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Il Primate della Chiesa Siro-Ortodossa dal Patriar…

Il Primate della Chiesa Siro-Ortodossa dal Patriarca Kirill

Il 10 novembre il Patriarca di Mosca e tutta la Rus’ Kirill si è incontrato col Primate della Chiesa Siro-Ortodossa (precalcedonese), il Patriarca Mar Ignazio Efrem II.

All’incontro, che si è svolto nella residenza patriarcale del monastero di s. Daniele di Mosca, hanno partecipato: il metropolita di Baghdad e Bassora Mar Severius Hawa; il metropolita Mar Dionysius Jean Kawak, Assistente del Patriarca e Direttore del Dipartimento per le Relazioni ecumeniche della Chiesa Siro-ortodossa; l’arcivescovo Mar Philoxenus Yusuf Cetin,, Vicario Patriarcale a Istanbul e Ankara; l’arcivescovo di Mosul Mar Nicodemus Daoud Sharaf; l’archimandrita Raban Roger Youssef Akhrass, Direttore del Dipartimento di Formazione della Chiesa Siro-ortodossa; l’archimandrita Raban Yosif Bali, Segretario del Patriarca e capo del Servizio Stampa della Chiesa siro-ortodossa.

Da parte della Chiesa Ortodossa Russa hanno partecipato all’incontro il metropolita Hilarion di Volokolamsk, Presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne, il Vicepresidente archimandrita Filaret (Bulekov) eil Segretario per le relazioni intercristiane ieromonaco Stefan (Igumnov).

Nell’accogliere l’ospite, Sua Santità il Patriarca Kirill ha notato che la visita attuale è la prima visita ufficiale alla Chiesa Russa da parte del Primate della Chiesa Sito-Ortodossa dopo 27 anni. Nel 1988 il Patriarca siro-ortodosso Ignazio Zakka Iwas aveva visitato Mosca in occasione del Millennio del battesimo della Russia.

Secondo quanto affermato dal Patriarca Kirill, nella seconda metà del XX secolo i rapporti tra la Chiesa Ortodossa Russa e la Chiesa Siro-Ortodossa si sono sviluppati positivamente. Tuttavia, già precedentemente le due Chiese avevano intrattenuto buone relazioni. "Subito dopo l'adozione del cristianesimo da parte dei nostri antenati, un gran numero di pellegrini russi cominciò a visitare il Medio Oriente. E lì - nelle terre di Siria, Palestina, Iraq – molti appartenenti al nostro popolo, visitando i luoghi santi, hanno incontrato la vostra chiesa. Questa relazione esisteva a livello del cuore umano, a livello dell’esperienza che i nostri pellegrini facevano di contatto con la vita della vostra chiesa", ha detto Sua Santità, ricordando che negli ultimi tempi, ogni volta che c’è stata una qualche minaccia per la vita dei cristiani in Oriente, la Russia si è sentita in dovere di aiutarli.

Il Patriarca Kirill si è riferito alla difficile situazione che vivono i cristiani in Medio Oriente: "Questa sofferenza è paragonabile alle sofferenze dei primi cristiani, che sono stati sottoposti a persecuzione da parte delle autorità pagane romane. Ma ci sono alcune differenze: i Romani non distruggevano le case, non distruggevano gli insediamenti, mentre gli attuali nemici del cristianesimo stanno distruggendo case e interi villaggi. Essi scacciano migliaia di cristiani dai luoghi in cui hanno sempre vissuto".

Il Patriarca Kirill ha espresso la propria costernazione e inquietudine per la sorte del metropolita della Chiesa Siro-Ortodossa Mar Gregorio Yohanna Ibrahim, che conosce personalmente da tanti anni. Mar Gregorio è stato rapito, assieme al metropolita di Aleppo della Chiesa ortodossa di Antiochia, da un gruppo di estremisti nord-est della Siria, e della sorte di entrambi da più di due anni non si ha alcuna notizia attendibile.

Sua Santità il Primate della Chiesa Russa si è poi riferito alla sua visita in Siria e Libano nel novembre 2011, quando il conflitto era già iniziato. Allora egli si incontrò con i maggiori leader cristiani della regione che dicevano che il nascente conflitto avrebbe potuto comportare terribili sofferenze per mi cristiani locali. I leader delle varie Chiese presenti nella regione dicevano di sentirsi abbandonati dall’Occidente cristiano. Secondo Sua Santità, queste parole sono penetrate profondamente nel suo cuore, spingendolo a fare tutto il possibile per mobilitare le persone a proteggere e sostenere i cristiani del Medio Oriente.

Dichiarazioni pubbliche sulla situazione dei cristiani in Medio Oriente sono state rilasciate molte volte dal Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa, il Patriarca Kirill ne ha parlato molto spesso durante numerosi incontri con capi di Stato e capi di organizzazioni internazionali, compresi i leader politici della Federazione Russa. Nel 2013, i Primati e i rappresentanti delle Chiese ortodosse locali, partecipando alla celebrazione del 1025 ° anniversario del Battesimo della Russia, si sono rivolti al presidente russo Vladimir Putin chiedendogli a fare tutto quanto in suo potere per porre fine alla persecuzione delle minoranze etniche e religiose in Medio Oriente.

