Incontro col Presidente serbo
Il 14 novembre 2014 Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill, in visita di pace alla Chiesa ortodossa serba, e Sua Santità il Patriarca serbo Irinej hanno avuto un incontro con il Presidente della Repubblica di Serbia, Tomislav Nikolić.
Alla riunione, che si è tenuta presso il Palazzo Presidenziale a Belgrado, hanno partecipato il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion di Volokolamsk, il metropolita del Montenegro e del Mare Amfilohiјe, l’ambasciatore della Federazione Russa in Serbia A.V. Chepurin, il consigliere del Presidente per gli affari esteri della Serbia Ivan Mrkich.
Nel rivolgersi al Primate della Chiesa ortodossa russa, Tomislav Nikolic ha detto che i popoli di Russia e Serbia sono uniti da stretti legami storici.
«A volte abbiamo l’impressione di aver trovato da qualche parte nuovi amici. Ma da noi si dice: dovunque tu vada, ritorni sempre a casa. La Russia e la Serbia sono sempre ritornate l’una dall’altra e questo è merito delle nostre due Chiese. Finché la Russia continuerà a sostenere la Serbia, credo che la Serbia rimarrà sulla strada giusta», ha detto il Presidente della Serbia.
Secondo il Presidente, il legame indissolubile tra i due Paesi è confermato dal fatto che la Serbia e la Russia nello stesso periodo hanno sperimentato fasi di sviluppo e periodi di prova. «Quando la Russia stava soffrendo, poi ha sofferto anche la Serbia, - ha continuato il Presidente. - Domani ancora una volta dirò ai cittadini della Serbia che la Russia ha sofferto per aiutare il nostro Paese. E ogni tanto occorre ricordare al nostro popolo che per il bene della Serbia lo zar russo entrò in guerra, mettendo a rischio il proprio Paese e tutto il suo popolo».
Come ha sottolineato il presidente Nikolić, 30mila soldati russi hanno combattuto in Serbia spalla a spalla con i serbi durante la prima guerra mondiale. Allo stesso tempo, la Russia ha fornito ai serbi non solo l’assistenza militare ma anche quella economica, nonostante in quel momento difficile avesse essa stessa bisogno di aiuto.
Il Presidente della Serbia ha anche osservato che dall'Armata Rossa le terre serbe sono state liberate dall’occupazione nazista. I soldati sovietici, come i loro predecessori nella prima guerra mondiale, hanno combattuto il nemico insieme con i fratelli serbi.
Tomislav Nikolić si è congratulato con Sua Santità il Patriarca Kirill per il conferimento del dottorato honoris causa dell’Università di Belgrado (la cerimonia del conferimento del dottorato honoris causa a Sua Santità il Patriarca Kirill aveva preceduto l’incontro con il Presidente della Serbia). «Voi avete detto che vi sentite a casa in Serbia, e Voi in Serbia siete il benvenuto», ha detto il Capo dello Stato, assicurando che il sentimento di amore e gratitudine verso Sua Santità il Patriarca Kirill come Primate della Chiesa russa è sentito da tutti i cittadini della Serbia.
«Stiamo attraversando tempi difficili, il cristianesimo si trova di fronte a grandi sfide. Ma la Chiesa ortodossa serba ha un sostegno affidabile nella Chiesa ortodossa russa, così come la Serbia ha un sostegno forte da parte della Federazione Russa», ha aggiunto Tomislav Nikolić.
Sua Santità il Patriarca Kirill ha risposto al Presidente della Serbia dicendo:
«La ringrazio, signor Presidente, per le gentili parole. In effetti, la Russia e la Serbia sono legate dalla storia, dalla fede e dalle relazioni tra le Chiese, a partire da San Sava e fino ai nostri giorni ...
Ci sono pagine eroiche della nostra storia comune, ma anche tragiche, e in queste pagine non c’ è mai stato un conflitto tra la Serbia e la Russia: o abbiamo vinto e gioito insieme, o abbiamo sofferto insieme. Così per quanto riguarda la liberazione dei Balcani dal giogo ottomano. E, naturalmente, le pagine dolorose della storia – la Prima guerra mondiale, la Grande Guerra, come viene chiamata. E l'esodo di molti russi dal proprio paese, in parte verso la Serbia, dove hanno trovato una seconda casa. E la lotta contro il fascismo e la liberazione di Belgrado. In effetti, è stato versato molto sangue, le sofferenze sono state tante, ma mai il sentimento di fratellanza è venuto meno nelle relazioni tra la Russia e la Serbia.
