Canonizzazione dei Nuovi Martiri armeni
Si è svolta il 23 aprile 2015 a Etchmiadzin - il centro spirituale della Chiesa apostolica armena – la cerimonia di canonizzazione di un milione e mezzo di armeni, che hanno sofferto durante la persecuzione della popolazione cristiana nell'Impero Ottomano all'inizio del XX secolo. La cerimonia ha avuto luogo nel quadro degli eventi dedicati al centenario di questi tragici fatti. Il rito di canonizzazione è stato presieduto dal Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni Karekin II e dal Catholicos di Cilicia Aram I. Nel corso della cerimonia è stata consacrata l’icona dei Nuovi Martiri della Chiesa armena.
La celebrazione è stata trasmessa in molte città in tutto il mondo, nei luoghi in cui le comunità armene si sono riunite per onorare la memoria delle vittime del genocidio. Alle 19.15, dal campanile della Santa Sede di Echmiadzin sono stati uditi un centinaio di colpi della campana per commemorare il centenario della tragedia del popolo armeno. Con la benedizione del Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni Karekin II in tutte le chiese della Chiesa Apostolica Armena sono state suonate le campane (ad eccezione di quelle che sono sul territorio della Turchia).
Alla cerimonia in Echmiadzin hanno partecipato il presidente Repubblica della Repubblica Armena S.A. Sargsyan, capi e rappresentanti delle Chiese cristiane, politici e personalità pubbliche. Con la benedizione di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill ha preso parte agli eventi commemorativi in Armenia una delegazione della Chiesa ortodossa russa guidata dal Cancelliere del Patriarcato di Mosca, metropolita di San Pietroburgo e Ladoga Varsonofij. La delegazione comprendeva il presidente del Dipartimento economico e finanziario della diocesi di San Pietroburgo, arciprete Sergej Sudakov, il segretario del Decr per le relazioni inter-cristiane, ieromonaco Stefan (Igumnov), l’assistente del Dipartimento amministrativo del Patriarcato di Mosca P.P. Ermoshkin.
Le delegazioni delle altre Chiese ortodosse erano guidate da:
- Sua Beatitudine il Patriarca della Grande Antiochia e di tutto l'Oriente, Giovanni X;
- Metropolita delle Terre Ceche e della Slovacchia Rostislav;
- Sua Beatitudine l'Arcivescovo di Washington, Metropolita di tutta l'America e il Canada Tikhon;
- Metropolita Serafim di Zimbabwe (Patriarcato di Alessandria);
- Metropolita Timotheos di Vostra (Patriarcato di Gerusalemme);
- Vescovo Antonij di Moravich (Patriarcato serbo);
- Vescovo Naum di Ruse (Patriarcato di Bulgaria);
- Metropolita Isaja di Tamadsos e Orinia (Chiesa ortodossa di Cipro);
- Metropolita Meliton di Marathon (Chiesa ortodossa greca).
Alla cerimonia hanno partecipato anche i capi delle Chiese orientali antiche: Sua Santità il Patriarca copto Teodoro II; Sua Santità il Patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente Ignatius Ephraim II (Chiesa siro-ortodossa), e il Catholicos della Chiesa Malankarese, metropolita Baselios Mar Thoma Paulose II; i capi e i rappresentanti delle Chiese cattoliche orientali e delle Chiese protestanti, tra cui il Patriarca maronita Bechara Boutros al-Rai, il vescovo di Londra Richard Chartrz (Chiesa d'Inghilterra) e altri.
La delegazione della Chiesa cattolica romana era guidata dal presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, il cardinale Kurt Koch.
Alla cerimonia ha preso parte anche il segretario generale del Consiglio Mondiale delle Chiese O.F. Tveit.
Al termine della cerimonia, i partecipanti hanno partecipato al ricevimento dato dal Presidente della Repubblica di Armenia e dal Capo della Chiesa apostolica armena.
Il giorno prima, a Yerevan si è svolto il «Forum globale contro i crimini del genocidio», a cui hanno partecipato i rappresentanti dello Stato armeno, autorità pubbliche ed ecclesiastiche, giunti in Armenia da molti Paesi.
Nel dare inizio al forum, il presidente della Repubblica armena S.A. Sargsyan ha osservato che il ricordo di ciò che è accaduto un secolo fa, la tragedia del popolo armeno, aiuta a comprendere il significato degli eventi che si verificano oggi a causa della crescita dell'estremismo e dell'intolleranza in Medio Oriente e in altre regioni del mondo. «Per la comunità internazionale è un segnale che il problema del genocidio non è scomparso e la sua soluzione richiede sforzi congiunti», ha detto.
