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Divina Liturgia ad Atene

Divina Liturgia ad Atene

Il 2 giugno 2013, nella quinta domenica dopo Pasqua, dedicata alla Samaritana, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill e Sua Beatitudine l'Arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia Ieronymos hanno celebrato la Divina Liturgia nel tempio ateniese del grande martire e taumaturgo San Panteleimon.

Con i Primati delle due Chiese hanno concelebrato i membri della delegazione ufficiale del Patriarcato di Mosca che accompagna il Patriarca nella sua visita in Grecia (il metropolita Hilarion di Volokolamsk, il vescovo Sergij di Solnechnogorsk, l’arciprete Nikolaj Balashov, l’arciprete Igor Yakymchuk, e l’arcidiacono Vladimir Nazarkin) e alcuni presuli della Chiesa ortodossa ellenica (il metropolita di Filippi, Neapoli e Thasos Prokopios, il metropolita di Etolia e Akarnania Kosmas, il metropolita di Sisanion e Siatistis Paulos, il metropolita di Corinto Dionysios, il vescovo di Khristianupol Prokopios e il vescovo Gabriel di Daulia).

Hanno partecipato alla liturgia il capo dell'arcidiocesi autonoma del Sinai, arcivescovo del Sinai, Paran e Raitho Damianos con gli arcipastori della Chiesa ellenica, il presidente del Comitato della Duma di Stato per le regole e l'organizzazione e presidente dell'Assemblea interparlamentare per l'Ortodossia S.A. Popov, il capo del distretto di Sergiev Posad V.N. Korotkov, il presidente della Fondazione Internazionale per l'Unità dei Popoli Ortodossi, professore V.A. Alexeev.

Il servizio, al quale hanno partecipato molti credenti, è stato eseguito in lingua greca e slava. Sua Santità ha pronunciato alcune preghiere in greco.

Durante la Liturgia hanno cantato il coro bizantino di san Dionigi, sotto la direzione del signor Papandopulosa, e il coro russo della costruenda chiesa della Panagia Sumela (diretto da Angelina Sokhu).

Il canale televisivo greco ERT1 ha trasmesso la celebrazione in diretta.

Dopo il versetto della comunione, Sua Beatitudine l’Arcivescovo Ieronymos si è rivolto a Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill, dicendo: «La vostra presenza benedetta ci consente di celebrare insieme l'Eucaristia, di esprimere i più profondi sentimenti di amore fraterno e di rispetto per Voi e per la Chiesa russa, così come di testimoniare i secolari legami fraterni che esistono tra le nostre due Chiese. Siamo legati dalla comune memoria storica, ci uniscono la vita dei Sacramenti e la comune testimonianza della nostra missione nel mondo di oggi».

Nel sottolineare che l’unità della Chiesa non è una cosa ovvia, ma è confermata dall'esperienza della vita della Chiesa, Sua Beatitudine ha ricordato: «Essa è il frutto dello Spirito Santo e del costante impegno della comunità ecclesiale, è l'espressione della coscienza eucaristica della Chiesa e riflette la comunione delle Persone della Santa Trinità. In altri termini, attraverso la predicazione e i Sacramenti, la Chiesa si estende ovunque, trasmettendo il suo amore a tutte le persone, vicine e lontane, così come a tutta la creazione di Dio».

L’Arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia Ieronymos ha detto che la Chiesa esiste per riunire tutte le persone, «che tutti siano una cosa sola» (Gv 17. 21). «Nonostante le varie suddivisioni amministrative, gli ortodossi continuano a condividere una fede comune, e questo legame di pace e di amore in Cristo è un amore che non conosce confini e attraverso il quale in ogni tempo la Chiesa ha mantenuto l'unità e la verità - ha continuato. -. E nonostante il fatto che ogni Chiesa Locale conserva alcune sue caratteristiche, tuttavia insieme sono membri dell'unico Corpo, che si realizza nella comune fede eucaristica della comnunità ecclesiale.

Nell’affrontare il tema del Vangelo, Sua Beatitudine l'Arcivescovo Ieronymos ha ricordato che Gesù rivelò alla Samaritana la «fonte della vita», quel respiro della vita, che nel corso della storia ha fatto rivivere la Chiesa ellenica e la Chiesa russa. «Le icone con le immagini dei santi che ci circondano in questa santa chiesa, consacrata al grande martire e taumaturgo san Panteleimon, sono la prova della necessità di approfondire la nostra comunione spirituale e la nostra collaborazione,"E come vi distinguete in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella scienza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così distinguetevi anche in quest'opera generosa”(2 Cor 8, 7.), a beneficio di tutti i fratelli e sorelle, - ha detto Sua Beatitudine. - Sinceramente mi auguro che questa fonte di vita, la nostra comune speranza e la fede in Gesù Cristo, rafforzino i nostri popoli in un mondo in continua evoluzione, dove più che mai è richiesta la comune testimonianza dell’amore cristiano, dell’amore per tutti senza differenze, del servizio disinteressato e dell’unità in Cristo».

In memoria del servizio, il Primate della Chiesa ortodossa ellenica ha donato a Sua Santità il Patriarca Kirill l’icona del Salvatore con i santi Cirillo e Metodio e altri santi di Dio.

Poi, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill ha detto: «Vostra Beatitudine, Arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia Ieronymos! Vostre Eminenze! Cari padri, fratelli e sorelle! Cristo è risorto!

