Il Patriarca Kirill alla parrocchia “Gioia di tutti i soffrenti”
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Il 6 novembre 2010, ricorrenza liturgica dell’icona della Madonna “Gioia di tutti i sofferenti”, il Patriarca di Mosca e tutte le Russie Kirill ha celebrato la divina liturgia nella parrocchia del centro di Mosca dedicata a tale icona, di cui è parroco il metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca.
Col patriarca hanno concelebrato: il metropolita Hilarion di Volokolamsk, l’arcivescovo Nifon di Filippopolis, rappresentante del Patriarca di Antiochia e tutto l’Oriente presso il Patriarca di Mosca, l’arcivescovo Arsenij di Istrin, il vescovo Antonij di Moravicsk, rappresentante del Patriarca serbo presso il Patriarca di Mosca, il vescovo Sergij di Solnycnegorsk, responsabile della segreteria amministrativa del Patriarcato di Mosca, l’arciprete Vladimir Divakov, segretario del Patriarca per la città di Mosca, l’arciprete Nikolaj Krechetov, decano delle parrocchie del quartiere, l’archimandrita Zacchaeus (Wood), rappresentante della Chiesa Ortodossa in America presso il Patriarca di Mosca, l’arciprete Aleksij Jushchenko, rappresentante della Chiesa Ortodossa delle terre ceche e della Slovacchia presso il Patriarca di Mosca, l’arciprete Nikolaj Balashov, vicepresidente del Dipartimento per le relazioni esterne, e il clero della parrocchia.
Erano presenti alla celebrazione S. Popov, presidente del Comitato della Duma della Federazione Russa per le organizzazioni religiose e sociali, l’arcivescovo Antonio Mennini, nunzio apostolico presso la Federazione Russa, benefattori della parrocchia.
Durante la celebrazione, il Patriarca ha ordinato sacerdote il diacono Philipp (Nesedov), monaco della Laura della Trinità di s. Sergio. Alla fine della liturgia, il Primate della Chiesa Russa ha celebrato un breve rito di lode presso l’icona della Madonna “Gioia di tutti i sofferenti”.
Il metropolita Hilarion ha poi rivolto al Patriarca un discorso di saluto, nel quale ha ricordato la storia della chiesa. Costruita in legno attorno al 1523 sul luogo dal quale gli abitanti di Mosca si incamminavano per recarsi all’Orda d’Oro (da cui il nome della strada su cui sorge la chiesa, Ordynka), la chiesa è stata più volte oggetto di distruzione e incendi. La prima chiesa in pietra fu edificata dal patriarca Joachim e nel 1688 avvenne il primo miracolo operato dall’icona “Gioia di tutti i sofferenti”. Fortemente danneggiata durante l’invasione di Napoleone, la chiesa fu completamente ricostruita nel XIX sec e consacrata nel 1836 dal metropolita di Mosca Filaret Drozdov, che in quell’occasione pronunciò uno dei suoi più famosi sermoni sull’importanza della comunione frequente. “Il gran numero di persone che oggi hanno ricevuto l’eucarestia – ha commentato il metropolita Hilarion – è forse il compimento delle parole pronunciate allora dal metropolita Filarete, che in un’epoca in cui era d’uso comunicarsi raramente, esortava tutti a fare in modo che la comunione ai sacri Misteri fosse una continua esigenza dell’anima”.
Chiusa per alcuni anni dopo la rivoluzione bolscevica, la chiesa fu riaperta nel dopoguerra, e già in epoca sovietica era molto frequentata anche per via dell’ottimo coro che eseguiva le musiche sacre di Cajkovskij, Rachmaninov e altri celebri compositori russi. Attualmente il coro della parrocchia (Coro Sinodale Russo), probabilmente il migliore del Paese, ha ristabilito questa tradizione.
