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Il Patriarca incontra i vescovi siriani

Il Patriarca incontra i vescovi siriani

L’8 ottobre 2013, nel giorno della festa di San Sergio di Radonež, al termine della Divina Liturgia, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill ha incontrato nella Laura della Trinità di San Sergio una delegazione dei vescovi siriani, presenti alla Liturgia.

La delegazione era composta dal vescovo di Apamea Isacco, vicario della diocesi di Damasco (Patriarcato di Antiochia), dall'arcivescovo Iosef Absi (Chiesa cattolica greco-melchita), dal vescovo Nalbandian di Armaš (Chiesa apostolica armena), dall’arcivescovo Mar Siluan Petr Al-Nemeh (Chiesa siro-ortodossa), dall’arcivescovo di Samir Nassar (Chiesa maronita).

Alla riunione hanno partecipato il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion di Volokolamsk, il rappresentante del Patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente presso il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ arcivescovo Nifon di Filippopoli, il vicepresidente del Dipartimento, arciprete Nikolaj Balashov, il collaboratore del segretariato per le relazioni interortodosse ieromonaco Stefan (Igumnov).

Rivolgendosi ai partecipanti alla riunione, Sua Santità il Patriarca Kirill ha detto: «So che in Siria, la vostra patria, ci sono grossi problemi. Il Paese è stato distrutto dinanzi agli occhi di tutto il mondo. Qualche tempo fa era difficile immaginare che questo potesse accadere. La Siria era un paese pacifico, tranquillo, dove si è sviluppata con successo l'economia, in cui vivevano persone di diverse religioni: ortodossi, cattolici e musulmani. Visitando la Siria, dopo più di un decennio, non l’ho riconosciuta – la situazione era cambiata in meglio. Ma per la cattiva volontà di qualcuno è arrivata la catastrofe: in nome della democrazia sono state uccise persone, non c’è più pace, e molti cristiani sono stati uccisi. Noi sappiamo che coloro che hanno commesso questi crimini terribili hanno ricevuto armi e denaro dall'estero, da coloro che cercano di distruggere la Siria».

Sua Santità ha aggiunto: «Voi, certamente, conoscete la posizione della Chiesa russa, noi l'abbiamo manifestata sin dai primi attacchi avvenuti nel Paese. E quando è iniziata la guerra, sono stato in Siria e Libano per sostenere le persone che subivano questa avversità. Poi ho sempre nutrito la speranza che tutto potesse essere fermato. Oggi, il conflitto ha raggiunto proporzioni enormi».

Sua Santità il Patriarca Kirill ha parlato degli sforzi compiuti dalla Chiesa ortodossa russa per fermare lo spargimento di sangue sul territorio siriano. Nei suoi sforzi per la pace, in particolare, la Chiesa interagisce con la leadership dello Stato russo. «Siamo molto lieti che dalla Russia oggi giungono suggerimenti che possono fermare lo spargimento di sangue», ha detto Sua Santità.

Durante la conversazione con gli ospiti siriani, si è parlato dell’assistenza alla popolazione civile in Siria. «Con tutte le nostre forze forniamo assistenza umanitaria, compresa la mobilitazione delle organizzazioni della società civile in Russia - in particolare, quelle con le quali lavoriamo a stretto contatto», - ha detto Sua Santità, ricordando a tal proposito la Società Imperiale Ortodossa di Palestina, che nel XIX secolo ha aiutato il popolo arabo costruendo scuole, ospedali, e oggi, insieme con la Chiesa russa, sta facendo tutto il possibile per alleviare le sofferenze del popolo siriano.

Un altro problema doloroso associato alla crisi siriana è il rapimento nel mese di aprile di quest'anno, nel nord della Siria, del metropolita Paulos di Aleppo della Chiesa ortodossa antiochena, e del metropolita Mar Gregorios Yohanna Ibrahim, della Chiesa siro-ortodossa. «Siamo dispiaciuti per il fatto che finora non si hanno notizie dei nostri due fratelli metropoliti, - ha detto il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill. - Non appena ci è giunta questa notizia, ho chiesto al Presidente Putin di compiere ogni sforzo per liberarli. Ho anche fatto appello al presidente Barack Obama, chiedendo di non utilizzare forze esterne e evitare l’aggressione contro il Paese. Ho scritto al Primo Ministro turco Erdogan. Finora, purtroppo, non abbiamo informazioni precise sui nostri fratelli, ma ci sono prove circostanziali che sono vivi. Speriamo che sia così. Finché essi non ritorneranno, noi non ci fermeremo».

«Sono stato molto felice nell’apprendere che voi volevate venire in Russia. Volevo incontrarmi con voi e darvi il massimo sostegno», ha detto Sua Santità, rivolgendosi ai vescovi cristiani della Siria. Il Primate della Chiesa russa ha detto loro della sua visita in Siria e Libano, della visita di pace al Patriarcato di Antiochia nel 2011, dei colloqui con l’allora Patriarca di Antiochia Ignazio e dell’incontro con i vescovi della Chiesa siro-giacobita. Parlando del suo colloquio con il Patriarca maronita Béchara Boutros Al-Rai e i membri del Consiglio dei Patriarchi cattolici d'Oriente, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill ha detto: «Sono arrivato proprio quando tutti i vescovi cattolici erano riuniti per il nostro incontro. Ho avuto l’opportunità di parlare con loro e di constatare che abbiamo le stesse opinioni sulla situazione in Medio Oriente».