In tempi recenti abbiamo sofferto insieme con il popolo serbo quando il Paese è stato sottoposto al bombardamento della NATO. Oggi, nutriamo empatia per la popolazione serba del Kosovo e Metohija e vogliamo aiutarvi; e spero che alla fine ci sarà la pace e la giustizia nell’antica terra del Kosovo e Metohija, che costituisce il centro spirituale e la sorgente della Chiesa ortodossa serba.
La storia non può essere riscritta, anche se alcuni cercano di farlo, sia in Serbia che nel territorio dell’ex-Jugoslavia e in quello dell'ex Unione Sovietica. A volte con questi libri di storia riscritti si insegna ai bambini, pensando che è una nuova generazione, e si dimenticano quelle pagine della storia che sono svantaggiose per i gusti politici di oggi. Questo è un grave errore: i fatti storici non possono essere cancellati dalla memoria delle persone, qualunque sia la storia.
Oggi vorrei parlare delle relazioni speciali ad alto livello tra la Chiesa serba e la Chiesa russa. Collaboriamo a livello interortodosso, abbiamo ottime relazioni bilaterali fraterne. Ricordo con affetto la visita di Sua Santità a Mosca e in Russia, dopo l'intronizzazione e per partecipare alla celebrazione del 1025° anniversario del Battesimo della Rus’. È stato sia a Mosca, che a Kiev e a Minsk.
Credo che le nostre relazioni bilaterali rappresentino un fattore importante per l’unità panortodossa. Per questa unità anche noi combattiamo poiché ci sono molte forze che vorrebbero vedere divisa la Chiesa ortodossa. Ma ci auguriamo che la Chiesa ortodossa preservi la sua unità e la sua capacità di guidare spiritualmente il popolo ortodosso.
Ci rallegriamo per le buone relazioni tra la Federazione russa e la Repubblica di Serbia, sia nello sviluppo economico che nel dialogo politico. Questo riguarda la politica estera della Russia e, credo, della Serbia, e trova il massimo sostegno da parte dei nostri popoli. Né il governo russo, né le autorità serbe sono a rischio quando si tendono reciprocamente la mano, perché i nostri popoli da lungo tempo sono uniti, così come le nostre Chiese.
Quindi voglio assicurarVi che la posizione della Chiesa russa sarà sempre quella di sostenere questi legami storici, molto importanti, tra i nostri popoli. Vorrei augurare a Voi e, attraverso Voi, a tutto il popolo serbo l'aiuto di Dio e il successo nel superare i problemi che dovete affrontare, perché quanto avviene oggi nella vita del popolo serbo ha lo scopo di rafforzare le fondamenta della sua vita nazionale, di preservare l'identità del popolo, le fondamenta spirituali e culturali, l’esistenza stessa del popolo serbo.
Tutto va e viene, ma questi sono valori fondamentali. I marxisti avevano torto quando dicevano che il valore di base è l'economia. L’economia è un valore costruito, che può assumere forme diverse e avere ideali diversi a seconda delle epoche. I valori di base sono qualcosa che forma l'identità e l'immagine della nazione. In Russia, cambiano i regimi, i governanti, i titoli dei governanti (erano chiamati zar, segretario generale, presidente), ma la base della vita nazionale resta ...
Sono profondamente convinto che le Chiese sono chiamate a conservare la base spirituale e culturale del popolo e le autorità, sia in Russia che in Serbia; sono chiamate a costruire una politica che non distrugga questa base. Vi auguro sinceramente il successo nella realizzazione della Vostra alta missione».
Le parti si sono scambiate i doni.
Dopo l'incontro, il Presidente della Serbia ha dato un pranzo di gala in onore della visita di Sua Santità il Patriarca Kirill, al quale hanno partecipato i membri della delegazione della Chiesa ortodossa russa.