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Il Patriarca incontra il Presidente del Parag…

Il Patriarca incontra il Presidente del Paraguay

Il 16 febbraio 2016, si è svolto presso il Palazzo presidenziale di Asuncion (Palazzo Lopez) l’incontro ufficiale tra Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ e il Presidente della Repubblica del Paraguay, Horacio Manuel Cartes Jara.
Il capo dello Stato ha accolto il Primate della Chiesa ortodossa russa presso l'ingresso principale della sua residenza. Poi, nel Palazzo Lopez ha avuto luogo una conversazione tra il Presidente Horacio Cartes e Sua Santità il Patriarca Kirill, nel corso della quale sono state discusse varie questioni delle relazioni internazionali e della cooperazione tra la Chiesa ortodossa russa e il governo della Repubblica del Paraguay.
All’incontro hanno partecipato per la Chiesa ortodossa russa - il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion di Volokolamsk, l’amministratore delegato della Chiesa ortodossa ucraina, metropolita Antonij di Boryspil e Brovary, il vescovo Ioann di Caracas e del Sud America, il responsabile della Segreteria del Patriarcato di Mosca per le istituzioni all’estero, vescovo Antonij di Bogorodsk; per la Repubblica del Paraguay erano presenti i rappresentanti di alti dirigenti del Paese.
Al termine della conversazione c’è stato lo scambio dei doni. Poi, nella Sala dell’Indipendenza il Presidente del Paraguay e Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ hanno pronunciato il discorso finale alla presenza dei rappresentanti dei media.
«Siamo molto orgogliosi di accogliere nella Repubblica del Paraguay il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill, Primate della Chiesa ortodossa russa», ha detto il presidente Horacio Cartes, osservando che questa visita storica si svolge sette mesi dopo la visita in Paraguay del Papa Francesco. Così, secondo il capo dello Stato, in meno di un anno il Paraguay è stato visitato da due dei principali leader spirituali del mondo.
«Questa è la prima visita del Patriarca della Chiesa ortodossa russa. Sappiamo dell'impatto positivo che questa Chiesa ha nella costruzione della civiltà umana», ha detto il Presidente, esprimendo la fiducia che questa visita darà un impulso importante ai rapporti cordiali che hanno storicamente legato i popoli della Russia e del Paraguay.
Horacio Cartes ha detto che nella prima metà del XX secolo, il Paraguay accolse emigrati dalla Russia. Molti di loro hanno aderito volontariamente all'esercito del Paese e hanno partecipato alla guerra del Chaco. «Numerosi soldati russi, conservando i ranghi di ufficiali, insieme ai coraggiosi soldati paraguaiani, con il loro eroismo, la loro educazione, la loro straordinaria esperienza hanno dato un grande contributo alla difesa del nostro Paese, che era in pericolo, - ha detto il Presidente. - I nomi di questi eroi russi, molti dei quali sono morti durante la guerra del Chaco, difendendo la bandiera del Paraguay, sono fusi in bronzo. Tra questi - il colonnello Jorge Salaskin, il maggiore Boris Kasyanov, il maggiore Nikolaj Goldschmidt, il maggiore Vasily Serebryakov, il capitano Vasilij Malyutin. Il popolo paraguayano non li dimenticherà mai».
«Allo stesso tempo, non posso non menzionare il contributo eccezionale degli emigrati russi alla cultura, all'arte, all'istruzione, e allo sviluppo del settore agricolo», ha aggiunto il Presidente del Paraguay.
Secondo il capo di Stato, particolare enfasi alla visita del Primate della Chiesa ortodossa russa è stata data dal fatto che è avvenuta alcuni giorni dopo lo storico incontro tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill a Cuba. «L'America Latina ha avuto il privilegio di accogliere questo incontro senza precedenti, che, senza alcun dubbio, sarà l'inizio di una nuova fase delle relazioni tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica romana. Il mondo è in attesa di questo…», ha detto Horacio Cartes.
Secondo il Presidente, i Primati delle Chiese hanno opinioni comuni su molte questioni della vita internazionale, tra cui molto importante è il problema della persecuzione dei cristiani in questi ultimi anni. «La persecuzione per motivi religiosi da parte di gruppi estremisti, in particolare in Medio Oriente e Nord Africa, danneggia sia i cattolici che gli ortodossi, perché i terroristi non fanno molta differenza tra le confessioni cristiane. Questo è l’esempio più eclatante di queste aggressioni, di manifestazioni di intolleranza e di disprezzo criminale, che recentemente sono diventati un vero e proprio genocidio. Il rifiuto categorico del fondamentalismo religioso e la persecuzione dei cristiani dovrebbero unire la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, che in realtà hanno molto in comune, perché entrambe hanno una radice comune - il Signore Gesù Cristo», ha detto Horacio Cartes.
«Santità, vogliate accettare la nostra più profonda gratitudine per aver scelto il Paraguay come primo Paese da visitare dopo lo storico incontro con Papa Francesco», ha detto in conclusione il Presidente del Paraguay, invitando i fedeli a pregare per continuare il dialogo di solidarietà.
Il Primate della Chiesa Russa ha detto in risposta:

 

«Eccellenza, Signor Presidente della Repubblica del Paraguay! Eminenze e Eccellenze! Cari giornalisti!
Vorrei esprimere la mia profonda gratitudine a Voi, Eccellenza, per l'ospitalità riservata alla mia delegazione e alla mia persona qui in terra di Paraguay. Penso che ora non vi sia alcun dubbio sul motivo per cui la visita del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ in Sud America è iniziata nel Paraguay. In questa parte del mondo non c'è nessun altro Paese in cui nel salone d'onore sono stati fusi in bronzo i nomi degli eroi russi. In questa parte del mondo non c’è nessun altro Paese in cui i nomi dei russi sono ricordati con tanto calore e orgoglio dal capo dello Stato.