Parlando dell’attuale Primate della Chiesa ortodossa di Antiochia, Sua Santità ha detto: «Ringraziamo Dio che in questo momento molto difficile abbia scelto il Patriarca Giovanni come suo servo. Speriamo che Sua Beatitudine il Patriarca Giovanni possa svolgere il suo ministero nonostante le attuali difficili circostanze, per sostenere il suo popolo e mantenere la fede nel cuore delle persone». Sua Santità il Patriarca ha espresso la speranza che tutti i vescovi cristiani e il clero in Siria e Libano abbiano lo stesso punto di vista e lavorino insieme per porre fine alla guerra in Siria, in modo che il conflitto non si estenda ad altri paesi, soprattutto Libano, Giordania e Palestina.

«Perché se ciò dovesse accadere, il risultato più terribile sarebbe la scomparsa dei cristiani dal Medio Oriente, culla del Cristianesimo», - ha ricordato Sua Santità, esprimendo la sua disponibilità a collaborare insieme ai cristiani siriani per porre fine alla guerra, consentire ai rifugiati di tornare nel proprio paese, ripristinare tutto ciò che è stato distrutto e ristabilire una vita pacifica.

Gli ospiti hanno parlato della situazione in Siria, il cui popolo è sottoposto a grandi sofferenze. «Oggi la Siria sta portando una croce pesante, e la Russia, come Simone di Cirene, è arrivata in suo aiuto quando il peso è divenuto insopportabile», - ha detto uno dei partecipanti. I rappresentanti delle Chiese siriane hanno espresso la loro profonda gratitudine al Patriarca Kirill per il suo sostegno e gli hanno trasmesso il saluto dei Primati delle loro Chiese.

Durante il pasto fraterno con i partecipanti alla celebrazione, che si è svolta nella Laura della Santa Trinità di San Sergio, Sua Santità il Patriarca Kirill ancora una volta ha sollevato la questione delle sofferenze dei cristiani in Medio Oriente.

Il Primate della Chiesa ortodossa russa ha detto che una delle chiese più antiche al mondo, situata a Homs, dove numerosi pellegrini provenienti dalla Russia si recano per venerare una particella della Cintura della Santissima Madre di Dio, è stata barbaramente rovinata. È stato riferito che il 6 ottobre è stata significativamente danneggiata la chiesa dell'Esaltazione della Croce del Signore a Damasco e molti cristiani che pregavano nella chiesa sono stati uccisi. Durante la visita ufficiale in Siria di Sua Santità il Patriarca Kirill nel novembre 2011, in questa chiesa era stata allestita una mostra dedicata ai rapporti tra il Patriarcato di Antiochia e la Chiesa ortodossa russa ed era stato presentato il libro del Primate della Chiesa russa «Libertà e responsabilità», in lingua araba.

«Il Cristianesimo è nato in Medio Oriente – in Palestina, Siria, Libano e Giordania. Questa è la terra dove ha camminato il nostro Signore Gesù Cristo, il luogo dove c'era la Chiesa di Gerusalemme, la madre di tutte le Chiese. E che cosa vediamo oggi? Decine di migliaia di cristiani stanno lasciando il Medio Oriente, e in caso di proliferazione del conflitto, nella regione non rimarrà nemmeno un cristiano», - ha detto con preoccupazione il Patriarca Kirill.

«A chi serve una tal situazione? In nome di che cosa oggi le case vengono distrutte e i cristiani vengono uccisi? In nome di che cosa nell'antica città cristiana di Maalula oggi si combatte? Quando ci viene detto che questo viene fatto in nome della democrazia e della libertà, noi rifiutiamo questi argomenti, - ha continuato il Primate della Chiesa russa. – Questa è una falsa democrazia, poiché si basa sul sangue versato da decine di migliaia di innocenti e sui cristiani che sono espulsi dalle loro case. E in questa circostanza, i principali mass media del mondo rimangono in silenzio. Che cosa significa questo? In che mondo viviamo?».

«Vorrei rassicurare i nostri fratelli che sono venuti dalla Siria che noi percepiamo la sofferenza del popolo siriano come nostra, - ha detto Sua Santità ai vescovi siriani presenti al pasto fraterno. - Anche nel nostro Paese le chiese sono state distrutte ed è stato versato il sangue di decine di migliaia di cristiani in nome della libertà, dell’uguaglianza e della fraternità».

«Mi auguro che con la misericordia di Dio e con la partecipazione attiva della Federazione Russa sia evitata la completa espulsione dei cristiani dalla Siria. Noi pregheremo il Signore affinché abbia misericordia per la Siria e il Medio Oriente», - ha concluso Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill.

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