Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca
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Dichiarazione della Chiesa Russa sui cristiani perseguitati in Siria
Dichiarazione del Servizio di Comunicazione del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca.
Mosca, 27 febbraio 2015
La Chiesa ortodossa russa alza ancora una volta la sua voce a denuncia dei tragici eventi che si stanno svolgendo nelle terre abitate dai cristiani assiri nel nord-est della Siria.
Nel mese di ottobre 2014, nel villaggio assiro di Tel Tamar estremisti hanno rapito tre cristiani. I militanti dell'organizzazione terroristica che porta il nome di «Stato islamico», il 23 febbraio 2015, hanno lanciato un attacco armato contro i villaggi cristiani situati sulle rive del fiume Kabur. Dopo aver dato fuoco agli insediamenti, gli estremisti hanno compiuto atrocità contro i cristiani. I militanti hanno preso in ostaggio più di un centinaio di assiri e hanno bruciato almeno quattro chiese in diversi villaggi. Secondo i dati disponibili, i prigionieri sono stati portati sulla montagna di Abdul Aziz. Più di 500 famiglie cristiane sono fuggite nelle vicine città di Hasaka e Qamishli. I rifugiati non hanno avuto nemmeno il tempo di prendere con sé lo stretto necessario.
I cristiani sono il gruppo di popolazione più vulnerabile di fronte alla minaccia dell’estremismo. I gruppi militanti si sono prefissati l’obiettivo di sradicare completamente il cristianesimo nei territori sotto il loro controllo attraverso l'uso del terrore, brutali omicidi, rapimenti, profanazione e distruzione dei templi. Sotto il pretesto di slogan islamici, essi stanno cercando di sradicare completamente la presenza cristiana nella regione. Le conseguenze di questo disastro saranno irreversibili.
La Chiesa ortodossa russa condanna fermamente gli atti barbarici di violenza contro i cristiani. Continuiamo a sollecitare tutti i leader politici del mondo e le organizzazioni internazionali a proteggere i cristiani perseguitati. Occorre fermare immediatamente il terrore e garantire la sicurezza della popolazione cristiana, che vive nelle terre bibliche del Medio Oriente da quasi due millenni, così come altre minoranze religiose ed etniche.
Esprimendo solidarietà ai nostri fratelli e sorelle in Cristo per le loro sofferenze, ci auguriamo che la comunità internazionale rivolga la sua attenzione a coloro che compiono queste iniquità e prenda immediatamente misure per proteggere i cristiani perseguitati.
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