“Santità, in questo giorno importante, in cui i moscoviti si stringono attorno all’icona della Madonna “Gioia di tutti i sofferenti” – ha detto il metropolita Hilarion – mi permetta a nome dei vescovi che hanno concelebrato, dei chierici e fedeli della parrocchia, di augurarle che il Signore le conceda forze fisiche e spirituali per esercitare il suo alto e difficile ministero. Lei è il nostro Padre e il Primo dei vescovi; lei annuncia la Parola di Dio a tutti, non solo ai fedeli della Chiesa Ortodossa, ma a tutta la società, a coloro che sono ancora lontani dalla Chiesa o che si avvicinano ad essa. Vorrei augurarle un patriarcato non solo fruttuoso, ma anche lungo; che il Signore la protegga per molti e lunghi anni. La Chiesa Russa, il nostro paese e gli altri paesi che rientrano nel territorio canonico della Chiesa Russa hanno bisogno di lei. Lei dovrà fare ancora molto, e noi pregheremo il Signore affinché le conceda forza per portare la croce del suo ministero”.
Rispondendo a queste parole, il Patriarca ha ringraziato tutti i concelebranti e i presenti, e ha detto:
“Oggi festeggiamo l’icona “Gioia di tutti i sofferenti”. Perché siamo così numerosi? Perché oggi in tutta la Russia migliaia di persone lodano la Madre di Dio? Per il fatto che la Regina del cielo ci aiuta quando la sofferenza oltrepassa la nostra capacità di sopportazione. Quando le circostanze esterne si fanno minacciose e di colpo ci rendiamo conto che le forze non ci bastano per superarle. Oppure quando dobbiamo affrontare una grave malattia e capiamo che né i medici, né le medicine più moderne sono in grado di aiutarci. Quando la sofferenza supera la nostra capacità di vivere, distrugge il nostro mondo interiore. Quando dal fondo di questa sofferenza invochiamo la Regina del cielo, Lei ci ascolta.
Ognuno di noi presto o tardi si troverà faccia a faccia con la morte. E per quante persone possano circondare un moribondo, per quanto egli possa essere loro caro, o famoso, per quanto possa essere amato dai familiari, in ogni caso l’avvicinarsi della morte è sempre un’esperienza di profonda solitudine. Quando la morte si presenta, la persona si ritrova sola. E anche se lo circondano i suoi cari, nessuno in realtà condivide con lui quell’esperienza; nessuno è veramente con lui. Solo la Regina del cielo, la nostra Madre. Lei è con noi quando affrontiamo le più grandi sofferenze e i più grandi dolori. Quando non ci bastano più le forze per far fronte alle circostanze, per superare i nostri malanni fisici e spirituali. Lei è con noi quando, nella più totale solitudine, ci avviciniamo alla morte.
Non per niente i fedeli hanno chiamato quest’icona “Gioia di tutti i sofferenti”: per il grande dono che ha avuto da Dio, di essere Madre della Chiesa e di tutti i fedeli, Lei può essere con noi a condividere le circostanze più difficili. Basta che noi lo vogliamo.
Ricordo che negli anni dell’ateismo di Stato, la propaganda atea faceva di tutto per far credere a tutti (agli intellettuali, alle persone di cultura, soprattutto ai giovani) che la scienza aveva dimostrato che Dio non esiste. Come mai la fede ha potuto essere conservata, nonostante quest’enorme macchina della propaganda atea statale? Per il fatto che la gente non sapeva se credere o no a quanto dicevano che la scienza avesse dimostrato; sapeva invece molto bene di aver ricevuto risposta alle proprie preghiere dalla Purissima Regina del cielo. E questa chiesa, al centro di uno Stato che si diceva ateo, era frequentata da migliaia di persone, tra cui molti intellettuali, gente di cultura, magari costretti a nascondere le proprie convinzioni religiose, ma che venivano qui per pregare e ricevere il sostegno della Regina del cielo.
Vorrei augurare a tutti noi la vicinanza della Madre di Dio. Che la Regina del cielo custodisca sempre la nostra città di Mosca, il nostro Paese, la nostra Chiesa, rafforzando ognuno di noi nella fede, nella pietà e nella fiducia nella sua intercessione materna presso Dio”.