Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca
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Compleanno del Patriarca Kirill
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Il 20 novembre 2012, nel giorno anniversario della sua nascita, il Patriarca di Mosca e tutta la Rus’ Kirill ha celebrato la Divina Liturgia nella chiesa di tutti i Santi che hanno illuminato la terra russa, presso la residenza patriarcale e sinodale nel monastero Danilov di Mosca.
Alla celebrazione hanno partecipato il metropolita Juvenalij di Krutitskii e Kolomna, vicario patriarcale della diocesi di Mosca, il metropolita Varsonofy di Saransk e Mordovia, cancelliere del Patriarcato di Mosca, il metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne, i membri permanenti del Sacro Sinodo della Chiesa ortodossa russa, l’arcivescovo Arsenij di Istra, primo vicario di Sua Santità, rappresentanti delle Chiese ortodosse locali, un certo numero di vescovi ordinari e vicari della diocesi di Mosca, i capi dei dipartimenti e delle divisioni sinodali del Patriarcato di Mosca, i vicari e le madri superiori dei monasteri stavropigiali, chierici, religiosi, collaboratori e fedeli del Patriarcato di Mosca.
Nel corso della Liturgia sono state elevate preghiere per la salute di Sua Santità il Patriarca Kirill e per la prosperità della Chiesa Ortodossa Russa.
Sono state inolter pronunciate preghiere per il riposo delle anime dei Santi Patriarchi Sergio, Alessio I, Pimen, Alessio II, di venerata memoria, del metropolita Nikodim (Rotov) e dei genitori di Sua Santità il Patriarca Kirill.
Al termine del culto, il metropolita Juvenalij a nome del Sacro Sinodo si è congratulato con Sua Santità il Patriarca e ha detto in particolare: "Santità, parlando del periodo del vostro ministero primaziale, desidero sottolineare che la vostra voce, rivolta al mondo moderno e all'uomo moderno, è una chiamata a volgersi verso Cristo o ritornare a Lui. Lasciate che vi auguriamo una vita piena, nella pace e nella salute, e che auguriamo a tutta la Chiesa Ortodossa Russa, di prosperare sotto la vostra guida e di portare frutti nello svolgimento del suo ministero salvifico, per il bene della Russia e del popolo di Dio".
Il metropolita Juvenalij ha presentato a Sua Santità un kukol patriarcale (il copricapo monastico portato dal Primate della Chiesa Russa), un bouquet di rose e un’icona della Madre di Dio di Smolensk nella quale sono rappresentati anche i vescovi, il generale M.I. Kutuzov e i soldati russi che nel 1812 pregarono davanti ad essa..
Gli auguri al Patriarca dei vescovi ausiliari, dei membri del Decanato, del clero e dei fedeli laici di Mosca, sono stati formulati dall'arcivescovo Arsenij: "Con il vostro ministero in questa grande città storica della Russia, voi annunciate la pace, l'amore, e l’invito a riflettere sul passato, per non ripetere nel futuro gli errori che ha commesso il nostro popolo nel secolo scorso", ha detto l'arcivescovo Arsenij, che ha offerto a Sua Santità un’icona della Natività della Vergine e un bouquet di fiori.
Sua Santità ha rivolto ai presenti un breve discorso, in cui ha ringraziato di cuore tutti per le gentili parole e per le preghiere.
"In vita mia non ho mai celebrato questo giorno pubblicamente. Ma a causa della mia posizione nella Chiesa, su richiesta di chi lavora accanto a me, ho deciso quest'anno di festeggiare, in modo da poter pregare insieme coi miei più stretti collaboratori e con quanti altri desiderano unirsi alla nostra perghiera - ha detto Sua Santità. – Sono qui presenti i dipendenti più vicini a me, con i quali ogni giorno lavoriamo fianco a fianco, i vicari e le badesse dei monasteri di obbedienza patriarcale, le persone che in qualche modo sono unite a me personalmente, e fanno parte della mia vita. E a tutti voi che avete condiviso con me questa preghiera, grazie di cuore".
Sua Santità ha poi sottolineato che il brano del Vangelo del giorno (Lc 12, 48-59) spiegava precisamente il senso del ministero del Patriarca e di chiunque eserciti una responsabilità. "L'essenza di questo testo è che a chi molto è stato dato, molto sarà chiesto, - ha detto. - Questo testo fa molto riflettere, e non solo il Patriarca, credo. Dovrebbe far riflettere tutti, soprattutto quelli che hanno il potere, sia nella Chiesa che nella società. Dio chiederà conto a coloro ai quali molto è stato dato. Questo significa che il nostro servizio non comporta solo la gioia spirituale di comunicare con le persone, non sono solo alcuni privilegi esterni, di cui si viene circondati, ma anche la sofferenza che è indissolubilmente legata a questo servizio. Ciò ha a che fare, lo ripeto, sia con il ministero del Patriarca, che con il ministero di ogni vescovo, che con il servizio di ogni persona a cui Dio dà autorità e responsabilità".
"La mia preghiera oggi è per tutti noi, individualmente e collettivamente come chiesa, affinché siamo degni della vocazione che Dio ci ha rivolto. Grazie di cuore a voi tutti per le gentili parole, per gli auguri e le preghiere", ha detto in conclusione Sua Santità.
Presidente del Dipartimento
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