano quello che Pietro desiderava per se stesso e per i suoi compagni. Vivono qui e cercano, nella profondità della loro esperienza spirituale, di entrare in contatto con la grazia di Dio. Molte volte sono stato qui sul Tabor, ma non avevo mai visto la bellezza che ora ha questo tempio. So che con la benedizione di Sua Beatitudine Teofilo e del vostro padre Hilarion, il restauro è stato completato e ora il tempio splende in tutta la sua bellezza, mostrando la bellezza del cielo. Vorrei augurare di cuore l'aiuto di Dio a tutti voi e a tutti coloro che lavorano qui, sul monte Tabor.
Molti pellegrini della Chiesa ortodossa russa visitano questo luogo. Sono molto felice di pregare con tutti Voi, miei cari".
In ricordo della visita al monastero della Trasfigurazione sul monte Tabor, il Patriarca ha fatto dono di una lampada per l’altare del monastero. All’abate ha offerto una croce pettorale.
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