Questo argomento è diventato un leitmotiv nella maggior parte degli eventi. Così ha detto il Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni Karekin II, secondo il quale oggi l'umanità affronta nuove tragedie, migliaia di persone sono vittime di odio etnico e religioso, e ha portato come esempio la recente esecuzione di cristiani copti ed etiopi in Libia.
Nell’ambito del forum si è tenuta una sessione separata interconfessionale, all'inizio della quale i partecipanti hanno onorato la memoria dei bambini uccisi della Chiesa copta ed etiope. Sua Santità il Patriarca di Antiochia e di tutto l‘Oriente Ephraim II (Chiesa siro-ortodossa) ha detto che fino ad oggi non si sa nulla della sorte dei vescovi rapiti due anni fa, i capi delle comunità cristiane di Aleppo – il metropolita Paulos (Patriarcato di Antiochia) e il metropolita Mar Gregorios Yohanna Ibrahim (Chiesa siro-ortodossa), chiedendo al pubblico di pregare per la loro salute e per una rapida liberazione.
Intervenendo alla riunione, il metropolita di San Pietroburgo e Ladoga Varsonofij ha letto il messaggio di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill al capo della Chiesa apostolica armena e a tutti i partecipanti agli eventi dedicati al centenario del genocidio.
Nel messaggio, tra l’altro, si legge: «Gli avvenimenti orribili di un secolo fa, in cui è stata uccisa in massa la popolazione cristiana nell'Impero Ottomano, rimangono per sempre negli annali della storia mondiale. Indubbiamente, sarà ricordato dai contemporanei e dalle generazioni future anche questo giorno, in cui la Chiesa apostolica armena ha solennemente canonizzato centinaia di migliaia di suoi figli… Sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato (Mt 10, 22)».
Secondo Sua Santità il Patriarca Kirill, il ricordo oggi di questa tragedia susciterà dolore nei cuori dei fedeli della Chiesa ortodossa russa, che hanno sperimentato nel recente passato un periodo di gravi persecuzioni e sono stati canonizzati come nuovi martiri. «Da tempo immemorabile relazioni strette e cordiali legano la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa apostolica armena e i nostri popoli. La fede profondamente radicata in Cristo, la fedeltà alle tradizioni spirituali e alla memoria storica hanno unito i loro destini, sono motivo di impegno all’unità fraterna, che oggi ha un valore speciale», si dice nel messaggio.
Constatando che negli ultimi anni il mondo cristiano è entrato in una nuova era di persecuzione, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha dichiarato: «Abbiamo assisto ad un vero e proprio genocidio patito dai nostri fratelli e sorelle in Medio Oriente e in altre regioni del mondo. Uomini e donne vengono uccisi per la loro fede in Cristo, cacciati dalle loro case, luoghi di culto millenari sono stati distrutti, i santuari vengono profanati. L'esistenza stessa del cristianesimo è minacciata in quelle terre, che sono la culla della Chiesa di Cristo. In queste circostanze, siamo chiamati oggi a una maggiore unità e cooperazione. Tutte le persone di buona volontà devono unire gli sforzi per proteggere i fratelli sofferenti e i santuari calpestati, affinché possa essere eliminato lo spirito di rabbia e di odio, in nome del bene e della giustizia. Sì, Dio ci aiuti a conservare questa memoria sacra di tutte le vittime innocenti per Cristo nel XX secolo».
«Noi tutti come cristiani e rappresentanti di altre tradizioni religiose dobbiamo ricordare che il percorso per guarire dalle terribili ferite della storia e prevenire ulteriori tragedie si trova nell’educarsi all’amore verso il prossimo, nel dialogo interreligioso e interstatale», dice il messaggio.
Lo stesso giorno, il metropolita Varsonofij ha benedetto le campane e le croci della chiesa in costruzione del Patriarcato di Mosca in onore dell’Esaltazione della Santa Croce - rappresentanza del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ in Armenia. Nel tempio il metropolita è stato accolto da numerosi parrocchiani e dal rettore della comunità, arciprete Arsenij Grigorjants.
Il 23 aprile il metropolita Varsonofij ha visitato le città di Vanadzor e Gyumri, dove si trovano chiese storiche e cappelle del Patriarcato di Mosca in Armenia.
Il metropolita ha deposto una corona di fiori dinanzi al monumento dei soldati russi che morirono per difendere la Patria nel XIX secolo, durante le guerre con l'Impero Ottomano e la Persia, e ha tenuto un servizio di preghiera. Il metropolita ha anche visitato la base militare russa №102, dove ha incontrato i soldati e ha tenuto loro un discorso.
Gli eventi commemorativi del genocidio in Armenia, con la partecipazione della delegazione della Chiesa ortodossa russa, si sono protratti fino al 24 aprile.