La Chiesa Russa sensibilizza su questo tema il Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa. Così, nel marzo 2015 su iniziativa della Russia, Vaticano e Libano, a margine della XXVIII sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite è stata adottata una dichiarazione "a sostegno dei diritti umani dei cristiani e altre comunità, in particolare nel Medio Oriente."

"Speriamo che oggi, grazie all’attivo coinvolgimento della Russia nella lotta contro il terrorismo internazionale, la situazione possa cambiare in meglio, e mi piacerebbe conoscere la vostra opinione sul futuro", ha detto Sua Santità, rivolgendosi al capo della Chiesa siro-ortodossa.

Il Patriarca Kirill ha poi illustrato l’azione di invio in Siria di aiuti umanitari, svolta dalla Chiesa Russa, ha espresso la propria solidarietà con la Chiesa Siro-Ortodossa per le difficoltà che essa si trova ad affrontare ed ha espresso la propria speranza che la visita in Russia del Patriarca Mar Ignazio Efrem II rafforzi i rapporti tra le due Chiese.

In risposta, il capo della Chiesa siro-ortodossa, ha dichiarato: "A nome dei miei fratelli e mio, vorrei ringraziarvi per l'invito a visitare la Chiesa sorella ortodossa russa, alla quale guardiamo sempre, soprattutto nelle difficili condizioni in cui ci troviamo. Oggi siamo venuti a voi da Damasco, i più antichi insediamenti sulla terra, la città dei santi apostoli Paolo e Anania e di molti altri santi. Siamo venuti qui, portando con noi il dolore del popolo siriano, le sue aspirazioni e speranze".

Mar Ignazio Efrem II ha parlato delle sofferenze dei popoli siriano e iracheno, sottolineando: "Stiamo soffrendo a causa della diffusione del terrorismo e dell'estremismo, che sono stati portati nel nostro paese dall'esterno; in particolare, è in pericolo la presenza dei cristiani in Medio Oriente".

Il capo della Chiesa Siro-Ortodossa si è riferito al fatto che quest’anno ricorre il centenario del genocidio dei cristiani nell’impero ottomano nel 1915, sottolineando il fatto che anche oggi, come già un secolo fa, la Russia si è fatta protettrice dei cristiani perseguitati.

"Attraverso di Lei e della Chiesa ortodossa russa, che è l'anima del popolo russo, vorremmo ringraziare tutta la popolazione russa per il sostegno che ci date. In particolare, siamo grati per l'operazione militare effettuata da parte della Russia, per i sacrifici che avete affrontato, per l'assistenza che ci date per superare queste difficili circostanze. Vogliamo assicurarvi che la maggior parte del popolo siriano, così come la maggior parte del popolo iracheno, è grato per tutti questi sacrifici e il vostro aiuto", ha detto il Patriarca Mar Ignazio Efrem, sottolineando che in questi paesi soffre tutta la popolazione civile, ma le prove più difficili sono quelle che vivono cristiani e musulmani.

Il Patriarca siro-ortodosso ha raccontato degli scempi e le violenze perpetrate nei villaggi cristiani in Siria e Iraq dagli estremisti del cosiddetto Stato islamico. Sua Santità il Patriarca Efrem ha anche richiamato l'attenzione sul problema dei profughi che fuggono dalle zone di conflitto; molti di loro sono membri delle comunità cristiane perseguitate. "Secondo le nostre stime, oltre il quaranta per cento dei cristiani di Siria hanno abbandonato il Paese", ha detto. Sua Santità il Patriarca Mar Ignazio Efrem si è riferito anche a un altro aspetto del problema, la morte dei profughi durante il tentativo di raggiungere l'Europa.

Dopo aver parlato delle conseguenze che tali tristi eventi hanno per la sua Chiesa, il Primate siro-ortodosso ha detto: “Quando si tratta di persone che non hanno né petrolio, né risorse naturali, sembra che il loro destino non è interessi gli altri paesi, le grandi potenze. Eppure anche noi siamo persone umane - ha detto Sua Santità il Patriarca Ignazio Efrem II. - Ed è per questo che apprezziamo molto la presa di posizione del popolo russo e della Chiesa ortodossa russa. Questo ci dà la speranza che possiamo vivere in pace e sicurezza nella terra dei nostri antenati".

Durante la conversazione, i Primati hanno discusso le prospettive di dialogo bilaterale e il contributo che entrambe le Chiese possono dare per stimolare la ripresa della discussione tra gli ortodossi e le antiche Chiese orientali, in corso dalla fine degli anni 1980, nel quadro del dialogo ufficiale teologico. Sono stati toccati anche vari altri aspetti della possibile cooperazione tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa Siro-Ortodossa.

In chiusura della riunione le parti si sono scambiate i doni.

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