Nelle parole del saluto di Pasqua abbiamo ancora una volta testimoniato la vittoria di Cristo sulla morte e sull'inferno. Questa vittoria è la parte finale della missione che nostro Signore Gesù Cristo ha compiuto nei tre anni del suo ministero pubblico. Annunciando la nuova legge dell’amore e fondando la Chiesa sulla fede apostolica, il Signore si prende continuamente cura di lei. Purifica le nostre vite con l’acqua della grazia e rafforza il nostro corpo e la nostra anima con il suo Corpo e Sangue. Egli stesso è la storia del suo nuovo popolo eletto, che non conosceva le divisioni etniche, sociali, sessuali o qualunque altro motivo ancora: Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né uomo né donna; poiché voi tutti siete uno in Cristo Gesù (cf. Gal. 3, 28).

La narrazione evangelica del Vangelo di Giovanni, citando il dialogo di Gesù con la Samaritana presso il pozzo di Giacobbe (Gv 4. 4-42), che noi abbiamo udito, rispecchia bene tutta l'economia divina. L'insegnamento della storia che riporta l'evangelista Giovanni contiene tutto: i principi morali della vita, il superamento di ogni discriminazione etnica e il primato dello spirituale sul materiale.

Oggi, dopo quasi duemila anni da questo evento, ci siamo riuniti in questa santa chiesa per celebrare la Santa Eucaristia, piena della vita infinita di Cristo, per gustare il Suo inesauribile cibo, per unirci l’uno all’altro nella concordia fraterna e nella comunione dello Spirito Santo, per rivelare la nostra unità in Cristo.

E insieme testimoniamo che la nostra fede non è vana. Non per nulla il Salvatore è morto per noi in croce ed è sceso agli inferi. Non per nulla i santi martiri hanno dato la vita per Cristo, come è accaduto recentemente, in pieno XX secolo, nel nostro Paese.

Noi sosteniamo che, per noi cristiani, è ancora valida la vita secondo le leggi della carità e della purezza morale; che per noi non ci sono, non ci dovrebbero essere interessi privati che possano oscurare la nostra unità di fede; che nella nostra religione la cosa principale non è l’osservanza esteriore dei costumi e dei rituali, ma l’essere animati dal fervore spirituale; che per noi è di fondamentale importanza la vita spirituale.

Oggi i popoli di molti Paesi, con una lunga storia di vita cristiana, si trovano ad affrontare una gravissima sfida culturale: vivere con Dio o senza di lui, accettare come normale la mancanza di ritegno morale o la responsabilità per le parole e le azioni, per le leggi adottate, per l’atteggiamento generale della vita. In queste condizioni, particolarmente importante è il ruolo della Chiesa, che in ogni luogo della sua vita terrena, sia in Grecia che in Russia, Ucraina, Bielorussia, Moldavia e in altri Paesi, non si stanca di ricordare la vocazione più alta, che ci ha lasciato in eredità Cristo: essere sale per il mondo, essere luce per il mondo, essere lievito per l'intera umanità.

Mentre siamo in questa bella chiesa, dedicata a San Panteleimon, il cui nome significa «misericordioso», è opportuno menzionare il servizio sociale della Chiesa ellenica, la quale, vedendo la sofferenza della propria gente, ha teso loro la sua mano misericordiosa. Come rappresentanti della Chiesa russa noi possiamo testimoniare che fa male al cuore vedere le sventure che hanno colpito il popolo greco. E sebbene i fedeli della nostra Chiesa non hanno grandi risorse, hanno dato  il loro modesto contributo per sostenere le opere di misericordia della Chiesa sorella ellenica.

Vostra Beatitudine! Con tutto il mio cuore Vi ringrazio per l’amore e la gentilezza di cui ci avete circondato durante la nostra visita alla Chiesa ortodossa ellenica. Sono lieto della nostra comunione. Nonostante le differenze di lingua, di costumi ed anche in alcuni aspetti cerimoniali, siamo uniti da qualcosa di molto più grande e significativo - il nostro amore per Dio, la nostra vita di fede, la prospettiva dell’eternità, che dà forza alla lotta spirituale e dà senso alle nostre attività.

La misericordia e la benedizione di Dio siano con tutto il popolo greco e con tutti i confratelli. Amen».

Sua Santità il Patriarca Kirill ha donato a Sua Beatitudine Ieronymos l’icona della Madre di Dio di Kazan, sottolineando che la Chiesa russa ha celebrato il 400° anniversario della fine del Periodo dei Disordini.

Sua Santità il Patriarca ha ricordato brevemente la storia turbolenta del XVII secolo, che oggi rappresenta una delle pagine più tristi della storia del popolo russo. Sua Santità ha detto che durante la liberazione di Mosca dagli invasori polacchi i soldati russi hanno portato con sé l'immagine di Nostra Signora che era stata trovata alcuni anni prima nella città di Kazan. «Per noi il 4 novembre è una festa nazionale - il Giorno dell'Unità Nazionale, in cui si celebra la festa della Madre di Dio «di Kazan», simbolo della liberazione della Russia, simbolo della protezione della fede ortodossa, simbolo della conservazione dello spirito nazionale, dell’identità nazionale, simbolo della vera indipendenza»,  ha detto il Primate della Chiesa ortodossa russa.

Presso l'altare della chiesa di San Panteleimon, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill ha avuto un breve colloquio con il protopresbitero Ioannis Diotis. Padre Ioannis ha ringraziato il Patriarca per avergli conferito l'ordine di San Macario di Mosca (III grado) per i suoi molti anni di lavoro per la riedizione della Patrologia greca Migne in 168 volumi.

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