 

Mi piacerebbe davvero che l’impresa degli eroi russi che hanno sacrificato la loro vita per il Paraguay, sia conosciuta in tutto il mondo e sia conosciuta meglio anche nella mia Patria. Sono sicuro che questa sia una pagina molto importante e luminosa della storia non solo del Paraguay, ma anche della storia del mio popolo.
Gli ufficiali russi, gli scienziati russi, gli intellettuali russi sono venuti in Paraguay mossi da circostanze difficili, legate al conflitto civile in Russia. Qui, in questo Paese hanno trovato una seconda casa e con coraggio si sono levati in sua difesa, opponendosi al nemico anche con la propria vita.

 

Siamo profondamente commossi per il modo in cui in Paraguay si mantiene la memoria del popolo russo, del loro contributo alla difesa militare, allo sviluppo della scienza e dell'istruzione. Oggi dobbiamo certamente utilizzare questa pagina della storia comune per il bene dei rapporti tra Russia e Paraguay. Questo è un notevole fondamento storico per lo sviluppo delle relazioni bilaterali. E vorrei ancora una volta ringraziare voi e, attraverso voi, tutto il popolo del Paraguay, per la memoria che si mantiene degli eroi russi, che sono morti per il vostro Paese e per la loro seconda casa.
La mia visita in Paraguay si è tenuta subito dopo l'incontro con Sua Santità il Papa Francesco. Questo incontro si è svolto in un’atmosfera molto cordiale, aperta, che può essere definita come fraterna. Non è stato uno scambio di convenevoli, non è stato un incontro di protocollo - è stato un discorso serio di due ore, che si riflette in gran parte nella Dichiarazione congiunta. Abbiamo discusso i temi caldi dell’attualità internazionale e, naturalmente, la tragedia che si sta consumando in Medio Oriente, soprattutto, in Siria e in Iraq. Non è più possibile rimanere in silenzio, è necessario parlare a voce molto alta, e penso che la nostra voce comune sia abbastanza forte affinché tutti diventino consapevoli che in questi Paesi si sta svolgendo un genocidio del cristianesimo, i cristiani vengono uccisi ed espulsi dai luoghi in cui il cristianesimo è sorto, dai luoghi che l’intera comunità cristiana considera sacra. E questo male viene dai terroristi – da quelli che sono disposti a distruggere tutto quello che non piace loro.
E sappiamo che non si limitano al teatro di guerra in Siria e Iraq. Essi hanno fatto saltare in aria l’aereo russo per uccidere 240 persone innocenti. Hanno ucciso persone innocenti a Parigi. L'elenco delle tragedie legate alle azioni dei terroristi può continuare. Questo è un problema comune e un pericolo comune a tutta la famiglia umana. E così la risposta a questa terribile sfida è quella di lavorare in modo coordinato, coerente e collaborativo.
La Siria e tutto ciò che sta accadendo in questo Paese, non dovrebbe essere una fonte di potenziale conflitto tra l'Oriente e l'Occidente. E non dobbiamo far maturare i semi di un nuovo conflitto mondiale. Non dobbiamo agire con coalizioni diverse, che perseguono obiettivi diversi, per così dire. Coloro che sono interessati alla vittoria sul terrorismo dovrebbero agire insieme in una ricerca coordinata di tale obiettivo, che devono dichiarare apertamente; perché il perseguimento di obiettivi non dichiarati è pericoloso per la pace nel mondo.
Questa è la riflessione comune tenuta con Papa Francesco e costituisce la base per la Dichiarazione congiunta. Considero molto importante quello che è stato detto a proposito della sostituzione dei valori cristiani nella vita di un certo numero di Paesi avanzati. L'Europa non può perdere le sue radici cristiane. La scristianizzazione dell'Europa è pericolosa non solo in termini di discriminazione dei cristiani, ma anche dal punto di vista spirituale e culturale. L'Europa sarebbe molto diversa se il cristianesimo non fosse espulso dalla vita pubblica.
Abbiamo parlato della crisi in Ucraina, e la nostra convinzione comune è che per le Chiese non può esserci altro messaggio che quello della pace. Questo, naturalmente, riguarda soprattutto i cristiani in Ucraina. Dobbiamo imparare a parlare una lingua comune, non politicizzare il suo messaggio, ma testimoniare la pace e la giustizia e mantenere l'unità del popolo ucraino.
Abbiamo rivolto un appello speciale ai giovani. Loro sono il nostro futuro, e chiediamo alla gioventù cristiana di essere attivi, di assumersi la responsabilità per il futuro del cristianesimo. Io non posso adesso commentare l’intera dichiarazione di più pagine, ma quello che ho omesso non è meno importante. L'intero documento è molto importante perché fornisce un quadro di cooperazione tra le due Chiese, prima di tutto nel determinare le risposte alle sfide attuali della civiltà umana.
Vorrei esprimere ancora una volta a Voi, Eccellenza, il mio grazie e dire che visito il Paraguay con sentimenti affettuosi. Si tratta di un piccolo Paese, ma la gente che vive qui è buona, gentile e gioiosa. Si sente nell’atmosfera del Vostro Paese. Invoco la benedizione di Dio su di Voi, sul popolo del Paraguay e Vi auguro ogni prosperità e pace».

La visita di Sua Santità il Patriarca Kirill nella Repubblica del Paraguay si è tenuta su invito del Presidente di questo Paese.

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